Una scelta fortunata

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26 Giugno 2021

Nel romanzo “La coscienza di Zeno”, il protagonista, innamorato di Ada Malfenti, si dichiara a lei con grande goffaggine durante un ricevimento.
Respinto, quella sera stessa, fa la una proposta di matrimonio ad Alberta, sorella di Ada, giovanissima studentessa delle superiori, ricevendo ancora una volta un rifiuto.
Pochi istanti dopo, imbattendosi in un corridoio in Augusta, la maggiore e la meno avvenente delle sorelle, viene finalmente accettato.
Pur consapevole di essere la terza scelta, come l’ineffabile Zeno si affretta a confessarle, Augusta prende in mano la situazione e dice: ”Voi, Zeno, avete bisogno di una donna che voglia vivere con voi e che vi assista. Io voglio essere quella donna”.
E con questa frase, più adatta ad una badante che espone le sue credenziali che a una donna innamorata, si chiude la ricerca di una sposa per Zeno.
Perché si sceglie una donna piuttosto che un’altra?
Svevo dà una risposta sgangherata e brutale, all’apparenza. Per esclusione, sembra dire.
Oppure perché, e sembra ancora più brutale, c’è sempre un uomo indeciso a tutto e una donna decisa a prenderselo.
Ma ci dimentichiamo la psicanalisi e il potere dell’inconscio (non li dimentica certo, invece, Svevo, che fu uno dei primi cultori di Freud).
Nulla accade per caso, dice Freud: anche ciò che appare frutto di un lapsus, di un allentamento emotivo delle nostre difese, è in realtà fortemente voluto.
Se si legge il romanzo fino alla fine si scopre, infatti, che quel matrimonio, apparentemente frutto del caso, si rivela una scelta felice proprio perché, Zeno sia pure a livello inconscio, vede in Augusta l’unica donna con la quale potrà essere felice.
La sua annunciata e promessa volontà/capacità di accudimento sono la risposta alla mai sopita ricerca di una donna pronta a fornirgli dolcezza, affetto e attenzioni, cioè, in pratica, di una sostituta della madre che la rappresenti e la reincarni.
Zeno sposa Augusta, pur non amandola. Anzi, il giorno delle nozze arriva in clamoroso ritardo proprio perché sino all’ultimo si é baloccato con l’idea di mandare a monte il matrimonio.
Ma poi, quasi subito, fa una scoperta che lo stupisce:

Io amavo Augusta com’essa amava me. Dapprima diffidente, godevo intanto di una giornata e m’aspettavo che la seguente fosse tutt’altra cosa. Ma una seguiva e somigliava all’altra, luminosa, tutta gentilezza di Augusta ed anche — ciò ch’era la sorpresa — mia. Ogni mattina ritrovavo in lei lo stesso commosso affetto e in me la stessa riconoscenza che, se non era amore, vi somigliava molto (…). E vedendomi stupito, Augusta mi diceva: “Ma perché ti sorprendi? Non sapevi che il matrimonio è fatto così? Lo sapevo pur io che sono tanto più ignorante di te!”

 

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CAT: Letteratura

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