Dieci punti di buon senso sull’immigrazione

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4 Febbraio 2021

UNO
Il primo punto di buon senso sull’immigrazione è che noi italiani siamo ancora considerati nel mondo come un popolo di emigranti (e quindi di immigrati). Dall’Italia se ne sono andate circa venti milioni di persone, spesso per fare lavori non esattamente nobili (minatori, per esempio), anche se adesso a fuggire sono i cosiddetti “cervelli”. Dall’Italia abbiamo esportato la Mafia e siamo tuttora in prima fila nelle organizzazioni criminali mondiali. Il nostro nome di italiani è stato incredibilmente RIPULITO negli ultimi anni con la moda, il design, il cibo, eccetera, ma è un fenomeno relativamente recente, non bisogna dimenticarlo.


DUE

Le correnti migratorie nascono quando c’è DOMANDA DI LAVORO. I lavoratori emigrano per OFFRIRE IL LORO LAVORO. Nessuno sarebbe così pazzo da emigrare in Burundi o nella Repubblica Democratica del Congo (PIL pro-capite annuo sotto gli 800 dollari). Se quindi in Italia arrivano degli emigranti, è perchè ci sono lavori che i cosiddetti NAZIONALI non vogliono più fare. Nessuna ragazza italiana di vent’anni con un profilo su Instagram può sognare di diventare una badante. Mentre una donna straniera con qualche figlio da mantenere (e magari da mandare a scuola) è disposta a chiudersi in casa per sei giorni alla settimana con un anziano. Ma gli immigrati vengono anche a fare lavori che piacciono ancora agli italiani: in questo secondo caso, il loro arrivo ha l’effetto di far scendere i nostri salari.


TRE

L’arrivo di nuova manodopera in settori in cui sono ancora impiegati gli italiani ha l’effetto di abbassare il COSTO DEL LAVORO. Se ci sono molti lavoratori disposti a fare lavori dove prima c’era scarsità di manodopera, ecco che TUTTI verranno pagati di meno, anche gli italiani che continuano a lavorare in quel settore. Faccio un esempio: se nell’agricoltura ci sono immigrati disposti a lavorare per 3 euro all’ora, allora anche gli italiani che prima guadagnavano di più lavorando la terra, vedranno il loro salario diminuire NOTEVOLMENTE. Oppure si verificherà un altro fenomeno: i loro salari NON CRESCERANNO. Se nell’industria ci sono MOLTI operai stranieri disposti a lavorare per salari contenuti, allora i salari resteranno bassi. I salari aumentano quando c’è scarsità di manodopera (qualsiasi sia il settore di riferimento), mentre invece diminuiscono (o restano stabili) se ci sono tanti lavoratori disposti a fare quel determinato lavoro.


QUATTRO

Chi ci guadagna allora dall’immigrazione? Sicuramente i DATORI DI LAVORO che spendono di meno per comprare lavoro. Se non ci fossero i lavoratori stranieri, dovrebbero pagare di più i nazionali, anche se però esistono ALCUNI LAVORI che nelle economie sviluppate nessuno vuole più fare. In questo caso, senza lavoratori stranieri, ci sarebbero interi settori scoperti (cura degli anziani, edilizia, agricoltura, eccetera).
Ma dall’immigrazione guadagnano anche i NAZIONALI (i cittadini del paese d’arrivo), perchè pagano di meno i prodotti dove c’è manodopera immigrata. Non si può invocare Salvini e pretendere di pagare cinque euro al chilo i pomodori Pachino. Senza migranti, forse costerebbero il doppio, ma soprattutto potrebbe non esserci nessuno che li raccoglie.


CINQUE

Chi ci perde dall’immigrazione? Sicuramente i lavoratori impiegati negli stessi settori dov’è arrivata la manodopera straniera. I loro salari sarebbero cresciuti di più senza la concorrenza degli immigrati, ma forse quei settori, senza lavoratori stranieri, avrebbero potuto andare in sofferenza, provocando una crisi economica. Ovvero, perchè le economie possano crescere, devono poter IMPORTARE manodopera. Gli Stati Uniti importano da sempre manodopera, lo fanno anche adesso: gli Stati Uniti sono pieni di giovani arrivati da altri paesi con forme di chiamate al lavoro NOMINALE (ti danno il visto prima di farti arrivare).


SEI

Perchè la forza lavoro immigrata costa di meno? Semplice: perchè gli immigrati accettano condizioni abitative e di vita peggiori degli italiani. Spesso, gli immigrati appena arrivati abitano in case troppo affollate, non si curano adeguatamente, non vanno certo in vacanza. Lo stesso valeva per gli italiani che andavano a lavorare in America: accettavano condizioni di vita peggiori di quelle di chi era arrivato prima di loro, e quindi accettavano salari più bassi.


SETTE

Vi è poi la questione dell’immigrazione clandestina: i migranti arrivano clandestinamente e vengono poi regolarizzati con sanatorie successive. Qualche paese (come gli Stati Uniti) utilizza il metodo delle QUOTE, ovvero importano legalmente forza lavoro per professioni dove vi è richiesta. Ma in genere gli immigrati arrivano lo stesso e vengono regolarizzati in un secondo momento, dopo che hanno trovato un lavoro, come succede da sempre in Italia. In questo caso, ad agire sono le FORZE BRUTE DELL’ECONOMIA: i migranti vanno dove si sparge la voce che c’è lavoro. Lo stato non ha la funzione regolatrice (dell’immigrazione) che dovrebbe avere.
Bisogna poi dire che nella fase in cui gli immigrati sono ancora clandestini, i loro datori di lavoro non pagano le tasse sul lavoro. E quindi RISPARMIANO perchè pagano di meno le loro prestazioni.


OTTO

Ci sono poi gli immigrati che delinquono e che vengono in genere confusi con i clandestini. Spesso gli immigrati che delinquono sono clandestini, ma le due cose non coincidono. Gli immigrati che delinquono possono avere datori di lavoro (delinquenti) italiani o stranieri. La malavita nigeriana gestisce per esempio lo SPACCIO MINUTO DI DROGA sul territorio, settore abbandonato dalla malavita italiana che si occupa dei GRANDI CARICHI DI DROGA in arrivo. Inutile dire che tutti vorremmo non vedere più gli spacciatori nigeriani nelle piazze italiane che controllano tra l’altro anche la tratta delle africane che si prostituiscono in Europa, altra tragedia alla quale bisogna porre fine. Ma non si può mettere sullo piano una badante che arriva dalla Moldavia con uno spacciatore nigeriano: sono due fenomeni diversi. E’ demagogico metterli sullo stesso piano.


NOVE

Fino ad adesso ho parlato di migrazioni economiche che sono aumentate di recente anche grazie al fatto che oggi è più facile VIAGGIARE E ATTRAVERSARE LE FRONTIERE. Alle migrazioni economiche bisogna aggiungere quelle derivate dalle guerre: la cosiddetta “crisi europea dei migranti”, cominciata nel 2014, ha portato nel nostro continenti milioni di migranti in arrivo anche da paesi in guerra, come la Siria.
Qui però bisogna fare una premessa: gli esseri umani condividono con gli animali l’attaccamento al territorio. Siamo anche noi noi animali territoriali TERRITORIALI, ovvero tendiamo istintivamente a difendere l’ambiente in cui viviamo dall’arrivo di altri che competono con noi per le stesse risorse: il cibo prodotto nelle nostre terre.
Nessun essere umano caldeggia l’arrivo di altri nel proprio territorio: siamo tutti istintivamente diffidenti verso gli stranieri per dei motivi ANTICHISSIMI: abbiamo paura che ci portino via il cibo (e una volta anche le donne…).


DIECI

Quello dei fenomeni migratori negli ultimi quindici anni è uno scenario complesso e drammatico, nel quale siamo stati catapultati molto in fretta. Sarà molto difficile fermare le nuovi correnti migratorie spinte dalla povertà e dalle guerre, tanto meno come il MURO CON IL MESSICO COMINCIATO A COSTRUIRE DA BUSH (al quale hanno lavorato tutti gli altri presidenti che lo hanno seguito), AL QUALE TRUMP VOLEVA AGGIUNGERE ALTRI 1.600 CHILOMETRI. Un muro lungo qualche chilometro sul confine messicano è una goccia nel mare: FUMO NEGLI OCCHI di chi crede veramente che sia possibile fermare la storia con un muretto su un pezzettino di confine.
Tutte le forze politiche che basano le loro campagne sulla lotta all‘IMMIGRAZIONE fanno false promesse: non si possono cancellare i flussi di forza lavoro (servono alle imprese) e tanto meno quelli dei rifugiati (bisognerebbe far finire tutte le guerre). E’ quindi veramente MESCHINO usare la naturale diffidenza verso gli STRANIERI per prendere voti. E non è detto che porti per davvero alla vittoria (com’è successo con Trump). I giovani, come ho già scritto, sono meno diffidenti verso gli stranieri, perchè sono cresciuti in società multirazziali. Chissà quindi che alla fine non prevalga l’istinto alla moderazione e il desiderio di pace sociale, che sono valori niente affatto da disprezzare.

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