Vicini di calle

:
27 Luglio 2022

Adesso mi guardano tutti.
Inorriditi. Una bambina nasconde il viso dentro la giacca del padre. Qualcuno urla.
Eppure il pomeriggio era cominciato così bene…
Dalla mia finestra ho visto Anselmo uscire di casa per avviarsi al circolo come fa sempre.
Ginevra si è affacciata subito dopo.
Avessi avuto un braccio lungo due metri avrei potuto toccarla.
Tutto era cominciato così, per quella estrema vicinanza tra le nostre due piccole terrazze: due persone che abitano nella stessa calle e che cominciano a salutarsi, a sorridersi, a parlare tra loro.
Ginevra sta con Anselmo da 15 anni. Lui ha vent’anni più di lei ed è molto simpatico.
Mi sento sempre in colpa quando lo incrocio al caffè o al supermercato.
Ha sempre la battuta pronta e qualcosa da dire.
Ti vede comprare il pesce? Ha una ricetta .
Ti vede leggere un giornale sportivo? Ha la sua idea sulla partita e muore dalla voglia di esternarla.
Mai a corto di argomenti.
Faccio spesso dei grandi giri per evitarlo. Tutte le volte che ci parliamo, non posso fare a meno di pensare che almeno un paio di volte alla settimana faccio l’amore con Ginevra.
E un po’ mi dispiace.
Non fare l’amore con Ginevra, naturalmente.
Provo disagio all’idea di fargliela sotto il naso.
Chissà che faccia farebbe se lo sapesse…E’ un brav’uomo.
Il fatto è che non so resistere. Quando, uscito Anselmo, Ginevra si affaccia al terrazzo e guarda verso di me, afferro le chiavi, scendo in fretta le scale, attraverso la calle e salgo da lei.
Oggi proprio non ci volevo andare.
Avevo deciso di finire il capitolo.
E a dire il vero avevo deciso di farla finita anche con lei.
Troppo stress per una relazione priva di sbocchi apprezzabili.
Ma poi, quando dall’altra parte della calle lei mi ha sorriso in quel suo modo quasi impercettibile, eppure così invitante e allusivo, non ho resistito.
E tutto sarebbe andato come al solito se Anselmo non fosse rientrato con mezz’ora di anticipo sul suo solito orario.
Per fortuna mi ero già rivestito. Ho fatto a mala pena in tempo ad infilarmi nel bagno adiacente alla camera da letto.
“E adesso come faccio?” ho pensato.
Mi sono affacciato alla finestra e ho tirato un sospiro di sollievo: c’era una via di fuga!
Dopo pochi secondi stavo sul cornicione del palazzo. Ancora un metro e sarei arrivato alla finestra successiva, quella del pianerottolo delle scale.
Peccato che quel cornicione fosse così vecchio…così terribilmente vecchio.
E adesso sono qui con tutte queste persone che mi guardano inorridite.
Ma sono anche qui in cucina con Ginevra ed Anselmo.
Leggero come non sono mai stato.
Non capisco perché, ma loro non mi vedono, anche se sono lì, a pochi centimetri da me.
“Se ne è andato?” chiede lui.
“No, è nascosto in bagno”, risponde lei.
“Oh no! E adesso come faccio? Sono rientrato prima proprio perché me la stavo facendo sotto”
“Non ti preoccupare. Adesso esci, facendo in modo di sbattere la porta, scendi un attimo in calle, io lo faccio uscire, poi torni su”
“Bene. Ma cos’è tutto questo frastuono qui sotto?”

TAG:
CAT: Letteratura

Nessun commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

CARICAMENTO...