“Rivoglio la mia dignità”, parlano i lavoratori della Sices Pensotti

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26 Luglio 2018

Lavoro, lavoro, lavoro. Legnano, anno di grazia 2018. La Sices Pensotti, azienda che produce caldaie, di Legnano, arriva ad avere una posizione debitoria di 80 milioni di Euro, complessivi, di cui 17 della Pensotti. Ad essere pregiudicati sono 150 posti di lavoro. Una settantina di questi lasciano l’azienda. Circa 85 invece restano. Perché hanno famiglia. L’azienda fa ricorso alla Cassa integrazione. Ormai quasi sei mesi fa. Ma dall’Inps non è ancora arrivato un Euro. Ci sono famiglie che hanno bambini piccoli, che devono pagare un mutuo, che hanno le spese dentistiche. In commissione Attività Produttive di Regione Lombardia registro il consueto passaggio di aziende ed imprese o che se ne vanno, o che delocalizzano, oppure che sono in default. Ogni settimana. Oggi ho voluto sentire i lavoratori, i sindacati ma anche la proprietà. La quale mi ha detto: “Ci ha penalizzati il basso costo del petrolio, perché si è smesso di fare investimenti, a favore delle energie alternative”. E così c’è un eterno ritorno alle conseguenze del capitalismo. Che per cercare di generare profitto e ricchezza, annichilisce se stesso e incrementa il numero di chi non lavora. Unito con la burocrazia Inps che impiega 6 mesi ad erogare il dovuto ai lavoratori, forma un combinato disposto micidiale. Lo sguardo più bello è quello di Tommaso, giovane RSU dell’azienda: “Chiedo che mi restituiscano la dignità”

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CAT: Milano

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