Quelli che si arrovellano sui decimali di PIL
La situazione del settore elettrico viene fotografata da Terna in un rapporto mensile.
Il rapporto di novembre, appena pubblicato, conferma un calo di più del 3% su base annua e che importiamo quasi un quinto dell’energia che consumiamo.
Uno degli indicatori più attendibili dello stato economico di una nazione è il consumo di energia elettrica e di fronte a un dato così chiaro, le discussioni sui decimali di PIL sono del tutto inutili.
I dati storici mostrano che abbiamo voluto incentivare le energie rinnovabili e abbiamo ucciso il settore termoelettrico.
Con il risultato che i consumatori pagano uno sproposito sia le rinnovabili che le centrali ferme.
Non solo importiamo gas e petrolio, ai quali si fa riferimento quando si parla di bolletta energetica nazionale, ma anche una notevole quantità di energia elettrica, che i paesi vicini producono ad un prezzo minore del nostro. (ndr. le note in calce di pag. 5 del rapporto di Terna traggono in evidente inganno)
E va ancora bene, perché se consentissimo il prezzi negativi dell’energia,libera di fluttuare in tutta Europa, ne importeremmo ancora di più o se riuscissimo a mandare in Germania, quella prodotta in Puglia con il sole, potremmo migliorare i conti.
http://edoardobeltrame.com/2014/09/20/gli-ingordi-e-il-prezzo-negativo-dellenergia-elettrica/
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