Ad oggi, Renzi vince comunque

23 Novembre 2016

Da giorni, diversi esponenti del fronte del No ripetono che “Renzi è nervoso”. Poi però c’è chi, in virtù della propria serenità, gli dà della “scrofa ferita”.

La verità è che il premier non ha alcuna ragione per essere nervoso. Nessuna, comunque vada il voto del 4 dicembre. E la ragione è semplice, basta guardare agli scenari ipotetici.

Vince il Si. Inutile parlare di nervosismi renziani.

Vince il No. L’ “accozzaglia” festeggia la fine politica di Renzi, ma quanto dureranno i festeggiamenti? 24 ore, scarse. Avevo rilevato, tempo fa, che l’errore più grave del fronte del No è stato quello di aver personalizzato al contrario il referendum, trasformandolo così in un voto SOLO contro Renzi. Questa scelta può funzionare in chiave mobilitante e la capisco, ma può anche provocare due conseguenze negative:

  • può generare un effetto “uno contro tutti” che da Berlusconi a Trump, passando per Bush jr. dovrebbe aver insegnato qualcosa
  • se Renzi perderà, non sarà un 70% a 30%. Sarà presumibilmente un 55% a 45% (o giù di lì), il che significa che lui avrà una legittimazione da “vendersi” pari a quasi la metà dei votanti, mentre nella massa infinita del fronte del No nessuno potrà intestarsi quel 55%.

Ciò significa che, anche qualora si dimettesse dalla presidenza del consiglio il giorno dopo, lo farebbe a rapporti di forza immutati, anzi forte di una percezione generalizzata paradossale: l’unico che potrà dire di aver accresciuto i propri consensi sarà proprio Renzi. E l’unico in grado di “dare le carte” per un governo di transizione resterebbe lui.

A quel punto, che sia o meno a capo del nuovo governo, ne deciderà la linea e gestirà l’inevitabile revisione della legge elettorale. Quest’ultima sembra andare verso un sistema proporzionale – dato che lo vogliono (quasi) tutti, da Grillo a Berlusconi. E chi sarà a capo del futuro governo derivante da un’elezione proporzionale in un contesto tripolare? Il capo del polo di centro, visto che M5S e destra non sono “coalizzabili”. Ossia, il leader del primo partito “moderato”, Matteo Renzi. Con una chicca in più: con l’Italicum, oggi, potrebbe perdere sia contro il M5S sia contro il centrodestra (qualora esistesse). Con una legge proporzionale, semplicemente non può perdere. Ci saranno governi di coalizione, fatti da maggioranze post-voto e inevitabilmente “centripeti”, cioè  che ruotano attorno al suo PD. Per quanto possano essere forti e crescenti i “populismi”, infatti, nessuno è in grado di arrivare al 50%+1 dei seggi in Parlamento col proporzionale, per quanto corretto con soglie di sbarramento e collegi “piccoli”. Potrebbero riuscirci, forse, mettendo insieme le forze. Ma questo non è contemplato nel “noi” contro “loro” del M5S.

Stando così le cose, l’unico modo per rendere nervoso Renzi e “farlo fuori” è fargli perdere il prossimo congresso nel PD. A naso, non mi pare lo scenario più verosimile e in ogni caso non cambierebbe nulla per le opposizioni che si troverebbero comunque a fare da spettatori nel pentapartito 2.0 che nascerebbe.

Questi scenari rendono il referendum un “gioco a somma positiva” per il premier, win-win come dicono negli States: qualunque cosa succeda, lui vince. E il bello è che probabilmente sarà più “imbattibile” (e a lungo) se perde il 4 dicembre, anziché se vince.

Direi che ci sono ottime ragioni per innervosirsi. Sul fronte del No. 

 

TAG: beppe grillo, governo, Matteo Renzi, matteo salvini, movimento 5 stelle, partito democratico, Pd, politica, referendum
CAT: Governo, Partiti e politici

10 Commenti

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  1. alfio.squillaci 7 anni fa

    Più che di “uno contro tutti” occorrerebbe parlare di “tutti contro uno”, e questo sì che dà meglio l’idea. Cmq articolo lucido, realistico, anche elegante nelle linee del ragionamento.

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  2. silvia-bianchi 7 anni fa

    A me invece sembra che ormai il referendum sia un lose-lose per Renzi:

    – anche se vince il sì, il modello istituzionale del “sindaco d’Italia” per il quale è stata pensata non potrà realizzarsi, perché l’italicum verrà comunque cambiato: (1) perché verosimilmente verrà bocciato dalla Corte Costituzionale a gennaio, (2) perché gli alleati centristi di Renzi non lo vogliono, (3) perché i sondaggi dicono che il ballottaggio nazionale sarebbe vinto dal M5S. Dunque l’obiettivo perseguito da Renzi, quello di poter governare forte di una maggioranza di fedelissimi, non sarà comunque centrato;

    – se vince il no, l’aver personalizzato il referendum si ritorcerà sul Presidente del Consiglio come un boomerang, costringendolo alle dimissioni e a sostenere un nuovo governo (ammesso che non sia lui stesso a guidarlo) che dovrà affrontare tutti i nodi politici ed economici che verranno al pettine nei prossimi mesi. E’ difficile immaginare che questo sarebbe di aiuto al suo consenso;

    – se Renzi decidesse di “rovesciare il tavolo”, dichiarando il Pd indisponibile a formare un nuovo governo per non farsi logorare, si assumerebbe la responsabilità dell’instabilità politica e delle conseguenze finanziarie che questa comporterebbe: anche questo non esattamente un buon viatico per le elezioni…

    Insomma, fossi in Renzi sarei abbastanza nervosa. Ma c’è da dire che nessuno è capace come lui di girare le frittate; e che il sì vincerà sicuramente, vista la formidabile, costosissima macchina propagandistica che il fronte del sì (finanziato da chi? Mah) sta mettendo in campo

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  3. massimiliano-zanoni 7 anni fa

    Provo sempre un forte disagio quando qualcuno offende la logica: chi vota NO lo fa contro Renzi, l’accozzaglia (sigh! E questo non e spin, nooo), mentre il SI è a favore del cambiamento, previo poi contare i Si a supporto del premier..
    Diciamo che il No e in difesa della costituzione, affinché non venga modificata da una minoranza in obbedienza alle indicazioni delle grandi banche d’affari internazionali.
    Poi se ci faranno votare un giorno vedremo quanti voti piglia Renzi, sempre che abbia l’onesta di candidarsi.

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  4. vincesko 7 anni fa

    Articolo pieno di fesserie apodittiche. Che non tiene conto di una cosa fondamentale. La questione è prepolitica, è di natura morale: può un politico mediocre contaballe seriale votato da nessuno e che fa spesso cose opposte al programma elettorale tradendo così il mandato elettorale continuare a fare il PdC?

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  5. gianluca-ricozzi 7 anni fa

    Perché l’Italicum dovrebbe essere bocciato dalla Corte Costituzionale? Non mi pare che presenti profili quali quelli rilevati dalla corte in relazione al Porcellum.

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  6. gianluca-ricozzi 7 anni fa

    Veramente Renzi, come segretario del PD, ha già vinto un’elezione nel 2014, elezioni europee. Per il resto, come è noto, nessuno si può candidare come Presidente del Consiglio, visto che poi la nomina è una prerogativa del Presidente della Repubblica.

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  7. vincesko 7 anni fa

    @gianluca-ricozzi, Non fare il saputello furbastro, “votato da nessuno” vuol dire – semplicemente – che non era neppure candidato. E non sorvolare sul “contaballe seriale che tradisce il mandato elettorale”. E l’Italicum ha gli stessi difetti grossi del Porcellum, informati, prima di sparare affermazioni apodittiche.

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  8. paola-rossi 7 anni fa

    Senti chi parla di logica. A difesa di quale costituzione, visto che è stata modificata una sessantina di volte… A difesa di cosa? D i un senato eletto in maniera non democratica? Se davvero difendessi la costituzione, voteresti sì, perchè la riforma la milgiora! A proposito, ti sei perso l’Economist che vota no, i poteri forti sono tutti con grillo e berlusconi.

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  9. maurynoel 7 anni fa

    Solito gioco delle 3 carte, Renzi personalizza il referendum ( convinto di avere la vittoria in pugno), per poi intestare lo stesso a Napolitano ( di male in peggio), ma per questo giornalista, sono quelli del No, ad aver personalizzato al “contrario”….non state bene

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  10. ldigregorio75 7 anni fa

    Vedo che, come al solito, un pezzo di scenario scritto in base a ciò che è in campo oggi è stato interpretato da diversi lettori come “propaganda per il SI” o come un pezzo “renziano”. Lo scrivo per aiutare a capire: ho fatto il consulente politico per decenni sempre “a destra”, mai a sinistra. Non conosco Renzi né il suo entourage e non so ancora cosa voterò al referendum. Questo pezzo non è affatto per il SI, né “per Renzi”. E’ un pezzo che cerca di capire cosa succederà dal 5 dicembre se vince il No, in base alle informazioni che abbiamo oggi. Così magari lo rileggete con animo più sereno… ;)

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