Quando senti la parola “compagno” per la prima volta e lo devi a tuo padre


Chiara Perrucci
Pubblicato - 21/Gen/2023
La pandemia è ancora lì.
Cuneo divisorio, diaframma, separatezza.
Cosa resta: lo sguardo.
Come se ti parlassi, sfiorassi, blandissi.
Perché la parola infetta.
E osservo una tua foto, o una cosa che hai toccato, un mio vestito ,la cravatta, la boccetta del profumo che tanto ti piaceva sentire chiudendo gli occhi: solo così sei accanto a me.
Siamo anime fuggevoli in una pianura con un cielo terso; due fili d’erba che anelano intrecciarsi; li muoverà solo il vento.
Ma è smozzicato amore.
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