Covid a colpi di DPCM
Era prevedibile che i numerosi DPCM, le continue restrizioni, i sacrifici che molti ristoratori e proprietari di aziende, generassero rabbia nel momento che tutto si è reso vano. Ora oltre a cinema e teatri, anche i centri sportivi saranno chiusi, i giochi di squadra saranno vietati. La capacità di reggere all’urto di una rabbia sempre più repressa non tiene più. In alcune città la rabbia sociale si espressa con bombe carte e tafferugli lanciati ai negozi, colluttazioni con le forze dell’ordine, cassonetti incendiati, le strade sono state lo scenario di una situazione ormai poco gestibile.
Poco gestibile, intanto, è anche la situazione negli ospedali dove ormai le terapie intensive sono piene, tanti padiglioni sono stati trasformati in reparto covid con la conseguenza che un malato oncologico, chi è affetto da problemi cardiovascolari o chiunque abbia un problema di grave entità debba rassegnarsi e aspettare tempi lunghi. Tante volte le ambulanze sono in coda fuori gli ospedali per permettere al paziente di accedervi. Manca anche il personale: gli infermieri sono nuovamente stremati, mancano anestesisti e rianimatori reclutati durante un a prima fase con contratti a tempo determinato. Oggi si pensa di far scendere in campo i laureandi del quarto e quinto anno che hanno buone conoscenze tecniche e avviarli, così, alla pratica. La sanità è al collasso, dopo la protesta di alcune Rsa in cui sono stati trasportati malati covid asintomatici in padiglioni diversi da quelli in cui sono ricoverati gli anziani, si è pensato di dedicare, negli ospedali, padiglioni separati per patologie di altro genere, evitando qualsiasi possibilità di contatto con quelli colpiti dal virus.
Si accusa il governo di non aver fatto abbastanza nei mesi in cui il problema del virus ci attanagliava meno e il virus sembrava quasi un ricordo del passato. Dall’altra parte si è cercato di fare salve le ragioni dell’economia. Oggi pare che sgravi fiscali che vanno dal 150 per cento al cento per cento saranno previsti per gestori di ristoranti, bar, proprietari di alimentari. A prescindere dalle recriminazioni, dalle ragioni delle parti, resta la realtà dei fatti che si commentano da soli.
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