La trovata di Checco Zalone e la favola delle api di Mandeville

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2 Ottobre 2016

La trovata di Checco Zalone nella sua recente campagna #eiochiamolaricerca a sostegno della lotta contro la SMA (non so che cos’è in realtà, immagino che deve essere una malattia molto brutta) è quella di puntare non sulla benevolenza e sull’altruismo ma sul fastidio dell’altro e sul proprio egoismo. Lui vuole continuare a parcheggiare nel suo posto in cortile a luogo del bambino malato che gliel’ha sottratto e per raggiungere la propria privata soddisfazione è disposto ad aiutarlo.

Ci si può girare attorno quanto si vuole sulla giustezza di un simile approccio, ritengo invece che si sia dimostrato molto efficace a raggiungere il proprio scopo. Siamo troppo assediati da pedagogie intensive e  moral suasion stringenti e soffocanti: appelli delle autorità morali, religiose, massmediali, ufficiali e istituzionali, a essere buoni, a intenerire il nostro cuore indurito di faraoni accigliati e infastiditi e a sottoporci con animo ben disposto verso questo o quel summum bonum, tanto da raggiungere l’effetto opposto: saturazione, fastidio, reiezione dell’istanza morale stessa, ritenuta a torto o a ragione da molti una forma di controllo subdolo delle coscienze di cui spesso si ignorano i reali scopi al di là della giulebbosa benevolenza che si vuole instillare a forza nelle masse, spesso alle prese con personali istanze di accudimento dei propri malesseri. La trovata di Zalone rispetto a tutto ciò ha un effetto di scarico psicologico: ecco finalmente un cattivone egoista come noi (l’arcitaliano che di solito parcheggia in doppia fila) che seppur di contraggenio fa del bene.

Nella “Favola delle api”, il grande Bernard de Mandeville diceva in soldoni, che è grazie all’egoismo, non certo all’altruismo  (parola inventata da Auguste Comte) della singola ape che sgomita contro le altre api per raggiungere la “propria” celletta, che alla fine si ottiene il bene collettivo, il miele.

Il sottotitolo di tale favola, che Zalone sembra aver bene interiorizzato, era: “vizi privati, pubbliche virtù”. Non può essere neanche questa, forse, la regola della morale pubblica (la stiamo ancora cercando) ma talora, come in questo caso, sembra funzionare.

TAG: #eiochiamolaricerca, Checco Zalone
CAT: Media

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