Pregiudizi al governo

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23 Gennaio 2019

Sul vocabolario Treccani, alla voce “pregiudizio”, si legge la seguente spiegazione: “Idea, opinione concepita sulla base di convinzioni personali e prevenzioni generali, senza una conoscenza diretta dei fatti, delle persone, delle cose, tale da condizionare fortemente la valutazione, e da indurre quindi in errore […] Convinzione, credenza superstiziosa o comunque errata, senza fondamento.”

Osservare la realtà attraverso la lente del pregiudizio è inevitabile. Essere “privi di pregiudizi” è impossibile secondo Adam Sandel. Bisogna esserne consapevoli: la nostra visione del mondo è distorta. Ciò riguarda tutti, nessuno escluso. Come ha scritto Oliver Burkerman in un suo recente articolo “La triste realtà è che siamo tutti terribilmente ipocriti, sempre pronti ad accusare gli altri di essere di mentalità ristretta, ma che non siamo molto diversi da loro.” 

La politica, ossia “la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica” (Treccani docet), dovrebbe essere immune da pregiudizi nella propria azione. Se ne riscontra ha il dovere di rimuoverli così da gestire al meglio la cosa pubblica. Questo però non accade. Come rileva Bunkerman “nel dibattito politico odierno, nessuno se la cava tanto bene in questo senso, né le persone di sinistra, che tendono ad accusare gli altri di avere pregiudizi senza vedere i propri, né quelle di destra, le quali tendono a sostenere che si attengono semplicemente alla realtà dei fatti, mentre spesso anche loro sono guidate dai pregiudizi.”

L’attuale governo in carica ha fatto dei propri pregiudizi una bandiera. Sono stati contrattualizzati. Coprono l’intero panorama ministeriale. Dalle élite ai plurilaureati, dai vaccini ai migranti, dalle banche all’Europa, dalle opere pubbliche alle opposizioni. Per ogni argomento il suo pregiudizio. Per ogni pregiudizio una statistica a sostegno, seppur parziale, seppur travisata. Per ogni trattazione sghemba una campagna social capace di diffondere capillarmente la nuova verità. La ricerca quotidiana di un nuovo nemico, obiettivo degli strali e della rabbia del “popolo”.

La soluzione non può essere star seduti in riva al fiume aspettando il passaggio del cadavere fresco di giornata. Né porsi su un piedistallo a emettere sentenze di ignoranza. Non si contrasta un pregiudizio con un altro pregiudizio. Chiodo non schiaccia chiodo. Torniamo a dar peso alle parole. Riappropriamoci del valore del dialogo gustando la ricchezza della diversità. Sarebbe opportuno che i governanti giurassero sulla Costituzione e sul dizionario della lingua italiana.

 

 

TAG: Cultura, governo, politica
CAT: Governo

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