Nas Daily ovvero le 1000 e una vlogger

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30 Settembre 2018

From: Fiammetta Martegani

To: Susan Dabbous

Carissima Susan,

te lo ricordi “Le mille e una notte?”

Dal 2016 Nuseir Yassin, arabo israeliano, classe 1992, nato in Galilea e laureato ad Harward, ha cominciato ha intrattenere il pubblico dell’intero globo attraverso un video blog chiamato Nas Daily.

“Nas” in arabo significa “gente” e infatti una delle caratteristiche dei suoi video, ciascuno dalla durata di un minuto, è proprio quella di raccontare i luoghi e le persone che Yassin ha avuto modo di incontrare nel corso di un lungo viaggio intorno al mondo cominciato tre anni fa, con lo scopo di consegnare ai social un video al giorno per mille giorni.

Lo scorso 28 settembre ha raggiunto l’episodio 900, iniziando il countdown di questi “ultimi giorni” di esperienza incredibile nella corso della quale ha avuto modo di conoscere, oltre all’universo mondo, anche numerosi  ebrei israeliani in giro in zaino in spalla come lui, tra cui Alyne Tamir, con cui ormai, oltre a condividere video e viaggi, ha deciso di condividere il resto della sua vita.

La Tamir ha recentemente intrapreso a sua volta una carriera da videoblogger per promuovere enpowerment nel mondo delle donne.

Insomma, sono o non sono la coppia piu’ bella del mondo?

From: Susan Dabbous

To: Fiammetta Martegani

Cara Fiammetta,

sarò schietta con te riguardo questo tema che abbiamo rimandato mese dopo mese a causa del mio scetticismo. Penso che il palestinese Yassin sia un gran fico e altrettanto la sua fidanzata israeliana Alyne. E per questo non mi sembrano altro che una versione molto middle east e sofisticata di Fedez e Ferragni.

Il loro fine? L’autopromozione fine a se stessa, condita certo di temi di spessore come la questione palestinese, l’intreccio di culture e l’amore interreligioso.

Ciò detto, lo spettatore quando li guarda rimane incantato dalla loro bellezza fotogenica e in un minuto si focalizza sulle esperienze folli (e anche molto divertenti) che fanno in giro per il mondo.

Sono sempre felice per chi trova un modo onesto e originale di fare soldi. Ma da qui a far passare il concetto che loro due esprimano valori, dal mio punto di vista, ce ne passa.

Se non sbaglio Yassin aveva iniziato i suoi video col proposito di cambiare il modo di far conoscere i palestinesi all’estero e in Israele. Pensi che ci sia davvero riuscito?

Mi spiace averteli smontati, sono la solita cinica?

From: Fiammetta Martegani

To: Susan Dabbous

Carissima Susan,

il tuo punto di vista è assai interessante perché sicuramente i new media e il mondo dei social network sono una lama a doppio taglio dove il confine tra fine e mezzo si fa sempre più labile.

Detto questo, con tutto il dovuto rispetto per la coppia #Ferragnez, non metterei mai sullo stello livello la velleità della della moda, i cui trend cambiano dal lunedì al martedì a seconda di cosa o come una star di Hollywood mangia o indossa, con la questione arabo-israeliana o anche solo della gender equality e del carovita, su cui entrambi Yassin e Tamri hanno investito anni di sudato lavoro.

Per realizzare ogni minuto di video, infatti, sono necessari ogni giorno sei ore di registrazione e 3 di editing, il tutto svolto tra un viaggio e l’altro e tra un’intervista  e l’altra.

Per poter finanziare un così ambizioso progetto, anzichè cercare sventurati sponsor come Alitalia e stilisti di Alta Moda a corto di idee, Yassin vende ai milioni di followers T-shirt da lui stesso disegnate con su scritto “ LIFE…. 32%”.

Il suo viaggio, infatti, è cominciato quando Yassin ha compiuto 24 anni, ovvero circa al 32% della propria vita, quando ha capito l’importanza di mettersi in gioco e non spendere il resto della sua carriera davanti a un computer macinando migliaia di dollari continuando a lavorare come programmatore per Paypal o un altra mutinazionale heigtech.

Per cui, cara Susan, ti contraddieró dicendo che per me non soltanto sono la coppia piú bella del mondo ma anche un esempio illuminato di businessman, anzi, per la parità di genere,  di “business-couple”.

 

 

 

 

 

 

TAG: conflitto israelo-palestinese, Gender equality
CAT: Medio Oriente

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