Jobs Act, diritti gay, soglia contante a 3mila euro: Ncd dovrebbe essere al 20%

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13 Ottobre 2015

“E anche questa è fatta”, avrà pensato Angelino Alfano,  leader del Nuovo Centrodestra e ministro dell’Interno capace di resistere a ogni bufera sul Viminale. Eh sì, il partitino nato dalla scissione in Forza Italia ha conseguito un altro risultato: l’innalzamento della soglia del pagamento in contanti da mille a 3mila euro. Un obiettivo che in fondo fa felice l’ex padrino politico di Angelino, quel Silvio Berluscon, da sempre convinto sostenitore di una maggiore facilità nel pagamento in contanti.

Insomma, Ncd ha portato a casa un’altra vittoria politica rilevante. Il trionfo è arrivato in concomitanza di un’altra prova muscolare: lo stop alla ddl Cirinnà, il provvedimento che dovrebbe introdurre il riconoscimento delle unioni gay. Una doppietta che fa gongolare i supporter del Ncd. “Noi andiamo avanti con il nostro progetto per dare voce ai moderati italiani nel governo”, ha sempre sostenuto Alfano, respingendo le critiche dei dissidenti alla De Girolamo (che poi è tornata nella casa-madre di Forza Italia). E bisogna ammetterlo: il ministro dell’Interno in fondo ha ragione, perché grazie alla sua presenza nella maggioranza (che altrimenti non esisterebbe) sta mettendo a segno alcuni colpi che non erano riusciti nemmeno al Cavaliere nel suo periodo migliore. E forse oggi l’ex presidente del Consiglio è un po’ invidioso che Angelino, nonostante l’assenza del quid e con un consenso rabberciato, stia facendo più di quando il Popolo delle libertà veleggiava in prossimità al 40%.

Il pensiero vola anche in direzionedel Jobs Act. L’esultanza dell’ex ministro Maurizio Sacconi  (“hanno vinto i riformisti”, dichiarò al momento dell’approvazione) resta la migliore sintesi di come quella riforma in fondo sia gradita ad ampi settori di centrodestra. Il sogno della cancellazione totale dell’Articolo 18 è diventato realtà dopo anni di vani tentativi. Certo, nel tempo il partito di Alfano ha dovuto accettare qualche compromesso, come le dimissioni di Maurizio Lupi da ministro a causa di alcune intercettazioni ‘pericolose’ con l’allora plenipotenziario del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza. Un passaggio senza dubbio doloroso, ma che è stato poi sanato dal salvataggio di Antonio Azzollini, la cui richiesta di arresto è stata respinta dal Senato proprio grazie ai voti del Partito democratico. Per non tacere del sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione, il cui coinvolgimento nelle indagini sulla gestione del Cara di Mineo non ha scalfito minimamente i democratici. Dunque, oltre ai risultati politici, il Nuovo Centrodestra può vantare successi personali.

E un po’ per celia, un po’ per ragionamento politico, viene da domandarsi: ma come mai il Nuovo Centrodestra arranca nei sondaggi, navigando sotto la soglia di sopravvivenza del 4%, mentre dovrebbe essere almeno in doppia cifra? Anzi dirò di più: meriterebbe di essere al 20% come una Forza Italia in buona salute. Lo so, è una provocazione, anzi proprio un’esagerazione, visto che il problema è l’assenza di una leadership carismatica. Ma non si può negare che la permanenza di Alfano al governo stia dando più di qualche soddisfazione ai moderati, realizzando parte del programma di Silvio Berlusconi. Il ministro dell’Interno, badando al sodo e scegliendo l’alleanza con il Partito democratico, ha cancellato l’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, stoppato/annacquato la legge sulle unioni civili e innalzare e portato a 3mila il limite per il pagamento in contante.

TAG: angelino alfano, Jobs Act, Ncd, riforme
CAT: Governo, Partiti e politici

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