E ora come possiamo pensare di essere al riparo dal terrorismo?
Al Tribunale di Milano è accaduto un fatto che sembra tratto da un film americano, ma di quelli hollywoodiani molto esagerati. Di fronte a un uomo che entra ed esce da un Palazzo di Giustizia armato, dopo aver ucciso più persone, qualsiasi spettatore nella sala cinematografica avrebbe pensato che lo sceneggiatore stesse eccedendo nella licenza di fantasia. E invece no: accade della realtà. E non in un villaggio remoto del Pianeta controllato da predoni, bensì in Italia. I morti, purtroppo, sono tristemente reali al contrario di un action movie made in Usa.
E con quelle tre vite distrutte, si è spezzato anche il pallido filo di speranza di essere al sicuro, al riparo da eventuali azioni terroristiche. Dopo gli attentati di Parigi e l’attacco al museo di Tunisi, la minaccia del terrorismo internazionale è apparsa terribilmente vicina alla Penisola. La constatazione che l’Italia finora se l’è sempre cavata è diventata una magra consolazione, quasi una rassegnata attesa verso un qualcosa che può accadere da un momento all’altro.
Dinanzi a eventi luttuosi in altri Paesi, però, ci sono sempre le rassicurazioni di sorta di governo e autorità. «Abbiamo innalzato il livello di allerta nei luoghi sensibili», è il mantra che ascoltiamo dopo le stragi compiute dai terroristi. E a seguire viene recitato il rosario di cifre e luoghi intorno ai quali è cresciuta la sorveglianza. Beninteso, io non ho mai creduto che queste misure potessero garantire una maggiore sicurezza ai comuni cittadini. Tuttavia quelle parole avevano una sorta di effetto camomilla mediatica: tranquillizzavano per un po’, sebbene il nervosismo di base fosse difficile da sedare del tutto.
Nel momento in cui una persona riesce a provocare tre morti in un Tribunale, il Tempio della Legalità che dovrebbe essere inviolabile, allora qualsiasi parola rassicurante suona ridicola. Dopo la sparatoria di Milano come possiamo credere di essere al riparo dal terrorismo? Come è possibile dire a un cittadino comune che lo Stato vigila sulla sua incolumità? Quale fiducia dovremmo riporre verso le Istituzioni? Il dramma da evidenziare è che gli spari non sono avvenuti per strada, o in un altro un luogo difficilmente controllabile, bensì all’interno del Palazzo di Giustizia di Milano. Nella seconda città e capitale economica d’Italia.
Mi viene da chiedere ancora: se un terrorista avesse voluto commettere una strage, quali difficoltà avrebbe incontrato? La risposta è di tutta evidenza: nessuna. Avrebbe agito indisturbato, sfruttando «le falle» di cui parlano il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Più o meno come ha fatto Giardiello. La verità tragica, come la morte di tre persone innocenti, è che in Italia nemmeno un Tribunale è un luogo sicuro. Figuriamoci un treno della metropolitana o un “luogo sensibile” al terrorismo che si trova all’aperto.
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