In coda per il vaccino

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22 Aprile 2021

Stiamo tutti in attesa, all’ingresso dell’hub vaccinale di Marghera.
I volontari della protezione civile ci stanno filtrando all’ingresso.
Nel mio documento di convocazione c’è una precisa indicazione di orario: 17:43.
Sono arrivato in anticipo e quindi devo aspettare il mio turno.
Accanto a me una coppia di anziani.
Lui ha i capelli bianchi e indossa vestiti costosi, anche se casual: scarpe Tods, soprabito bianco tipo impermeabile, pantaloni di velluto e maglioncino di cashemire azzurro.
Continua ad agitarsi. Chiede alla moglie: “Quand’è che tocca a te?”.
Lei gli risponde con tono paziente: “Alle 17 e 20”.
Poi sussurra ad una coetanea che sta al suo fianco: “Tra due minuti me lo domanda di nuovo”.
Infatti, poco dopo l’uomo ripete la domanda alla moglie, che le risponde come prima, con pazienza.
“Vede mio marito?- sussurra alla vicina- ha 93 anni e non sa cosa sia un ospedale. Ha solo un po’ di Alzheimer, ma per il resto sta benissimo”.
Sì, però non la molla un attimo”, risponde l’altra signora, “vedo che la accompagna sempre.”
“Vero. Lui il vaccino lo ha già fatto a febbraio. Oggi gli ho detto: ‘Non serve che mi accompagni, prendo un taxi e vado da sola’. Niente da fare, ha voluto accompagnarmi. Neanche a casa mi molla un attimo. Anche quando sono in bagno non fa altro che chiamarmi”
Quando arriva il suo turno per entrare nell’hub vaccinale, la donna si rivolge al marito e gli dice: “Pino, arrivo subito” .
Poi si gira verso di noi e, inclinando la testa in direzione del marito, ci fa : “Dategli un’occhiata”.

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CAT: Letteratura

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