Anna Politkovskaja Reporter per amore

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13 Maggio 2022

Il 7 ottobre del 2006 (giorno del compleanno di Putin), a Mosca, nell’ascensore di casa sua, veniva assassinata con tre colpi di pistola, la giornalista della Novaja Gazeta Anna Politkovskaja.
Al potere non piacevano i suoi articoli sulla guerra in Cecenia, al potere non piaceva che la verità fosse svelata.
Al potere, Anna dava fastidio perché era libera e soprattutto raccontava le atrocità perpetrate nei confronti del popolo ceceno, lei stessa subì torture e conobbe “la fossa”, un buco nel quale rimase richiusa per giorni. Il fatto di averla provata, la considerò una specie di “fortuna” che le permetteva di dare una testimonianza di prima mano su quella pena disumana.
Esattamente, come in questi giorni, a quello stesso potere, da fastidio il concetto di democrazia (il prerequisito della libertà).

Alla storia di questa martire, non credo che sia esagerato definirla così, Lucia Tilde Ingrosso ha dedicato il suo ultimo libro. La sua morte fece intuire al mondo di cosa era capace l’ex tenente colonello del KGB, oggi invece lo abbiamo capito e lo possiamo vedere su tutti gli schermi.

Il libro procede su due linee,che, non essendo però parallele si incrociano in alcuni punti: una è quella cronicistica e storica fatta di ricostruzioni puntigliose di quelli che erano la vita, le idee e gli scritti di Anna; l’altra è quella della narrativa di fantasia.
Il mix, va detto, è perfetto, come il Martini cocktail di James Bond: Mescolare non agitare.
In questo modo il lettore è messo a suo agio e può meglio apprezzare il lavoro della redattrice della Novaja Gazeta.
L’autrice immagina il sentimento (forse l’innamoramento) di un selezionatore del personale mantovano e la giornalista (con cui si era incrociato qualche tempo prima a Parigi) durante presentazione del libro di Anna, La Russia di Putin, al Festival Letteratura della città dei Gonzaga.
Questo artificio permette di assistere a tutta l’evoluzione reale della carriera di Anna, dall’università sino alla brutta fine.
Essendo un romanzo, la storia d’amore agisce sottotraccia, per capire come procede è, però necessario leggere il libro.

Ingrosso aveva già affrontato questo personaggio in un altro suo volume e questo l’ha senz’altro aiutata ad affrontare una donna così piena di principi (tanto che qualcuno potrebbe pensare a una fanatica, mentre lei si sentiva un’aliena in mezzo a gente che non capiva) con una piena maturità.
Il romanzo scorre via veloce, con la sorpresa nel finale – che in questo caso si può rivelare – di poter leggere testualmente le testimonianze integrali di chi ha conosciuto Anna o che ha affrontato il suo caso, a dimostrazione del grande lavoro di ricerca sulle fonti primarie fatto dall’autrice. Possiamo, così, sentire le voci di una giornalista molto amica di Anna, Nadezda Azhgikhinina, di Nicola Nobili l’interprete che era sul palco del festival insieme ad Anna per arrivare a Roberto Saviano che smaschera il meccanismo con cui, prima di essere uccisa, il regime cercò di delegittimarla.

Libertà, uguaglianza, democrazia, i valori su cui si è fondato l’occidente sin dall’illuminismo sono ancora oggi alla base della convivenza tra le persone e tra i popoli; Anna provava a spiegarlo, non tutti sembrano, però, averlo ancora capito.

Comunque si è capito, no? il libro vale la pena di essere letto.

Lucia Tilde Ingrosso
Anna Politkovskaja Reporter per amore
Morellini editore
172 pagg.
€ 17,90

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CAT: Letteratura

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