20 febbraio 2020

:
20 Febbraio 2023

Le facce coperte

da scafandri

palombari di notte

salivano veloci

al primo piano

tute bianche

guanti soprascarpe

la barella l’ossigeno

in strada l’ambulanza

con luci intermittenti

aspettava

 

chiedevano

dove fosse la stanza

quanti anni

avesse il malato

i sintomi la febbre

il rantolo la tosse

auscultavano

palpavano

rincuoravano

il paziente

da portare

non si sa

in quale ospedale

strapieni reparti

terapie

intensive

 

via di corsa

altre urgenze

nel frattempo

i parenti

disinfettino

lenzuola pavimenti

arieggino i locali

non escano di casa

niente baci carezze

evitare starnuti

gira un virus

sconosciuto fetente

pare arrivi

da oriente

 

contagio di sirene

assordanti nel buio

trapananti il silenzio

la città

appannata sospesa

nel fosco di un sogno

ossessivo temuto

scostando le tende

spiando di fuori

un’ombra gigantesca

misteriosa

camminava nei viali

sorvolava i palazzi

i piedi nelle fogne

la testa tra le nebbie

con il fiato ammorbato

soffocava

uccideva.

 

 

 

 

 

 

TAG:
CAT: Letteratura

Un commento

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  1. dino-villatico 1 anno fa

    Ma che bella! C’è tutta l’angoscia di quei mesi.

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