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Governo

La repubblica dei mangia-morte

di Salvatore De Luca
23 Gennaio 2022

Albus, il Grande Mago, era pensoso e silente, aveva appena alzato gli occhi dal foglio sul quale erano scritte le parole di un nuovo studente, parole limpide e potenti di un giovane uomo. Gli rivelavano l’incanto e la fiducia di quella giovinezza e la forza irripetibile di quel ragazzo, consapevole di essere divenuto uomo.
“Umanità” disse tra sé, “che parola universale, l’unica che include la scintilla divina tanto quanto il morbo ottuso del male”.
Uomini sono i grandi eroi, impavidi e indifferenti al prezzo caduco della morte e uomini i maghi del potere oscuro che della morte bramano essere padroni, uomini infine compongono gli eserciti degli uni e degli altri.
Voldemort governava ormai da tempo sul mondo di quegli uomini, sorretto dallo stuolo dei suoi mangia-morte a cui garantiva il privilegio di sedere sugli scranni dell’opulenza senza merito.
Quel giovane studiava tra le mura antiche di  Hogwarts e pareva averne assorbito il sapere e l’incanto, la magia del principio, l’origine della magia stessa.
Le sue parole erano semplici e altrettanto pericolose per il potere, insediato con il trucco più grossolano nel mondo dei maghi, retto dalla paura instillata fra i sudditi e diffusa da plotoni invisibili di dissennatori.
Il vecchio Silente aveva scelto da tempo di non intervenire e di assistere immobile a quell’era di rapaci tradimenti e derive fratricide. Il solo compito che ancora serviva era quello di custodire la scintilla primordiale e magica dell’umanità ed il sapere antico che ne era derivato. Il fuoco di quella conoscenza era ancora vivo nel braciere protetto della sua scuola e lì venivano educati i suoi cultori. Un giorno il mondo ne avrebbe avuto ancora bisogno per non scomparire, l’umanità l’avrebbe invocato per non estinguersi.
Ma oggi nessuno voleva più ascoltare le parole che erano custodite lì e i mangia-morte dispensavano come fosse un premio la stessa aria che il popolo respirava. Un popolo disposto a pagare qualsiasi prezzo per l’illusione di vivere senza lo spettro della morte.
Tra le mura austere della scuola, però, era nato ancora una volta l’amore e la morte non faceva paura ai suoi giovani ospiti che la trattavano da pari e ne ricevevano il rispetto.
In quel luogo la profezia del mago rettiliano non sortiva alcun effetto e le sue parole giungevano vuote e deboli ai ragazzi che non lasciavano entrare la paura. L’anatema profferito dal Professor Piton, inconsapevole o no, si era rivelato vano ed anzi tradiva il dubbio che ormai terrorizzava il malefico Voldemort.
Molte di quelle giovani vite provenivano da antichi cammini non ancora compiuti e portavano con sé l’anelito di nuovi passi verso l’amore che si era interrotto. La morte e la nascita si susseguivano da sempre in quel gioco magico e nessuna avrebbe mai prevalso sull’altra nel cerchio perfetto della vita che fluisce.
Aveva visto gli sguardi magnetici che si scambiavano Henry ed Ermione ormai cresciuti e sapeva che presto si sarebbero rivelati l’uno all’altra, che avrebbero ricordato chi erano stati nel ciclo dell’amore antico e la promessa che avevano scambiato. Le loro fiamme gemelle ardevano ormai senza potersi più nascondere.
Quei giovani cuori sapevano che la morte non era la fine, ma la naturale occasione per tornare a completare ciò che si era iniziato in un altro tempo e a volte in una diversa dimensione, non dovevano averne alcuna paura e potevano vedere la sua bellezza.
Sul foglio che Albus teneva in mano erano scritte parole di allarme, c’era una chiamata, un grido di rivolta, ma l’antico Mago sapeva che bastava girare quel foglio a testa in giù e lasciare che fosse il Cuore a leggere, per cambiare tutto.
Insegnare era quello in fondo: aiutare i ragazzi a scegliere tra mille verità, la verità del cuore.
Lo mostrò a quelli che riempivano la classe e attendevano in silenzio da alcuni minuti e disse loro che presto i mangia-morte avrebbero scelto per tutti, per le donne e gli uomini ignari. Avrebbero scelto il nuovo reggente del mondo ed erano pagati per far assurgere Voldemort a quel trono; al mago impostore non era sufficiente il potere estorto, il suo demone esigeva che l’umanità gli tributasse il suo consenso.
Vide i volti dei suoi ragazzi farsi cupi e lesse il dubbio nei loro occhi, quindi decise che era giunto il momento di rivelare loro la regola nascosta e la verità che la Magia Bianca custodiva dalle sue origini.
“Vi parrà che il male stia compiendo il suo disegno e vi parrà di essere vinti e sconfitti, tanto che dal vostro cuore insorgerà la rabbia e sentirete forte il desiderio di ribellarvi e attaccare l’innominato ed il suo esercito di senza senno.”
“Ma proprio allora, quando il sangue martellerà le vostre tempie e il suo giro vorticoso vi chiederà altro sangue, ricordate ciò che avete appreso nei vostri anni in questa scuola, che da secoli prepara chi crede nel bene e nel suo più grande trionfo. Non c’è divisione tra le anime, né differenza tra le persone e neppure conflitto tra nascita e morte. Ricordate che la morte da cui fuggono gli illusi e i perduti non può essere evitata, la sua soglia ci attende tutti e deve essere attraversata, sta a voi scegliere se con la paura o con la fiducia.”
“La magia nera non sopravvive a sé stessa, perché è nata per distruggere ogni cosa e non sa come costruire nulla, essa si nutre della vita che toglie, esiste e cresce con il solo proposito di annientare i suoi rivali da cui prende l’energia stessa che la tiene in vita.
Se non incontra resistenza non può che spegnersi e quando avrà ucciso il suo ultimo nemico sarà condannata alla fine anch’essa.
Se morirà questa intera umanità e moriranno i mille servi del disegno del grande baro, lui stesso morirà con loro.
Anche voi morirete, prima o poi, resistendo a mani nude nella lotta o negando la vostra accondiscendenza al veleno che vi viene somministrato, oppure dormendo placidamente nel vostro giaciglio, morirete comunque.
La differenza per voi è in quello che vi aspetta appena avrete varcato quella soglia. Se sarete rimasti fermi, se avrete coltivato l’amore e se avrete creduto nella bellezza di quella fine, allora la fine stessa sarà provvidenziale. Vi aspetta una nuova nascita e un nuovo ciclo della vita, sarà il vostro momento, il vostro trionfo, e sarà anche la fine dell’innominato”
Leggeva nei loro occhi ardenti, sentiva con i loro sensi vigili l’antico istinto che avevano ormai riconosciuto. La nuova umanità era pronta e una nuova era si mostrava.
Sorrise e pensò che la repubblica dei mangia-morte stava per finire per sempre.

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