L’Antica Chiesa del Fopponino e il cimitero che non c’è più
Recentemente l’Antica Chiesa del Fopponino è stata restaurata e i cittadini, in alcuni giorni prestabiliti, hanno la possibilità di visitarla: ma anche l’area della Chiesa e della Cappella nei suoi pressi è particolarmente ricca di storia… Infatti era sede del cimitero più antico di Milano: il Fopponino di Porta Vercellina
Poco tempo fa sul nostro blog vi avevamo segnalato la riapertura al pubblico della Chiesa del Fopponino (non la moderna architettura progettata da Gio Ponti negli anni ’60, ma la chiesa fondata nel lontanissimo 1662), dopo cinquant’anni di abbandono. Questo è stato possibile grazie alla volontà dei residenti del quartiere, che sono stati in grado di raccogliere ben 145000 € in favore dell’Antica Chiesa del Fopponino.
Ma come mai questa chiesa è così importante?
Innanzitutto, perché è un pezzo di storia di Milano e la sua riqualificazione potrebbe contribuire a ricordare un passato spesso tralasciato, rievocato non solo dalla chiesa ma anche da una Cappella dei Morti, risalente al 1640 e riconoscibile dalla decorazione dei due teschi (in origine tre) e da un memento mori che recita:
“Ciò che sarete voi noi siamo adesso
Chi si scorda di noi scorda se stesso”
Infatti, prima ancora dell’edificazione della chiesa, questa zona era sede del cimitero più antico di Milano, indicato con diversi nomi a seconda del periodo storico: da “Fopponino di Porta Vercellina” a “Foppone di San Giovannino alla Paglia”, ma anche “Cimitero di Porta Magenta”. Faceva parte del gruppo di cinque cimiteri che, ai tempi, si trovavano al di fuori delle mura spagnole, poi definitivamente chiusi con l’apertura del Cimitero Monumentale e del Cimitero Maggiore.
Ma perché “Fopponino”?
Semplice: in milanese questa parola significa “piccola fossa“, indizio che il cimitero era la “sede ultima” dei malati di peste, a partire dall’antica “peste di San Carlo” del 1576-1577 (antecedente a quella immortalata dal Manzoni nei “Promessi Sposi”, che risale invece al 1630). “Foppone di San Giovannino alla Paglia”, invece, fa riferimento ai giacigli di paglia sui quali venivano accuditi gli appestati, prima dell’inevitabile fine.
La funzione cimiteriale del Fopponino proseguì anche una volta conclusa l’”emergenza peste”: dal XVII secolo in poi, infatti, a Milano cresceva sempre più la necessità di avere più spazi da dedicare alle sepolture. Il Fopponino veniva ampliato sempre di più, senza tuttavia mai soddisfare del tutto le esigenze della popolazione locale, in costante aumento. Di secolo in secolo, personaggi umili e illustri vennero seppelliti al suo interno: da Margherita Barezzi, prima moglie di Giuseppe Verdi, e il figlio Icilio, al patriota Amatore Sciesa, dall’architetto Luigi Canonica all’intellettuale Melchiorre Gioia. Ciononostante, il 30 novembre 1895 il cimitero (ai tempi chiamato “Cimitero di San Giovannino di Porta Magenta”) venne definitivamente soppresso e le sue sepolture vennero trasferite all’interno del Cimitero Maggiore.
Tempo qualche decennio e anche la chiesa del Fopponino smise di essere utilizzata, sostituita poi dalla nuova chiesa parrocchiale di Gio Ponti, consacrata nel 1964. Ora però, grazie ai volontari, l’Antica Chiesa riapre ai milanesi, che potranno riscoprire parte del proprio passato. Fino a giugno 2017, ogni weekend, saranno organizzate una serie di visite guidate all’interno dell’edificio (il sabato dalle 16.00 alle 19.00, la domenica dalle 11.00 alle 13.00): rimanete aggiornati sulla pagina facebook per sapere se questa iniziativa verrà prolungata… In caso, ve lo faremo sapere anche noi di manoxmano!
E ricordate: “Ciò che sarete voi noi saremo adesso, chi si scorda di noi scorda se stesso”…
Vanessa Maran
Milano, 8 maggio 2017
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