“Adesso arriva il difficile, adesso dobbiamo cambiare”

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5 Giugno 2018

È uno del popolo. Modi semplici e riservati. Ed in genere, l’inclinazione ad arrivare subito al punto. Questione di abitudine. Roberto Anelli ha fatto l’imprenditore e per lungo tempo l’amministratore pubblico per la Lega in un Comune della bergamasca, ad Alzano Lombardo. Prima consigliere, poi Assessore quindi Sindaco. Oggi è il capogruppo in Regione Lombardia. Chi lo conosce lo sa: Anelli non ama le mezze frasi, dice quello che pensa, ed elabora la realtà in modo critico. Sono giorni di fermento. Guida il movimento nella regione più importante nel momento in cui la Lega va al Governo senza più la zavorra di Forza Italia che in molti casi negli anni scorsi l’ha chiusa in un angolo. Adesso è la Lega, la regina dell’alleanza ed è lei a dettare tempi e modi dell’azione politica. Ha già detto, il capogruppo, che non ci saranno riflessi sulle giunte regionali ma da lui stavolta voglio sapere che percezione ha della  Lega alleata a Roma con i Cinque Stelle. Voglio sapere se si farà la Flat tax e come intende il reddito di cittadinanza e soprattutto voglio sapere quanto incide avere tutti i media contro. Tv e giornali in particolar modo. Dall’intervista credo potrete evincere alcuni spunti interessanti.

Il primo: le polemiche contro la Lega e i Cinque Stelle, ancora prima di partire con l’esecutivo, sono il miglior viatico per cominciare. “Non c’è  indifferenza, il che significa che come compagine abbiamo creato delle attese”. Punto secondo: due riflessioni, la prima è sulla Flat Tax e sulle coperture mancanti. “Ho fatto l’amministratore pubblico e so che se si vuole i soldi si trovano in qualche cassetto”.

É una percezione che da tempo si riverbera nell’opinione pubblica e nelle stanze del potere. Quando si vuole i soldi ci sono. E Anelli altro non fa che confermarmi questa sensazione. “Non è una cosa semplice ma fattibile” ribadisce, lui che nei cassetti da amministratore pubblico le mani le ha dovute mettere. “E se si vuole, si può”.

Seconda riflessione:  la percezione della Lega come forza politica popolare, in lotta contro le elite. Anelli mi spiega come nasca questa correlazione. “Certo che la tv è importante ma Salvini non va solo li. Matteo scende in piazza tra la gente, ne ascolta gli umori e le sensazioni. Le recepisce, le fa sue e poi le esporta nelle istituzioni”. Insomma il successo della Lega sarebbe da accreditare alla capacità di essere rimasti in ascolto  in mezzo alla gente. “Per questo penso che anche il reddito di cittadinanza non sia così lontano dal nostro sentire: non è assistenzialismo ma un modo per produrre un reinserimento sociale di chi dal mercato del lavoro è  stato espulso. Mi creda che con l’assistenzialismo non c’entra e la gente lo ha capito”.

E a proposito di gente, in questi giorni di straordinario successo della Lega di Salvini giova ricordare che alberga in lui un tratto che per primo è stato di Umberto Bossi. É a lui che si deve la volontà di stare sempre nelle piazze e di non perdere mai il contatto con la gente. Come ben sa l’autista che ha accompagnato per anni prima Bossi e poi Salvini ( con la parentesi di Maroni) ovvero il noto Aurelio, noto in Via Bellerio soprattutto. Migliaia e migliaia di chilometri in giro per il Nord. Tutti i giorni e tutto l’anno. Al Governo e all’opposizione. La Lega di Salvini ha ancora un legame con quella di Bossi.

Le parole di Roberto Anelli

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CAT: Milano

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