A Milano il meglio è arrivato dall’iniziativa popolare

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4 Settembre 2015

Il gioco senza fine del rinfacciare le colpe ed attribuirsi i meriti è parte integrante del mestiere del politico, e Milano non fa eccezione: da Expo all’Area C, la continuità dell’agire amministrativo è fin grande (fin troppo), anche se in pochi lo ammettono. Ma quello su cui destra e sinistra si trovano in grande accordo, più ancora che negare meriti all’altra parte, è negare meriti alle iniziative popolari. Nessuno degli aspiranti candidati Sindaco e dei vari Capi locali sembra essersi accorto del fatto che Milano, negli ultimi 5 anni, è stata teatro della più intensa azione di iniziativa popolare che si sia registrata in una grande città. Eppure, è ciò che è accaduto. E la gran parte dei meriti (per alcuni) o delle colpe (per altri), delle conquiste per una  Milano laica, sostenibile e partecipativa, vanno attribuiti a comitati promotori di iniziative popolari e a chi ha fatto loro fiducia.

Nel 2010, un anno prima dell’elezione di Pisapia, il Comitato Milanosìmuove ha raccolto 24.000 firme (9.000 più del necessario) per chiedere attraverso referendum consultivi una trasformazione ecologica della città. Nel 2011 i milanesi hanno risposto con un plebiscito: mobilità sostenibile e ecopass 79,12% di sì; più verde pubblico 95,65%; un parco per il post-Expo 95,51%; risparmio energetico 95,29%; riapertura Navigli 94,32%. Se l’Ecopass non è stato abolito, se Milano è capitale del trasporto condiviso e se lo studio di fattibilità per la riapertura dei Navigli è stato realizzato, bisogna dire grazie innanzitutto ai referendum.

L’anno dopo, nel 2012, i Radicali hanno raccolto 6.000 firme necessarie per presentare delibere popolari sul registro delle unioni civili (approvato dal Consiglio comunale durante la raccolta firme), sul registro del testamento biologico (approvata dal Consiglio assieme a un’altra proposta del Comitato “Io scelgo”), sul Piano antidiscriminazioni (approvato dal Consiglio, ma sul quale la Giunta è in ritardo nell’attuazione), oltre che su “stanze del buco” e “zonizzazione della prostituzione”, sulle quali i Garanti comunali hanno impedito di procedere.

Nel 2013 è stata la volta del Movimento 5 Stelle a raccogliere più delle 5.000 firme necessarie per presentare una proposta di riforma dello Statuto che introduce il referendum propositivo vincolante senza quorum. Nel 2014 il Consiglio comunale ha accolto la proposta, anche se solo in parte: referendum vincolanti e propositivi, ma con un quorum flessibile e senza possibilità di decidere in materia fiscale, come invece si può fare in Svizzera.

Già, la Svizzera. È proprio la Svizzera il Paese con il più alto tasso di felicità al mondo, secondo l’edizione 2014 del World Happiness Report (Rapporto sulla felicità nel mondo) realizzato dalle Nazioni Unite. Un ruolo determinante è giocato dalla soddisfazione di poter prendere direttamente parte alle scelte che riguardano la propria comunità, confermando indirettamente l’importanza teorica e pratica di quello che l’anarchico americano Murray Bookchin definiva “municipalismo libertario”. La questione non è solo quella del “voto” referendario, di per sè sempre manipolabile attraverso tecniche di censura e marketing,  ma sopratutto del coinvolgimento popolare fatto di informazione e confronto, che determina la più efficace forma di educazione civica. Non è un caso se le grandi riforme che gli italiani ricordano come realizzate -divorzio, aborto, obiezione di coscienza- o come tradite -finanziamento pubblico, riforma elettorale, riforma della giustizia- siano legate a referendum radicali, mentre della politica ufficiale, quella dei partiti, si fatica a ricordare risultati degni di nota.

Torniamo a Milano. Come Radicali, assieme a Milanosìmuove, partiremo a breve per la raccolta di nuove firme per referendum (questa volta vincolanti, grazie alla riforma introdotta su spinta dei 5 stelle) sulle case popolari, i Navigli, la mobilità e il verde. Se saper governare è saper prevedere, chi non ha riconosciuto l’importanza delle iniziative popolari milanesi in questi anni, incontrerà problemi imprevisti nel governare la città.

TAG: iniziativa popolare, m5s, milano, Milanosìmuove, Navigli, periferie, radicali
CAT: Milano

Un commento

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  1. alex-marini 9 anni fa

    Grazie Marco per avere ripercorso le tappe delle iniziative referendarie promosse nella città di Milano e dell’evoluzione della disciplina sul referendum. Se non ti dispiace rilancio il tuo intervento sul blog di Più Democrazia in Trentino così divulgare le buone pratiche milanesi anche in provincia di Trento.

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