La Caporetto della Informazione Italiana in Libia
Non per spocchia ma per stile di vita negli anni sono passato dalla mazzetta dei quotidiani ad una lettura distratta e infrequente, compensata dalla serale ricerca di notizie e commenti rilanciati dai social network. Capita a me, sarà capitato a tanti altri. Ma c’è un limite, non si può tacere sul basso livello della stampa nazionale sugli accadimenti libici, sia nella cronaca che spesso nei commenti, perché un conto sono le “notizie dal mondo” e un conto quelle che determinano la percezione della nostra sicurezza individuale, della difesa delle nostre libertà e della affermazione dell’interesse nazionale. Ieri mattina, fermo in autogrill, sfoglio un quotidiano nazionale e tra i titoli trovo la notizia di un attacco egiziano a Derna con conseguenti 155 morti e una cinquantina di terroristi catturati. La cosa suona stonata perché priva di senso politico più che militare. Non avendo tempo rinvio l’approfondimento alla sera quando scopro, grazie ad un educato (troppo) articolo de “Il Post” che i tre grandi (si fa per dire) quotidiani nazionali avevano rilanciato la medesima “bufala” riprendendo, pare, un lancio di nota agenzia nazionale.
Ora, io capisco che hanno abrogato la leva e che probabilmente nelle austere stanze di quei quotidiani ci si divide tra attempati del servizio civile e imberbi privi di naja ma uno scontro con simili numeri tra vittime e prigionieri non è cosa da aeronautica (dove li prendi i prigionieri?) o da forze speciali (dove li metti i prigionieri quando torni indietro sugli elicotteri?) ma risultano compatibili solo con sanguinosi scontri a livello di brigata o addirittura divisionali. Si parla di guerre tutti i giorni in tutte le pagine, si parla di stragi quando passiamo la decina di vittime: con un bilancio del genere doveva scattare una domanda non militare ma assolutamente politica (e quindi adatta alle redazioni di riformati, serviziocivilisti e mancati najoni). E la domanda è: ma l’Egitto ha invaso la Libia?
L’Italia, per motivi meno gravi rispetto a quanto accaduto ai 21 egiziani copti, nel passato dopo i missili a Lampedusa arrivò realmente a qualche minuto da una retaliation aerea contro la Libia. Ci sta che in una situazione di guerra, praticata ma non dichiarata, l’Egitto ordini una incursione aerea, anche estesa. Ma truppe di terra adeguate ad una operazione di quelle dimensioni verso una città comporterebbe una aperta violazione dei confini, una occupazione di territori di un paese vicino, insomma una di quelle cose che creano grattacapi anche a Putin costretto a far togliere insegne e mostrine ai suoi soldati inviati in Ucraina: e cioè si tratterebbe di una Invasione.
Tra la contabilità macabra delle vittime e una invasione la notizia è, mi spiace, l’invasione e questo avrebbero dovuto scrivere i giornali.
Solo che non c’è stata né invasione né scontro e nemmeno vittime. Non c’è stato nulla, nemmeno un controllo delle fonti, chessó, su Twitter se proprio non si vogliono mandare inviati di guerra.
Ora: una opinione pubblica che fino a una settimana fa non si ricordava bene nemmeno la differenza tra Tripoli e Bengasi, che ha sorriso con un sospiro al nome di Tobruk, che era convita che Marsa Matru fosse un villaggio Valtur sul mar Rosso e che si è trovata catapultata sull’orlo di una guerra contro l’IS dalle dichiarazioni di un paio di ministri; che ha visto magari con sollievo una retromarcia del premier; che guarda preoccupata e incazzata i barconi che arrivano; una opinione pubblica di qualche centinaio di migliaio di italiani che ancora compra la carta deve esigere che l’informazione non precipiti a questi livelli, perché la politica estera non è il dilaniarsi di Fitto e Brunetta, con tutto il rispetto, ma una cosa seria, brutale e raffinata.
Ma forse anche in questo l’italiano che sa quanto sia inutile essere governato potrebbe in simil modo accettare quanto sia inutile essere informato. E allora vale la pena di sogghignare davanti a uno spritz, e non indignarsi come si dovrebbe, di fronte a un lancio del 12 Novembre della medesima agenzia che annunciava:
“IL CAIRO, 12 NOV – L’aviazione civile sta compiendo raid aerei sulle basi di Ansar al Sharia a Derna, città dell’est della Libia che ha giurato fedeltà allo Stato islamico. Lo riferiscono fonti militari libiche”.
Rileggasi, please: Aviazione Civile che effettua un bombardamento! Mah, forse perché quella militare era impegnata a scegliere le uniformi delle Hostess. O perché il direttore dell’agenzia era impegnato in qualche vernissage sulle terrazze romane.
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