L’abito non fa il monaco, ma la moda fa politica
di Giulia Rossi Oggi in politica trionfa l’informale sofisticato, anche grazie alla rappresentazione sui social network. Un dress code, un codice di abbigliamento fluido, variabile, […]
di Gianpietro Mazzoleni
Obama, si sa, è il presidente dell’era dei social. Se ne è servito fin dalla sua prima campagna elettorale, circondandosi di bravissimi smanettoni, che gli hanno fatto raccogliere solo sul web centinaia di milioni di dollari. Ha continuato nella seconda campagna e durante gli anni di governo, fino a farsi un profilo personale su twitter pochi giorni fa.
Ai tempi dei mass media i presidenti americani hanno fatto di tutto per utilizzare a proprio vantaggio i canali di comunicazione e di informazione con l’elettorato. E’ noto che non è sempre stato un idillio tra potere politico e quarto e quinto potere. I presidenti hanno dovuto pagare pedaggi piuttosto cari ai network e testate indipendenti. Si sono inventati vari trucchi per poter fare arrivare la propria voce agli elettori, aggirando la vigilanza dei network. E’ quella che alcuni politologi americani hanno chiamato ‘presidenza retorica’, cioè parlare direttamente ai cittadini attraverso eventi pubblici e possibilmente sensazionalistici gestiti in proprio dalla Casa Bianca. Clinton e Obama l’hanno fatto spesso. Ma ora Obama va oltre e stando alle notizie degli ultimi giorni ha contattato la Hollywood più giovane, quella della generazione digitale, per ingaggiare non le celebrities (quelle le ha già dalla sua da molto tempo), ma attori, produttori, registi meno famosi ma che risultano avere centinaia di migliaia di fan collegati in rete, per promuovere le sue politiche più avanzate (e più criticate dagli avversari).
Cercare l’alleanza dell’industria dell’intrattenimento non è una novità assoluta, certo, ma cercare quella che controlla le nuove audience digitali come YouTube, Vine e Netflix, significa avere capito che milioni di spettatori-cittadini oggi leggono e vedono le notizie su Facebook invece che sui grandi network. Obama in prima persona ha mostrato di sapersi muovere bene in questa nuova sfera pubblica digitale andando di recente a farsi intervistare su un popolare programma comico online https://youtu.be/UnW3xkHxIEQ e impersonando se stesso in chiave comica a difesa della sua politica di assicurazione sanitaria su BuzzFeed, diventato virale e visto 53 milioni di volte (http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2015/02/12/usa_barack_obama_riforma_sanitaria_video_virale_buzzfeed_show_selfie.html).
Adesso la Casa Bianca di Obama (che secondo lo Washington Post sta diventando una vera a propria casa di produzione producendo solo nei primi mesi del 2015 ben 400 video per YouTube) cerca un collegamento più strutturato con la nuova Hollywood dell’era dei social. E’ per avere il suo sostegno per gli ultimi mesi di presidenza, ma rappresenta una svolta impressionante nelle strategie ‘retoriche’ presidenziali. Il prossimo presidente se non supera Obama in questo campo sembrerà tornare al bianco e nero di Kennedy-Nixon.
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