Vending, la corsa ad ostacoli di un’eccellenza del made in Italy

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22 Novembre 2022

Sono da poco terminate le assise del Vending,  “Gli Stati Generali del Vending”, come vengono chiamate dagli imprenditori del settore, si sono svolte lo scorso 16 novembre, a Roma nella prestigiosa sede di Confcommercio alla presenza del padrone di casa, l’inossidabile Carlo Sangalli e di un folto numero di politici appartenenti perlopiù al neo nato Governo.

Eh già il vending! Un settore di nicchia, una piccola parte della galassia del commercio, il termine tecnico con il quale viene identificata la distribuzione automatica, in pratica qualsiasi attività di vendita e somministrazione di prodotti alimentari e non, che avviene per mezzo di un distributore automatico. Ognuno di noi è un cliente di questa forma di distribuzione, si parte dalla colazione a casa dove generalmente è presente una macchina a capsule, per raggiungere la scuola o il posto di lavoro, si trova il distributore nelle stazioni di treni e metropolitane, le pause durante la giornata sono scandite da una consumazione al distributore automatico; ci rechiamo per qualche necessità presso una struttura pubblica o sanitaria? eccolo di nuovo. Frequentiamo a fine giornata una palestra, un centro sportivo, un’attività di svago? Il distributore ci viene in aiuto. E che dire della necessità di una bevanda a tarda notte in una città oramai deserta? I negozi “automatici” aperti h24 soddisfano questa necessità.

I distributori automatici sono ovunque e ovunque soddisfano le nostre necessità, ma in pochi conoscono il settore e cosa ci sta dietro, diamo due numeri: quasi 1 milione di distributori installati, 4 miliardi di consumazioni effettuate all’anno, 1,5 miliardi di fatturato, 33.000 persone impiegate (escluso l’indotto). Numeri importanti per un settore considerato un’eccellenza del nostro Paese, ma gli addetti ai lavori orgogliosi per questa considerazione sono stanchi della persecuzione delle istituzioni Italiane ed Europee che con le loro norme si accaniscono sulle loro imprese, minandone la competitività.

Il settore è virtuoso dal punto di vista contributivo, è uno dei pochi che paga le tasse al 100% perché ogni distributore è collegato direttamente con l’agenzia delle entrate. Ha avviato processi di economia circolare nel più alto rispetto della sostenibilità ambientale, come pochi altri, le imprese più importanti della filiera, dai fabbricanti di distributori ai prodotti in plastica, sono italiane, ma evidentemente questo non basta, il settore, claudicante dopo due anni di pandemia, viene aggredito da una serie di norme dettate dai ministeri dell’ambiente (oggi transizione ecologica) dei passati governi. I criteri ambientali minimi (CAM), contenuti in una bozza del precedente governo, introdurrebbero modifiche che stravolgerebbero l’attività in tutti i suoi aspetti principali, dal tipo di distributori che non sono nemmeno in uso nel settore, dal servizio che prevederebbe la presenza quotidiana di un operatore, per arrivare ad un’offerta alimentare, che escluderebbe praticamente tutti i prodotti oggi offerti e che andrebbero sostituiti con prodotti freschi e senza imballo.

Questo è un chiaro esempio di un legislatore che non solo non conosce il settore, ma non si preoccupa nemmeno di approfondire la fattibilità delle proposte normative che intende apportare.

Arriva il nuovo governo e il claim dei politici intervenuti agli stati generali è: “non disturbare chi vuole lavorare e produrre ricchezza” tutti i politici intervenuti, hanno fatto propria la frase citata dal Presidente Giorgia Meloni durante la sua prima uscita pubblica. Giorgio Mulè Vice Presidente della Camera dei Deputati, Vannia Gava, vice ministro del Ministero dell’Ambiente, Alberto Bagnai Vicepresidente Commissione Finanze, e poi Marco Osnato Presidente Commissione Finanze, la senatrice Raffaella Paita, questi alcuni dei politici intervenuti che si sono lanciati in promesse raramente udite nelle passate assise.

Che sia la volta buona? Gli addetti ai lavori ci sperano e ci credono, c’è ancora molto da fare, oltre a riaprire un tavolo di confronto sui CAM, il settore rappresentato da Confida l’associazione di categoria nella persona del suo Presidente Massimo Trapletti chiede di essere escluso dall’obbligo dei pos per le piccole transazioni,  chiede la revisione dei capitolati dei bandi di gara. Nel frattempo è stata data per certa l’eliminazione della plastic tax e della sugar tax che sarebbero entrate in vigore dal 1 gennaio 2023.

Chi ben comincia è a metà dell’opera, gli imprenditori del vending vorrebbero continuare a lavorare senza essere disturbati, speriamo che questa volta la politica li ascolti.

Foto di Alessandro Fontana

TAG: economia, innovazione, sostenibilità, vending
CAT: Imprenditori

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