L’angoscia, l’ansia, la paura. E’ in corso una gara di “minchiate”

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16 Novembre 2015

Ne potranno passare di ore, di silenzio e riflessione ma non basteranno per “realizzare” ciò che è accaduto o che accadrà a Parigi (3).

Non bastano per dare una forma concreta a quell’orrore, alla quelle barbarie.

Siti, giornali, trasmissioni e messaggi forsennati che si accomunano alla forza degli stessi francesi che immediatamente dopo hanno reagito aprendo e non chiudendo. Perché il messaggio ‪#‎porteouverte – porta aperta – dimostra che c’è più intelligenza, solidarietà e futuro nel gesto coraggioso di aprire la porta mentre fuori si spara che non in qualunque invocazione ai controlli, alla sicurezza, alla chiusura delle frontiere e alla vendetta dell’odio contro odio.

Non esiste la sicurezza davanti al fanatismo (4).

Là fuori si sparerà sempre, ci sarà sempre qualcuno che trova un’arma e un bersaglio non protetto, e a salvarci non sarà mai una telecamera in più, un soldato con un’arma in più o un F35 in più che bombarda dall’altra parte del mare.

Solo una porta aperta in più ci farà salvi: fiducia contro paura, comunità contro solitudine, accoglienza contro odio, cultura contro fanatismo (5).

E mentre gli intellettuali e politici (Salvini, Santanchè, Gasparri, Belpietro, Sallusti, etc) balbettano sui giornali e in Tv, la realtà fa il suo corso. Dell’ Isis e delle sue efferatezze sappiamo tutto da anni, non c’ è nulla da scoprire. E’ un movimento terroristico che ha sfruttato le repressioni del dittatore siriano Bashar al Assad per presentarsi sulla scena: armato, finanziato e organizzato dalle monarchie del Golfo (prima fra tutte l’Arabia Saudita) con la compiacenza degli Stati Uniti e la colpevole indifferenza dell’ Europa.

Abbiamo fatto qualcosa? No. Abbiamo provato a tagliare qualche canale tra l’Isis e i suoi padrini? No. Abbiamo provato a svuotare il Medio Oriente di un po’ di armi? No, al contrario l’ abbiamo riempito, con l’ Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti ai primi posti nell’ importazione di armi, vendute (a loro e ad altri) dai cinque Paei che siedono nel Consiglio di Sicurezza (sicurezza?) dell’ Onu: Usa, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia (1).
Solo l’altro giorno, il nostro premier Renzi (che come tutti ora parla di attacco all’ umanità) era in Arabia Saudita a celebrare gli appalti raccolti presso il regime islamico più integralista, più legato all’ Isis e più dedito al sostegno di tutte le forme di estremismo islamico del mondo. E nessuno, degli odierni balbettatori, ha speso una parola per ricordare (a Renzi come a tutti gli altri) che il denaro, a dispetto dei proverbi, qualche volta puzza.
Perché la verità è questa: se vogliamo eliminare l’Isis, sappiamo benissimo quello che bisogna fare e a chi bisogna rivolgersi. Facciamoci piuttosto la domanda: vogliamo davvero eliminare l’Isis? E’ la nostra priorità?

Poi guardiamoci intorno e diamoci una risposta. Ma che sia sincera, per favore.

Di chiacchiere e bugie non se ne può più (2)

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(1) “Obama e Putin al G20, dove passa il futuro della Siria” (Il Manifesto, 16 Novembre 2015)

(2) “Francia: almeno smettiamola con le chiacchiere” (Famiglia Cristiana, 15 Novembre 2015)

(3) “Valls: rischio attentati in altri paesi UE” (La Repubblica, 16 Novembre 2015)

(4) L’angoscia, l’ansia, la paura. E’ in corso una gara di “minchiate”  (il contributo del blog In fondo a Sinistra per Gli Stati Generali)

(5) “Stiamo rispondendo all’odio solo con l’odio” (il contributo del blog In fondo a Sinistra )

TAG: isis, Parigi
CAT: Media, Partiti e politici

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