Arriva il viagra per le donne: sarà un best seller come l’omologo maschile?
Amanda Parrish vive a Nashville, in Tennessee. E’una delle donne che hanno partecipato al trial del primo viagra femminile.
Il nuovo prodotto si chiamerà Addyi e sarà immesso sul mercato da Sprout Pharmaceutical: approvato nei giorni scorsi dalla Food and drug administration, sarà in commercio negli Usa ad ottobre.
Cinquantadue anni, la Parrish dopo un secondo matrimonio in cui tutto filava liscio ad un certo punto non avvertiva più il desiderio: “La mia esitazione nei confronti di questo farmaco dipendeva molto dallo stigma che aveva addosso. Mi chiedevo se sarei diventata una sex addicted”. E invece non è andata così : “Ero tornata a desiderare mio marito – riprende la donna – e anche lui si poneva in modo differente nei miei confronti. Abbiamo parlato liberamente di sesso, raggiungendo una intimità che ha di certo salvato la nostra relazione”.
Il nome chimico di Addyi è filbanserin ed a prenderlo, sotto stretta prescrizione, saranno le donne in menopausa, che presentano segni di stress per il calo di desiderio sessuale, l’HSDD (hypoactive sexual desire disorder). A differenza del fratello blu, occorre assumerla ogni giorno.
Le controindicazioni? Cali di pressione e svenimenti, soprattutto se il farmaco viene assunto in associazione con l’alcool. Per la Lega Nazionale Consumatori statunitense si tratta della più grande scoperta per la salute sessuale femminile dopo l’avvento della pillola. Per l’associazione di consumatori Public Citizen, invece, Addyi rimarrà ben poco sul mercato: troppi rischi e pochi benefici”.
Ma Janet Woodcock, direttore del Centro di ricerca e valutazione dei farmaci dell’Fda rassicura affermando che l’ente regolatorio “sostiene la salute femminile e lo sviluppo di trattamenti sicuri per curarne le disfunzioni sessuali”.
Come funziona, allora, il Flibanserin? Va innanzitutto chiarito che non contiene ormoni. La pillola ogni giorno prima di andare a dormire per almeno 4 settimane, a seguito delle quali è possibile riscontrare i primi effetti.
Il cuore dell’azione del viagra femminile risiede nel cervello e più in particolare nella corteccia prefrontale: facendo aumentare il livello di dopamina e norepinefrina, due neurotrasmettitori, il farmaco aiuta ad aumentare l’eccitazione sessuale. Abbassando il livello di serotonina, invece, fa cadere i freni inibitori a livello sessuale. In questo ultimo aspetto è molto simile ad antidepressivi come il Prozac.
Non è questo il primo tentativo di introdurre un farmaco del genere: ci aveva provato nel 2010 la tedesca Boerhinger Ingelheim, ma l’Fda lo aveva bocciato. La Sprout, i cui proprietari, i coniugi Whitehead non sono nuovi a creare campagne ad hoc di sostegno lobbistico ai propri farmaci, ha per questo fatto leva su una questione di genere in difesa della possibilità che non solo gli uomini, ma anche le donne possano avere il loro viagra.
Quando arriverà in Italia non è dato saperlo. Intanto però il mondo degli psicologi se da una parte cerca di evitare la corsa al farmaco e mette in guardia da una potenziale inutilità del prodotto, dall’altra vede la positività del parlare di una tematica molto spesso nascosta.
Per Arianna Bellini, psicanalista responsabile del Centro Dedalus di Bologna non è possibile medicalizzare il desiderio femminile: “Da Freud in poi è stata sempre considerata una questione di testa – spiega – una donna può raggiungere l’orgasmo con il cervello e non c’é un decadimento mentale. Per questo la medicalizzazione del desiderio è folle”.
Per l’esperta dunque si “Come si fa a sapere come stimolare un desiderio che rimane il grande mistero di tutta la psicologia, su cui sono concordi esperti dei più differenti approcci, dal cognitivo comportamentale agli psicanalisti? Nessuna donna riesce a dire niente, la psicologia non riesce a dire nulla e arrivano i medici a dire cosa devono fare?. Una donna ha diritto con l’avanzare dell’età a non essere sempre pronta al sesso, ad avere magarialtri interessi”.
Per Maria Chiara Baglioni invece, psicologa e psicoterapeuta: “è difficile in questo momento rispondere con un sì o un no al viagra femminile . Ma la domanda pone una riflessione che è profonda. Al di là dell’aspetto medico, sul quale molto è ancora da verificare, l’argomento che è stato sollevato da questa notizia è molto interessante per le donne di tutto il mondo, perché porta alla ribalta il diritto femminile di provare piacere per la sessualità, e a cancellare quell’idea storica della donna dipendente che subisce la sessualità maschile”. Secondo la psicologa: “La sessualità che dà piacere è un diritto di entrambi i partner. Ed è positivo che anche la medicina riconosca alla donna di poter avere una sessualità piacevole fino a tarda età. Poi diventerà una libertà personale l’uso che si potrà fare di questa pillola”.
Alice Angeli, psicologa, commenta la novità del viagra femminile: “E’ una notizia positiva, sicuramente può essere un valore aggiunto alla vita di coppia. Si è sempre pensato alla disfunzione maschile, oggi dare un’attenzione ai malesseri della donna può essere un vantaggio. A livello farmacologico è giusto affiancare questo tipo di cura anche ad un percorso terapeutico” . Perché “nel momento in cui la donna arriva ad utilizzare il farmaco e riconosce che in lei c’é uno stato di malessere è giusto che ci sia un supporto un aiuto di uno psicologo che possa affiancare anche l’espetto terapeutico all’aspetto farmacologico” conclude l’esperta.
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