Le telecomunicazioni degli altri
Il capo delegazione si girò verso di noi, fissandoci negli occhi.
“Stiamo entrando nella sede della Direzione Generale della prima Azienda di Telecomunicazioni del mondo”.
Mi girai subito verso il collega romano con il quale spesso scambiavo qualche battuta.
Fece un’occhiata ironica, poi sussurrò : “Me’ coioni !!“.
Ero a New York, in viaggio di studio, insieme con un’altra decina di dirigenti di varie aziende italiane.
E quella era la visita clou del programma: la visita all’ATT.
Un funzionario dell’Ufficio Relazioni Pubbliche ci prese in consegna all’ingresso e ci guidò verso l’ascensore.
Era molto grande. Oltre a noi presero posto nella cabina una ventina di altre persone.
Mi colpì subito un signore con i baffi vestito da donna, con gonna a fiori e cappellino di paglia.
Serissimo, come se fosse lì al lavoro (non mi spiegai quell’apparizione per anni, poi un giorno, vedendo un servizio su Hallowen, capii: eravamo capitati lì proprio in quella giornata).
Fatti pochi piani, l’ascensore si bloccò.
Il nostro accompagnatore si avvicinò subito al telefono per chiamare l’Assistenza tecnica. Niente da fare. Ricevette in risposta solo risa di scherno (anche questo lo capii dopo: i colleghi evidentemente pensavano ad uno scherzo di Hallowen).
Avete mai trascorso 25 minuti in ascensore insieme con una trentina di persone? Beh, a me è successo quella volta lì.
E sapete che succede? Se nessuno perde la testa o ha una crisi di claustrofobia, siete fortunati ( ed io in quella circostanza lo fui).
Ma non potrete evitare che dopo un po’ diventi intenso …il sentore di umanità.
Poco alla volta, gli odori si percepiscono tutti: da quelli dei profumi, dei deodoranti e dei dopobarba agli altri, sicuramente meno gradevoli.
Per tutto il tempo, inoltre avevo sotto gli occhi il faccione dell’impiegato con i baffi vestito da zingara.
Aveva esagerato con il rimmel.
Aveva uno sbaffo enorme di sudore e rimmel sulla guancia destra e aveva perso completamente la gaiezza con la quale entrando in ascensore aveva apostrofato il nostro accompagnatore.
Mi ricordava Lou Jacobi nel film “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere” ( in cui recita la parte di un personaggio che di nascosto ama vestirsi da donna).
Finalmente, dopo reiterate insistenze, quelli dell’Assistenza Tecnica si decisero ad intervenire ed uscimmo di lì.
Uscendo dalla cabina, un compagno di viaggio napoletano mi sussurrò: “Chi sfaccima r’Azienda ! La nostra magari è l’ultima al mondo, ma pure nella sede di Napoli ci avrebbero tirato fuori 20 minuti prima!”
Non lo so se il tempo che ci mettono a tirarti fuori da un ascensore guasto sia un indicatore dell’efficienza di un’azienda.
Il fatto è che tutte le volte che mi capita di sentir parlare della superiorità organizzativa degli americani, non riesco ad impedirmi di pensare a quel giorno di circa 20 anni fa.
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