Soccorso invernale

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6 Febbraio 2020

La prima volta avvenne per caso. C’era un ragazzino che abitava vicino a noi che ci disse che andava al cinema nel pomeriggio, così, mio fratello, mia sorella ed io chiedemmo se potevamo andarci anche noi.
Era la fine degli anni 50 e il cinema era il Patronato del Santo, a due passi dalla chiesa di San Benedetto, a Padova, dove abitavo allora: una sala parrocchiale molto frequentata e molto economica.
Il biglietto costava 100 lire, alle quali, d’inverno, si aggiungeva un contributo per i poveri che veniva chiamato “soccorso invernale” di altre 5 lire.
Prezzo modico, ma ricordo che c’era un altro cinema lì vicino, il cinema Olimpia, dove si pagava ancora di meno, 70 lire, per non parlare del cinema Vittoria, malfamatissimo, che stava a due passi dal duomo e il cui biglietto costava ancora meno.
Ma sia l’Olimpia sia il Vittoria erano sale alle quali i nostri genitori non ci avrebbero mandato, da soli, per nulla al mondo.
Per il Patronato del Santo, invece, non fecero obiezioni.
Il film era “I tre moschettieri”.
Scelta tipica per il Patronato del Santo: in genere davano film di cappa e spada, western, peplum, oppure roba tipo “I cavalieri della tavola rotonda”, “Piccole donne”, ecc.
Tutti film “adatti” ai bambini.
Come se ne facevano continuamente allora: il racconto era schematico e l’approfondimento dei personaggi era quello delle favole, cioè  superficiale, ma in grado di mettere subito in perfetta evidenza il buono e il simpatico, il cattivo e l’antipatico. Film che, allora, piacevano moltissimo anche ai grandi.
Ritornammo a casa entusiasti.
E incominciammo subito una trattativa per ottenere il permesso di tornare al Patronato Del Santo la domenica successiva.
Prima del film ci avevano mostrato il trailer di quello che avrebbero dato la domenica successiva e sentivamo già che non potevamo assolutamente perderlo!
I nostri genitori risposero: “Poi vediamo..”.
Ma poi accadde che il cinema della domenica pomeriggio divenne un rito.
Un tutt’uno con il rito del pranzo domenicale.
Imbottiti di lasagne, pollo al forno con patate e pastarelle, verso le 2 del pomeriggio ci muovevamo da casa per raggiungere il Patronato del Santo.
Andando verso il cinema, ci capitava di passare davanti ad un portone a fianco del quale c’era uno di quei campanelli a tirante con anello esterno.

La tentazione era irresistibile : ogni volta che, intorno alle 14:25, passavamo davanti a quel portone ci aggrappavamo all’anello e lo tiravamo con forza, dandoci poi alla fuga.
Tutte le domeniche, nessuna esclusa.
Un altro dei riti domenicali.

Quella sala parrocchiale non esiste più, come quasi tutte quelle di allora.
E non esiste più quel tipo di film. In cui dominavano la scena attori/stoccafisso come Robert Taylor – colui che qualcuno ha definito “l’attore più inespressivo del mondo”: capace di fissare con la stessa intensità la donna amata, una spada, un cavallo, un paesaggio.

E non esiste più il soccorso invernale.

 

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CAT: Letteratura

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