L’attacco di Tunisi e l’irresistibile voglia di Isis della stampa italiana

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19 Marzo 2015

A ventiquattrore di distanza ci sono poche certezze sull’attacco al museo del Bardo di Tunisi, in cui sono morte 20 persone, tra cui quattro italiani. Soprattutto non si sa esattamente chi siano gli autori né quale possa essere l’eventuale organizzazione mandante.

Tutto ciò emerge con chiarezza nei resoconti della stampa internazionale. Stamattina sul proprio sito web la BBC scriveva che “Nessun gruppo ha rivendicato l’attacco”, riportando poi alcuni particolari resi noti dal primo ministro di Tunisi Habib Essid, secondo cui i due attentatori, entrambi tunisini, erano noti alle forze di sicurezza locali ma “non si è a conoscenza di alcun legame con gruppi militanti noti”.

Un estratto dell’intervento del premier tunisino alla radio viene riportato anche da Le Monde :

«Stiamo approfondendo le ricerche. Non siamo in grado di dire a quale organizzazione sono legati».

Ma a fronte di tanta cautela, oggi la stampa italiana contrappone ben altre certezze. 

Leggendo i quotidiani di stamani si apprende che gli attentatori sono, senza ombra di dubbio, membri dell’Isis.

La Stampa annuncia, quasi non vedesse l’ora, “i primi italiani uccisi dall’Isis”. Lo stesso fa Il Tempo: “Ora Isis uccide gli italiani”.

Grande sicurezza ostentano negli occhielli in prima pagina anche Il Sole 24 Ore (“Isis all’assalto”), Il Giornale (“Attentato dell’Isis”), Il Fatto Quotidiano (“Isis, strage a Tunisi”), Il Secolo XIX (“Assalto dell’Isis”), Il Mattino (“Isis fa strage”).

Anche se il vero scoop è, come spesso accade, del Messaggero, che a quanto pare è in possesso di una rivendicazione sfuggita ai media del resto del mondo e titola: “Isis rivendica l’attentato”.

Mentre è più cauto il Corriere della Sera, secondo cui l’Isis di limita a “esultare”.

Fuori dai confini nazionali va molto diversamente.

Sul suo profilo Facebook il giornalista Fabio Chiusi ha messo a confronto i citati titoli dei quotidiani italiani con  quelli della stampa internazionale

Daily Beast: “No group has so far claimed responsibility”.

New York Times: “There was no specific evidence by Wednesday night linking the museum attack to the Islamic State”.

Qualche altro lo aggiungiamo noi.

El Pais: Il jihadismo attacca Tunisi”  

The Times: “Terroristi massacrano 17 turisti occidentali in un museo di Tunisi

Frankfurter Allgemeine: “Molti morti per l’attacco ai turisti in Tunisia”

Le Figaro: Anche la Tunisia colpita dal terrorismo islamico” 

Notate delle differenze? Della parola “Isis” (o “Daesh”nella traslitterazione corretta dall’arabo) non vi è traccia, al contrario di quanto avviene sulle prime pagine delle testate italiane.

Ma in fondo stiamo parlando degli stessi organi di stampa che da settimane si rincorrono per riportare ogni potenziale minaccia del terrorismo islamico contro l’Italia, senza nemmeno curarsi di vagliarne la verosimiglianza. Basta un tweet di un anonimo account per annunciare il prossimo arrivo dei terroristi a Roma. C’è poco da stupirsi.

@carlomariamiele

TAG: giornali, isis, media, terrorismo, Tunisi
CAT: Media

Un commento

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  1. matteo.saini 9 anni fa

    Il problema, a mio avviso, è mancanza di conoscenza giornalistica approfondita di ciò ch sta accadendo nel mondo arabo. Come detto più volte, gli inviati veri sono pochi, l’attenzione dei media è sbilanciata sulle nostre beghe interne da quattro soldi, ecc. Conseguenza di ciò è che da noi cosa sia ISIS non si è ancora veramente capito, quindi resta ignota anche la differenza tra questa e altre organizzazioni o gruppi fondamentalisti.
    Credo di non pensare troppo male, se ritengo che ISIS sia, nell’attuale percezione nostrana, il nome che si attribuisce ai “cattivi” nella stagione 14/15. Quindi, di fatto quei titoli significano: “i cattivi hanno fatto un attentato”.
    Il problema è se ci sta bene continuare a farci trattare dalla stampa come bambini di seconda elementare.

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