Il pranzo di Pasqua

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12 Aprile 2021

 

Campo S.Margherita, Venezia. Cerco una panchina libera e mi piazzo lì con il bicchierino di carta del caffè appena preso al bar.
Bevuto il caffè, apro un libro e mi accingo a leggerlo. C’è un po’ di vento, ma al sole si sta bene.
Non riesco, però, a concentrarmi sulla lettura: a pochi passi dalla mia panchina una donna sta urlando al cellulare come se dovesse farsi sentire all’estremità opposta del Campo.
“Non credere che non sia rispettosa di lui e della sua nuova compagna”, dice, “Abbiamo preso strade diverse, ormai da un pezzo, purtroppo, ma resteremo sempre i genitori di un bambino che ha diritto di averci al suo fianco il più possibile. Ed è di lui e del suo bene che, soprattutto, cerco di farmi carico. Insomma, per farla breve, lui, a Pasqua mi ha chiesto se poteva portare con sè il bambino, gli ho scritto che avrei voluto esserci anch’io e che mi sarebbe piaciuto preparare il pranzo a casa per tutti e quattro: lui, la sua compagna, io e il bambino. Mi ha risposto: gnanca morto! No ti me credi? Te mando el screenshot del messaggio!”
La conversazione va ancora avanti per dieci minuti buoni. Sempre al massimo dei decibel. Ma la signora si è un po’ allontanata dalla mia postazione. Sento solo di tanto in tanto (forse alza senza accorgersene il tono della voce quando arriva a quel passaggio) l’espressione “el screenshot del messaggio”.
Cronache di whatsapp…

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CAT: Letteratura

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