Scanzi: la starlette si vaccina come badante (Pamphlet N.3 in tono minore)

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22 Marzo 2021

“Mi sono vaccinato come panchinaro del vaccino”, ha tenuto a precisare sui social. E, lo ha fatto, scrive, come “caregiver familiare, avendo due genitori nella categoria fragili”. Ma, diversi quotidiani toscani, tra cui “Il Tirreno”, riportano che la lista alla quale si sarebbe iscritto Andrea Scanzi non è stata ancora trovata. Pertanto, pare che la Asl di Arezzo abbia aperto un fascicolo per capire se il giornalista ganzo dei salotti tv avesse i requisiti per essere legittimamente vaccinato. Per la suddetta testata, infatti, Scanzi non risulterebbe negli “elenchi regionali” come caregiver e badante dei genitori. Si aggiunga che i dirigenti della Asl, interpellati dallo stesso quotidiano, hanno chiarito che le liste dei “panchinari” sono state aperte solo il 20 marzo, cioè a vaccinazione avvenuta, e che non sarebbe stato possibile farne parte se non dopo la sua attivazione sulla piattaforma.

Detto questo – dicono orribilmente quelli che discutono in televisione – si passa alla filosofia moraleggiante, evitando moralismi di sorta. Vado, dunque, a trattare il soggetto in argomento con la dovuta ottemperanza che si deve a un personaggio del giornalismo nazionale. Va da  da sé che egli sia uno degli interpreti più genuini di una comunicazione che, prendendo a pretesto delle vicende che bisognerebbe saper raccontare, esaminare e interpretare, si crogiola con una dialettica ricorrente e ordinaria su un ego ipertrofico. Sin qui, niente che possa meravigliare. Tutti sanno e possono constatare come i giornalisti del cosiddetto star system, dove i quotidiani e i partiti principali piazzano i loro uomini, dimostrino come prerogativa comune e principale la totale assenza di comportamenti di virile serietà. Pertanto, egocentrici, ma non decisi e sicuri di sé; sbrigativamente vanitosi, ma non fieri delle proprie capacità; fintamente coraggiosi, ma non leali e ardimentosi. Da questo campionario di atteggiamenti “televisivi”, adottati sia davanti a una telecamera che nella vita quotidiana, i nostri eroi non possono che produrre una dialettica sfibrata e discordante. E, Andrea Scanzi è certamente uno dei fenomeni di questa tipologia mediatica. Egli è uno dei più illustri e riconoscibili “bavard” di un giornalismo che se ne guarda bene dal porre al centro dell’attenzione le domande giuste, gli argomenti adeguati, i bisogni essenziali. Come altri, e probabilmente anche più di altri, la nostra piccola star preferisce il “pour parler”, che assicura guadagni e successo senza urtare il sistema grazie al quale si può finalmente contare qualcosa.

Eppure, mi ricordo di questo fine e neovaccinato dicitore nei panni del negazionista assaltatore. Eh, sì, si comportò da bischero, credendosi naturalmente ganzo, pubblicando, giusto l’anno scorso, un video dove tra spropositi e insensatezze bollò il principio della pandemia, ancora  in corso, come un banalissimo raffreddore. Un video che, ovviamente, egli ha provveduto a cancellare, ma che tutti i suoi follower avranno visto. Ma tu guarda, oggi il “badante” bada premurosamente a vaccinarsi per evitare di prendersi una malattia che ha negato con tanto ardore e convincimento! D’accordo, a tutti è dato ricredersi. Anzi, è intelligente chi cambia idea, come, appunto, Scanzi! Ma, in coscienza, da una verifica del grado etico e culturale dei negazionisti ed ex negazionisti ci si accorge come la loro posizione rispetto alla diffusione del virus segua una determinata linea di coerenza. Non vi è alcun dubbio, infine, sul fatto che il virus (la parte malvagia e distruttrice) non abbia pregiudizi di sorta, intento com’è a seguire una linea assolutamente democratica, egualitaria e non discriminante.
Di contro, pare che il vaccino (la parte sana e riparatrice) sia veicolo di abuso, ruberie e classismo. Fatta eccezione per il personale sanitario e scolastico, procedere alla sua distribuzione per categorie sociali è una scelta perfettamente corrispondente al valore delle nostre classi dominanti. Apprendere che tra la categoria dei giornalisti italiani, ci sia chi riesce a godere di un privilegio inerente all’urgenza sanitaria in ambito pandemico è, per un oggettivo senso etico, tra le cose più oscene e riprovevoli di questa emergenza sociale.

 

TAG: Andrea Scanzi, giornalisti italiani, Il Tirreno, pandemia
CAT: Media

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