Panzeri e quegli amici dell’altra sponda

8 Febbraio 2023

Le indagini attorno allo scandalo Qatargate non smettono di regalare sorprese. Stavolta, a scuotere le stanze del Parlamento Europeo, è un nuovo filone di indagini che rivela coinvolgimenti degli Emirati Arabi Uniti nel caso Panzeri[1], ex eurodeputato italiano arrestato nel dicembre dello scorso anno con l’accusa di essere la figura di riferimento di un’ampia rete di corruzione, nella quale restano impigliati anche altri soggetti, tra cui Eva Kaïlí (politica greca e membro del Parlamento Europeo), il suo compagno Francesco Giorgi e Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ONG “No Peace Without Justice” (rilasciato poi senza condizioni[2]). Antonio Panzeri è ora al servizio degli inquirenti in qualità di “pentito”[3] e le sue rivelazioni stanno aprendo scenari interessanti[4].

Con il passare del tempo diventa sempre più evidente il fatto che le rivelazioni sui pagamenti illeciti del Qatar siano giunte in corrispondenza dell’atroce autogol pubblicitario della Coppa del Mondo di calcio, e siano il prodotto del lavoro di intelligence di coloro che, nel Golfo Persico, combattono il Qatar con ogni mezzo: l’alleanza tra Emirati, Arabia Saudita ed Israele, che vede nella monarchia di Doha pericolosi alleati di Turchia ed Iran, e dei palestinesi che vengono attualmente schiacciati dalla politica feroce e genocida portata avanti dal nuovo governo di Bibi Netanyahu. Il fatto positivo è che, finalmente, si parli della corruzione a Bruxelles, che è un fatto gravissimo, e sia stato scoperchiato il vaso di Pandora delle ingerenze intollerabili delle potenze straniere sull’amministrazione dell’Unione Europea – che vengano dall’est, dall’ovest o dal sud, sempre pericolose e certamente gravemente dannose.

L’ultimo colpo di scena però nasce quasi per caso: tra le fotografie scattate durante il sequestro del denaro usato per corrompere Panzeri, diffuse dalla polizia federale belga, salta fuori una busta con su il logo della Emirates Red Crescent (la Croce Rossa degli Stati del Golfo Persico[5]): come noi avevamo ampiamente previsto[6], salta fuori che il Qatar, nell’ambito delle pressioni politiche sull’Unione Europea, svolge un ruolo importante e pericoloso, ma nemmeno lontanamente importante come quello giocato dai loro acerrimi nemici, ovvero l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti[7].

Le confessioni: soldi dagli Emirati, dal Marocco, dalla Mauritania

Francesco Giorgi, Eva Kaïlí, Niccolò Figà-Talamanca e Pier Antonio Panzeri, i quattro principali attori del Qatargate[8]

Pier Antonio Panzeri, il 17 gennaio 2023, in cambio di uno sconto di pena (le accuse sono di riciclaggio di denaro, corruzione e partecipazione a un’organizzazione criminale) decide di confessare, firmando un memorandum depositato a i funzionari belgi, in cui ammette il proprio ruolo ed inizia a fornire nuovi nomi, cifre, date, funzioni del sistema di corruzione di cui è stato protagonista[9]. Altre nazioni, oltre al Qatar, avrebbero generosamente trasferito fiumi di denaro per promuovere i loro obiettivi strategici all’interno del Parlamento europeo.

Tutto avviene attraverso intermediari che usano per lo più organizzazioni no-profit come la Middle East Dialogue Center[10], fondata nel 2018 da due avvocati dell’ambasciata del Qatar a Bruxelles[11], o la Rete Globale per i Diritti e lo Sviluppo, una ONG norvegese finanziata da una società degli Emirati Arabi Uniti[12]. Panzeri, dal canto suo, usa come copertura la ONG Fight Impunitiy: da lui fondata nel 2019[13], non si è mai iscritta al registro della trasparenza, atto obbligatorio per ricevere qualunque finanziamento[14]. Francesco Giorgi utilizza invece la società Equality Consultancy, creata nel 2018 dal padre e dal fratello di Francesco, per poi essere rilevata dalla commercialista milanese Monica Rossana Bellini, anche lei agli arresti: la società si avvale di una sua gemella in Estonia per eludere i controlli sul passaggio del denaro dal Qatar[15].

Tra gli Stati coinvolti salta fuori il Marocco, con i suoi servizi segreti esteri, la DGED Direction Générale des Estudes et de la Documentation; due agenti della DGED sono citati negli atti del tribunale belga, ed il compagno di Éva Kaïlí, Francesco Giorgi, ammette di “aver fatto parte di un’organizzazione utilizzata dal Marocco con l’obiettivo di interferire negli affari europei”[16]. È costretto ad ammetterlo, perché i belgi hanno in mano i documenti forniti dall’hacker Chris Coleman, che ha copiato email, contratti, bonifici – tutto: secondo le indagini, Antonio Panzeri sarebbe stato scelto dal Marocco almeno 11 anni prima per difendere gli interessi di Rabat all’interno del Parlamento europeo[17].

Nello scandalo sarebbe coinvolto anche l’ambasciatore marocchino in Polonia, Abderrahim Atmoun[18] che versa soldi sul conto della moglie di Panzeri, arrestata anche lei, assieme alla figlia[19]. Il suo coinvolgimento provoca la reazione stizzita di un parlamentare polacco di estrema destra, Jacek Saryusz-Wolski che, per evitare l’estensione delle indagini al ruolo giocato dalla diplomazia del suo paese nel sistema corruttivo di Bruxelles, rilancia le accuse contro Panzeri, Giorgi e Kaili. Del resto, fin dal 1989 la Polonia ha stretto legami di acciaio con Abu Dhabi, non solo sul piano finanziario, ma anche su quello commerciale, militare e diplomatico, come testimonia l’importante lavoro svolto, in questo secolo, nell’incaricato politico del governo di Varsavia a Dubai, il lobbysta Mariusz Kaźmierski[20].

I magistrati belgi, per fortuna, non fanno sconti a nessuno (finora), e proseguono imperterriti nell’analisi del materiale probatorio sequestrato ai lobbysti italiani: nelle indagini finisce anche il governo della Mauritania, che avrebbe dato a Francesco Giorgi, allora assistente parlamentare di Panzeri, 25’000 euro in contanti, e per un lungo periodo avrebbe pagato il suo affitto (1800 euro al mese) e le spese per il suo appartamento a Bruxelles[21].

Galeotta quella foto

Immagini diffuse dalla polizia belga relative ai soldi e ai fascicoli sequestrati ad Antonio Panzeri: in alto a sinistra una busta riporta il logo della Emirates Red Crescent[22]

Dopo il Qatar, Marocco e Mauritania, ora salta fuori il coinvolgimento degli Emirati. In alcune foto delle valige trovate negli alloggi di Panzeri, scattate dalla Polizia Federale belga e diffuse dal quotidiano Le Soir, si nota una busta contenente documenti o forse denaro che riporta il logo della Emirates Red Crescent, una organizzazione umanitaria di volontari che rappresenta la principale agenzia di soccorso e aiuto degli Emirati Arabi Uniti[23].

L’8 gennaio 2019 il Consiglio Nazionale Federale degli Emirati Arabi Uniti (FNC) organizza una expo di tre giorni all’interno del Parlamento Europeo: un evento dal nome evocativo, “Humanitarian aid for stability”, per elogiare una organizzazione con la quale, a detta di Fahad Abdelrahman Bin Sultan (Vice Segretario Generale per gli Aiuti Internazionali presso la Mezzaluna Rossa degli Emirati), gli Emirati Arabi Uniti si sarebbero impegnati per ben 32,01 miliardi di dollari tra il 2013 ed il 2017 in aiuti umanitari ed attività di sviluppo, e di cui hanno beneficiato milioni di persone nel mondo, tra cui 10 milioni di yemeniti[24].

Bin Sultan è anche un uomo politico, ed è a capo di Suqia, che è l’agenzia statale emiratina per l’acqua potabile[25] e per l’uso strategico dell’acqua e dell’elettricità nelle trattative diplomatiche – specie nei paesi dell’area sahariana e del Sahel[26]. L’evento da lui organizzato appare come una vetrina meravigliosa per sfoggiare un volto umano, tollerante e caritatevole degli Emirati, che nascondono così i crimini di guerra commessi nello Yemen o i crimini umanitari commessi quotidianamente entro i loro stessi confini: nemmeno al pubblico presente viene concesso di intervenire o commentare in alcun modo[27].

Presenti all’inaugurazione anche Amal Al Qubaisi, Presidente della FNC (il governo federale emiratino), diversi membri del Parlamento Europeo e diversi ambasciatori. A presiedere l’evento è l’allora Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, il quale esprime grande apprezzamento per le attività della Emirate Red Crescent, definendole “impressionanti”; l’iniziativa della mostra è di Antonio López-Istúriz White, segretario generale del Partito Popolare Europeo ed eurodeputato[28] che presiede il “Gruppo di amicizia parlamentare Emirati Arabi Uniti-Ue”, un think-tank, formato da membri del Parlamento e della Commissione Europea, notoriamente al centro di attività di lobbying.

Secondo quanto riportato da un dossier di 200 pagine presentato da Niccolò Figa-Talamanca[29], anche Panzeri, come Antonio López-Istúriz White, viene pagato dagli Emirati[30]. Quest’ultimo è considerato uno dei più impegnati parlamentari europei dell’estrema destra, ed è legato non solo all’ex primo ministro polacco Donald Tusk, ma anche a diversi gruppi di estrema destra del partito repubblicano americano, come il Republican Study Committee e l’International Republican Institute del senatore John McCain[31].

Le calunnie polacche

L’eurodeputato polacco Jacek Saryusz-Wolski accusa Eva Kaïlí di essere nel libro paga dei russi[32]

La Polonia sta giocando un ruolo importante, in questo scandalo. Un nuovo risvolto: l’eurodeputato polacco Jacek Saryusz-Wolski del partito Diritto e Giustizia, attraverso il canale televisivo Telewizja Republika, lancia pesanti accuse contro l’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Éva Kaïlí: “sarebbe stata sotto sorveglianza dei servizi di intelligence di due Stati membri dell’Unione e della polizia belga, non a causa dei suoi rapporti con il Qatar, ma a causa dei suoi rapporti con la Russia”[33]. Un’accusa infamante che Kaïlí non solo ha smentito, ma cui ha reagito con una denuncia per diffamazione[34].

L’accusa fa molto rumore, anche perché da tempo esistono sospetti su tentativi di ingerenza politica della Russia non solo nei confronti degli Stati Uniti, ma anche della destra dell’Unione Europea[35]. La vicenda si inserisce nel solco dei pessimi rapporti che, in questa fase storica, intercorrono tra Varsavia e Bruxelles. Ma a spalleggiare le dichiarazioni di Saryusz-Wolski c’è anche l’eurodeputato polacco Dominik Tarczyński che, sul canale televisivo TVP Info, parla di legami di Éva Kaïlí con l’oligarca russo-greco Ivan Savvidis; Tarczyński aggiunge “Savvidis è un uomo di Putin, uno dei primi ad essere sanzionato. La sua proprietà è stata sequestrata. È anche un amico della signora Kaïlí”[36]. Un’altra accusa seccamente smentita dalla parlamentare greca.

La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, due giorni dopo l’esplosione dello scandalo, apre la sessione plenaria con queste parole: “Il Parlamento europeo è sotto attacco. La democrazia europea è sotto attacco. Il nostro modo di società aperte, libere e democratiche è sotto attacco […] Questi attori maligni, legati a paesi terzi autocratici, hanno presumibilmente usato come armi ONG, sindacati, individui, assistenti e membri del Parlamento europeo nel tentativo di sottometterci”: una presa di posizione giusta e decisa, ma cui manca un importante dettaglio – non siamo solo attaccati da un nemico esterno, ma abbiamo anche un meccanismo che alimenta la corruzione per inefficienze tutte interne.

Sul Qatargate si gioca una partita tra Qatar ed Emirati, una partita tra destra anti-europeista e fautori del federalismo, un’altra partita tra Bruxelles e Varsavia, e singoli parlamentari regolano alcuni vecchi conti personali. Il risultato è che la credibilità, delle istituzioni europee è al punto più basso della loro storia, e che in senso risolutivo non viene fatto nulla – come ai tempi dell’inchiesta Mani Pulite, che spazzò via una classe politica ma non riuscì nemmeno ad intaccare minimamente il sistema della corruzione. Una cosa è certa: siamo soltanto all’inizio.

 

 

 

[1] https://cirypopulation.de/emirates-red-crescent-hat-mdep-antonio-panzeri-finanziert/
[2] https://www.lecho.be/dossiers/qatargate/qatargate-niccolo-figa-talamanca-libere-par-le-juge/10445090.html
[3] https://www.breakinglatest.news/world/qatargate-panzeri-repents-and-confesses-120-140-thousand-euros-paid-to-tarabella/
[4] https://dohanews.co/eu-corruption-scandal-intensifies-as-primary-defendant-opens-up-in-interview/
[5] https://www.emiratesrc.ae/
[6] L’ONDA LUNGHISSIMA DELLA CORRUZIONE A BRUXELLES | IBI World Italia ; HANNAH NEUMANN, L’ALTRA FACCIA DELLA CORRUZIONE A BRUXELLES | IBI World Italia
[7] https://www.lalibre.be/international/europe/2023/01/31/saisies-chez-pier-antonio-panzeri-une-trace-des-emirats-dans-le-qatargate-A2NGMU7DWNDTFGCM3EQMNA4TJM/
[8] https://www.lastampa.it/esteri/2022/12/15/news/qatargate_da_panzeri_a_eva_kaili_da_giorgi_ai_politici_e_funzionari_di_bruxelles_tutti_i_personaggi_coinvolti_nello_scand-12415094/
[9] https://www.brusselstimes.com/354145/scandal-at-the-european-parliament-panzeri-to-collaborate-with-belgian-authorities
[10] https://www.politico.eu/article/gulf-tensions-qatar-doha-seek-friends-brussels/
[11] https://www.mofa.gov.qa/en/all-mofa-news/details/2017/09/13/qatari-ambassador-inaugurates-activities-of-middle-east-dialogue-center-in-brussels
[12] https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/18/mondiali-2022-mazzette-morti-sul-lavoro-e-minacce-isis-cresce-il-fronte-anti-qatar/1124132/
[13] https://www.brusselstimes.com/339646/qatargate-a-mysterious-ngo-with-former-european-commissioners-in-the-board
[14] https://www.corriere.it/politica/22_dicembre_15/commissione-diritti-droi-arena-ddcea210-7cc6-11ed-840c-2c5260b7208b.shtml?refresh_ce
[15] https://www.ilsole24ore.com/art/qatargate-panzeri-ha-preso-25mila-euro-anche-mauritania-AE9YjgYC
[16] https://al24news.com/fr/le-maroc-implique-dans-le-scandale-de-corruption-au-parlement-europeen/
[17] https://quatschgeschenke.de/this-is-how-emirates-red-crescent-funded-antonio-panzeri/
[18] https://www.brusselstimes.com/343769/qatar-corruption-scandal-stunning-testimony-highlights-sinister-role-of-panzeri
[19] https://cirypopulation.de/emirates-red-crescent-hat-mdep-antonio-panzeri-finanziert/
[20] https://www.gov.pl/web/uae/bilateral-relations
[21] https://www.ansamed.info/ansamed/en/news/nations/europe/2022/12/21/qatar-giorgi-paid-by-doha-through-algerian-media_06756682-b76b-4baf-afff-43acd88e84d5.html
[22] https://frankfurtmagzin.com/exclusive-uae-officially-involved-in-qatargate-paid-for-antonio-panzeri-via-emirates-red-crescent/
[23] https://frankfurtmagzin.com/exclusive-uae-officially-involved-in-qatargate-paid-for-antonio-panzeri-via-emirates-red-crescent/
[24] https://www.bolsamania.com/nota-de-prensa/mercados/el-presidente-del-parlamento-europeo-pide-que-se-refuerce-la-cooperacion-con-los-emiratos-arabes-unidos-en-el-trabajo-humanitario-y-de-ayudauae-humanitarian-exhibition-at-the-european-parliament-in-brussels-belgium-photo-aetoswireuae-humanitarian-exhibition-at-the-european-parliament-in-brussels-belgium-photo-aetoswire–3938223.html
[25] https://www.zawya.com/en/press-release/suqia-board-approves-projects-and-discusses-2nd-round-of-mohammed-bin-rashid-global-water-award-senpay16 ; https://www.wam.ae/en/details/1395303118885
[26] https://www.slembassyuae.com/
[27] https://www.fabworldtoday.com/is-emirati-access-to-the-european-parliament-the-result-of-intense-lobbying/
[28] https://www.businesswire.com/news/home/20190110005325/es/
[29] https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/inchiesta-qatar-soldi-panzeri-kaili-belgio_58629372-202202k.shtml
[30] https://frankfurtmagzin.com/exclusive-uae-officially-involved-in-qatargate-paid-for-antonio-panzeri-via-emirates-red-crescent/
[31] https://de.wikibrief.org/wiki/Antonio_L%C3%B3pez-Ist%C3%BAriz_White
[32] https://dorzeczy.pl/kraj/23465/jacek-saryusz-wolski-kandydatem-na-szefa-rady-europejskiej.html
[33] https://www.affaritaliani.it/politica/qatar-gate-un-eurodeputato-accusa-kaili-spiata-per-i-legami-con-i-russi-836691.html
[34] https://www.euronews.com/my-europe/2022/12/21/eva-kaili-lawyer-claims-her-innocence-in-qatargate-corruption-scandal
[35] https://poland.postsen.com/world/199928/Eva-Kaili-was-under-the-surveillance-of-the-intelligence-services-of-two-EU-countries-She-fell-in-connection-with-%E2%80%A6-contacts-with-Russia.html
[36] https://niezalezna.pl/473452-nitka-z-pe-bedzie-rozchodzic-sie-w-rozne-strony-rzecznik-rzadu-od-lat-mowi-sie-o-tym-co-dzieje-sie-w-komisji-europejskiej

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