Il Globish, l’inglese che bisogna conoscere

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16 Maggio 2022

Tredicimila studenti frequentanti. 800 mila professionisti formati. Un’azienda italiana che all’estero, negli Emirati Arabi, fa qualcosa di innovativo e di unico. La Ceo è una donna, Monica Perna, che guida la sua creatura da Dubai.

L’Auge International Consulting è “una scuola che ha fatto scuola”.

L’elemento d’innovazione? l’apprendimento del “Globish”. Cos’è il Globish?

Il Globish, etimologia derivata da global english, è una lingua che mescola il gergo inglese con quello americano ma privo di forme idiomatiche. “Un metodo di formazione esperenziale”, la definisce la Dott.ssa Perna che la sua “America”, l’ha trovata appunto a Dubai.

Il “Globish” nasce grazie all’intuizione di un ingegnere informatico francese dell’IBM nel 1998. Jean Paul Nerriere capisce infatti quell’anno, durante un meeting in Giappone, che i manager orientali tendevano a comprendersi meglio, parlando in inglese, rispetto a quando interloquivano con i manager di origine anglosassone. Il Globish nasce cosi: quando Nerriere intuisce che l’apprendimento di 1500 lemmi, può essere sufficiente a intraprendere una discussione ragionevolemente chiara tra persone di origine diversa da quella anglofona. Osservazione empirica: l’inglese parlato tra i non madre lingua, richiede sia il più lineare possibile. In sostanza Nerriere capisce che il principale bisogno è adottare un inglese che non usi frasi dalla semantica contorta. Senza frasi idiomatiche di non facile interpretazione. Coglie che c’è bisogno di un inglese semplice da consegnare alle persone per rispondere ai loro bisogni primari.

L’Amministratore delegato è una donna giovane ed intraprendente. È partita dalla Brianza, da Seveso. Fonda insieme a Francesco Iannello la Auge International Consulting, nel 2019. E realizza il progetto formativo della Masterclass “Impara l’Inglese con Monica” che fa registrare un clamoroso successo con migliaia di adesioni.

Perché Dubai? Perché è la Washington del terzo millennio. Di qui passa una parte del futuro, già presente, e perché da qui ha avuto avvio un’idea in grado di andare alla velocità necessaria per stare al passo con i cambiamenti. “Qui se non sai essere veloce, resti indietro e ti perdi una parte di quel guadagno che potresti incassare”.

Un’impresa che parla al femminile, e declina un modello d’impresa made in Italy, “perché l’italiano all’estero piace”.
Il Globish in Italia non l’impari. E considerando quanto, sul piano educativo, culturale ed economico, oggi rappresenta l’inglese, la Dott.ssa Perna l’ha considerato strategico nella sua idea d’impresa: “Abbiamo per questa ragione dato vita a percorsi di alta specializzazione”

Nel mondo circa un miliardo e mezzo di persone parlano l’inglese, ma “solo” 400 milioni sono anglofoni e dunque madrelingua. Circa il 26%. C’è un 74% di persone nel mondo che del globish ha bisogno. La praticità femminile: dove c’è domanda, si crea l’offerta.
In Italia solo per aprirla un’azienda con questa filosofia avrebbe forse dovuto aspettare due anni per avere tutte le autorizzazioni. Senza considerare il rischio d’imbattersi nell’accusa di voler indirettamente danneggiare il sistema scolastico, o di favorire l’apprendimento di una lingua impoverita e sempre che nel frattempo qualcuno, in attesa delle dovute autorizzazioni,non le fregasse l’idea.

Lei ha fatto i bagagli e se n’è andata dove le idee hanno un valore e traducono valori. Perché per fare impresa in Italia occorre, più che coraggio, una dose di follia.

Questa l’intervista realizzata con la Dott.ssa Perna

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CAT: Imprenditori

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