Legge di Stabilità: la cultura è strategica, ma non si sa con quali soldi

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16 Ottobre 2015

“Il Paese mette il segno più anche sulla cultura”.  Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante l’intervista a 24 Mattino su Radio24, ha sottolineato che la Legge di Stabilità prevede una serie di investimenti sulla cultura. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, aveva del resto già espresso il proprio parere entusiastico: “Dopo gli anni dei tagli crescono le risorse per la cultura, nuovi fondi per la tutela del patrimonio e i grandi progetti culturali: 150 milioni di euro nel 2016, 170 milioni di euro nel 2017, 165 milioni di euro dal 2018”, senza dimenticare “l’assunzione a tempo indeterminato di 500 professionisti” con la conseguente annotazione  del fatto che il “governo Renzi abbia definitivamente invertito la tendenza”. Eppure dietro agli squilli di fanfare, c’è una domanda sinistra: da dove vengono presi i soldi? E la risposta non arriva neppure dalla Legge di Stabilità

Insomma, è tutto vero: il governo ha manifestato l’intenzione di invertire il tremontiano “con la cultura non si mangia”. Dalla bozza anticipata (qui l’articolo con il testo integrale) gli articoli 26 e 27 sono rispettivamente intitolati “Interventi strutturali e agevolazioni fiscali nel settore strategico della cultura” e “Interventi straordinari per il turismo e gli istituti culturali”. Nel dettaglio: per Matera 2019, capitale europea della cultura, “è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l’anno 2016, 6 milioni di euro per l’anno 2017, 11 milioni di euro per l’anno 2018 e 9 milioni di euro per l’anno 2019”, si legge nel documento. La spesa complessiva di 28 milioni, che potrebbe garantire un successo dell’evento facendo da volano al turismo in Basilicata. Insomma, perché lamentarsi? Un problema, in effetti, è presente: nella parte relativa alle coperture ci sono i puntini di sospensione (vedi la foto qui sotto). Che risuonano come: a come reperire i fondi si pensa dopo.

Legge di Stabilità Matera.jpg

Quello di Matera 2019 non solo è un caso isolato. Anzi. L’Articolo 27 della Legge di Stabilità è tutto un libro di buone intenzioni. Non viene nemmeno indicato come saranno reperite i 740.000 euro “per il funzionamento dell’Accademia del cinema italiano – Premi David di Donatello in Roma” e gli altri 100mila euro per il “Museo storico della Liberazione in Roma”, oltre ai 500mila euro all’Accademia dei Lincei e all’Accademia della Crusca “quale contributo per le attività ed il funzionamento”. Voci che non hanno l’indicazione di risorse precise. Certo, si tratta di una bozza che necessita di approfondimenti (nel documento in alcuni passaggi vengono esplicitati chiaramente) ma desta qualche perplessità l’idea che si mettano nero su bianco delle misure per cui non sono nemmeno immaginate le possibili coperture da utilizzare.

In questo quadro fa quasi sorridere che il fine preposto è quello di rafforzare “le politiche di sviluppo del turismo e sostenere la competitività del settore a livello internazionale”. La nobile missione ha previsto che dal 2016 “è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro annui, da iscrivere nello stato di previsione della spesa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo”. Ma “ai maggiori oneri derivanti dal presente comma si provvede…”. Con i puntini di sospensione.

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TAG: Cultura, governo, Matteo Renzi
CAT: Governo, Partiti e politici

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