Pablito

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14 Ottobre 2017

Gli capita tra le mani una  scatola da scarpe zeppa fin quasi all’orlo di vecchie fotografie.
Non tocca quella scatola da anni.

Il se stesso che gli viene incontro da quelle foto lo irrita profondamente.
Per gli errori commessi, per le ingenuità pensate e dette, per lo spreco, in direzioni sbagliate, dell’enorme energia di allora.
Scartabella a lungo nella scatola, fino a quando non ne viene fuori la foto che cercava.

E’ una vecchia foto in bianco e nero, scattata da un amico con la passione per la fotografia.
Lui ed Anna sono nel cortile di un’osteria, seduti sotto una pergola, insieme con quattro amici,
E’ il giugno del 1982, l’anno in cui l’Italia ha vinto i mondiali di calcio in Spagna.

Nella foto lui ha davanti  la Gazzetta dello Sport.
Sulla prima pagina, che la fotografia inquadra distintamente, c’è scritto, a caratteri cubitali: “ROSSI, ROSSI, ROSSI”.
E’ il giorno successivo a quello dell’incontro con il Brasile.

Il centravanti della Nazionale, tornato a giocare dopo un anno di squalifica, ha giocato maluccio le prime partite del mondiale, ma l’allenatore ha deciso di “aspettarlo”, continuando a farlo giocare titolare.

La partita con il Brasile è decisiva, a loro basta pareggiare per passare ai quarti, noi dobbiamo vincere oppure torniamo a casa.

Rossi segna, il Brasile rimonta, Rossi segna ancora, il Brasile nuovamente agguanta il pareggio.
A questo punto qualsiasi squadra al mondo si trovasse nella situazione del Brasile metterebbe tutti in difesa cercando di far trascorrere gli ultimi minuti per tenersi stretto il pareggio.
Il Brasile però non è una squadra qualsiasi.
Si ritengono i primi del mondo e probabilmente lo sono.
Vogliono vincere per dimostrarlo, come hanno fatto in tutte le partite precedenti.

Ma Pablito quel giorno è in stato di grazia, tutto gli riesce alla perfezione, è la giornata della sua resurrezione, quella che continuerà a ricordare finché campa come la sua grande giornata. Poi nelle interviste dirà che quella giornata è stata meno importante di quelle in cui sono nati i suoi figli o ha sposato sua moglie, ma siamo autorizzati a non credergli.
Quando il vecchio Pablito si sente depresso pensa a quel giorno che fece a pezzi il Brasile, gettando nello sconforto cento milioni di persone.

Tutte queste cose, mentre l’amico scatta la foto, lui le sta dicendo ad Anna, tutto eccitato e felice per la partita del giorno prima, seduto al tavolo di quell’osteria.
Nella foto lui sta a capo tavola, Anna è alla sua destra e accanto a lei  ci sono due sue compagne di facoltà.
Alla sua sinistra ci sono Giorgio e Stefano,  amici di vecchia data.
Qualcuno dei presenti sicuramente ha detto qualcosa di molto divertente, perché ridono tutti.

Tutti meno due: la “sua”Anna e Stefano.
La singolarità della foto è proprio questa: quattro persone che ridono a crepapelle e due che rimangono seri.
Fissandosi negli occhi.
Vedendo la foto la prima volta, qualche giorno dopo quella cena, non si era accorto di nulla.
Gli era sembrata una bella foto e basta. Qualche mese dopo, riprendendola in mano, si era dato dell’imbecille.
Tutto era accaduto sotto i suoi occhi senza che lui si accorgesse di nulla.

 

TAG: Pablito, paolo rossi
CAT: Letteratura

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