Galanterie ritrovate

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7 Maggio 2022

L’arpista Davide Burani ci ha abituato ormai da anni a visite periodiche nel repertorio dell’arpa classica e moderna, riproponendo gioielli che altrimenti sarebbero rimasti rinchiusi nei caveaux di banche d’oltralpe o in polverosi bauli o pasto prelibato di tarli e tignole, aspettando chissà quali tempi o chissà che cos’altro. No, la musica vive solamente se è eseguita e Burani prosegue imperterrito e propositivo contro un mondo di sordi. I sordi sono le grandi case discografiche che inspiegabilmente, o forse non poi così tanto inspiegabilmente, se usiamo come filtro d’indagine una corteggiata mediocrità, ignorano buoni suggerimenti. E Burani, in quest’occasione insieme all’ottimo flautista Fulvio Fiorio, dimostra che ci sono molti altri artisti di alto livello che continuano le loro esplorazioni e le loro proposte, pur se l’audience resta penalizzata, nel nostro paese, da un main stream orientato verso l’ordinarietà. Succede, più o meno, una cosa analoga nel campo della grande editoria, affetta da cecità, o tutt’al più miopia, entrambe ridicole ma nefaste. Sordo non è, invece, il pubblico, per niente. Così come non sono ciechi i lettori, i quali, soprattutto in periodi di pandemie e di confinamenti come l’attuale, hanno avuto tempo e modo di scandagliare meglio la rete e scoprire qua e là dei gioielli negletti dai grandi canali di distribuzione.

Ma veniamo alle gemme del duo: Galanterie per flauto e arpa. In questo CD, con ricche note storiche di Anna Pasetti, piene di spigolature e rivelatrici di un mondo poco noto ai più, Fiorio e Burani esplorano un repertorio tra fine Settecento e primi Ottocento di quest’accoppiata strumentale di grande successo. L’archetipo è da ricercare soprattutto nel concerto per flauto e arpa di Wolfgang Amadeus Mozart, commissionato dal conte di Guines, Adrien-Louis de Bonnières de Souastre. Sembra il nome di un personaggio di Alexandre Dumas, ma era un valente flautista che suonava colla figliola Marie-Louise Philippine, discreta arpista. La data di nascita dell’accoppiata è quindi il 1768. Da allora in poi la letteratura per flauto e arpa si arricchì di varie gemme anche se, forse surclassata dall’immensa produzione cameristica e sinfonica per il vero divo dell’Ottocento, il pianoforte, ebbe una sua esistenza parallela e meno fastosa.

Joseph Boulogne Chevalier de Saint-Georges

La prima proposta di questo galante CD è una composizione di Joseph Boulogne Chevalier de Saint-George, il cosiddetto Mozart mulatto di Parigi, frutto dell’amore di un ricco possidente francese e di una sua schiava africana. Quest’incredibile personaggio era straordinario sia nella composizione musicale – la sua produzione è veramente notevole e corposa, opere liriche comprese – sia nella scherma sia nella danza, nel nuoto, nel pattinaggio. Oggi, in un mondo diverso, avrebbe raggiunto le vette di Hollywood e avrebbe composto forse le colonne sonore dei film, magari scrivendone anche le sceneggiature, girandoli e interpretandoli lui stesso. Invece morì, in seguito ad alterne vicende legate al periodo rivoluzionario e postrivoluzionario, nella povertà, spogliato di tutti i suoi averi, nel 1799. Argomento per un vero film, la vita avventurosa e variegata di questo compositore. In questo CD si ascolta la Sonata in tre movimenti, che rivela la varietà di invenzioni del Mozart antillano-parigino. Questo è uno dei brani più interessanti, a livello compositivo, dell’intera raccolta per la bellezza dei temi e l’equilibrio tra i due solisti: l’arpa non è ridotta a mero accompagnamento ma ha una funzione introduttiva dei temi proponendone in seguito lo sviluppo insieme al flauto, in un dialogo sempre vivo e stimolante. E la consueta grazia di Burani è condivisa con Fiorio.

Segue la Sonata op. 71 di Daniel Gottlieb Steibelt, pianista considerato tra i più grandi di quel periodo, che si produceva tra la Prussia, Parigi e San Pietroburgo, dove chiuse gli occhi per sempre. Aveva un pessimo carattere, pare, ma piaceva alle signore del periodo del Direttorio. Tra queste la signorina de Beauharnais (in seguito regina d’Olanda), Madame Schérer (figlia del ministro della guerra) e Eugénie de Beaumarchais Zoé de la Rue, arpista, tutte sue allieve. La sua vita movimentata, fatta anche di truffe editoriali, lo spinse a Londra, in Olanda, in Sassonia, in Boemia, a Berlino e, alla fine, a San Pietroburgo. La Sonata, a un primo ascolto, potrebbe sembrare di maniera ma sia l’Allegro maestoso che il Tema con variazioni rivelano una vena compositiva non avara di invenzioni: il lungo primo movimento, soprattutto, ha un respiro quasi sinfonico, quasi che l’arpa riassumesse un’orchestra che non c’è e la varietà dei timbri trovata da Burani aumenta questa percezione. Il flauto di Fiorio, dall’altro lato, sfoggia un velluto timbrico di rara bellezza, con perfetta intonazione e un elegante talento interpretativo.

Tutto italiano è il gusto vocale per la melodia, tra Rossini, Mercadante, Cherubini, del bel Duo concertante op. 24 n 2 di Luigi Giannella, compositore del quale si sa abbastanza poco. Si sa che fu flautista alla Scala nel 1790, teatro per il quale compose anche due balletti. Poi passò a Parigi, ma le date s’incrociano con soggiorni veneziani, dove nel 1801 fu eseguito il suo Concerto lugubre per flauto e orchestra per celebrare le esequie di Cimarosa. La grazia della danza è presente nelle felici melodie, quasi cantate, in questo Duo concertante in due movimenti: Adagio – Allegro moderato, il più lungo e corposo, e il Rondeau Allegro, quasi cabaletta di un’aria a due voci. Eccellente interpretazione di Fiorio e Burani.

La Sonatina op. 27 n. 2 di François-Joseph Naderman, figlio d’arte e d’arpa, essendo il padre il costruttore d’arpe Jean-Henri, è il quarto brano delle Galanterie. Fu allievo di Krumpholtz ed ebbe molto successo come esecutore e compositore, anche se era legato a una visione, tutto sommato, conservatrice. Conservatrice e di maniera, certo, però, sebbene non ci siano grandi innovazioni né sperimentazioni, lo stile è scorrevole e gradevole, soprattutto nel primo movimento, Allegro ma non troppo. Il secondo movimento, Larghetto sostenuto, con sentimento, ha dei momenti lirici coinvolgenti, grazie anche alla perizia dei due esecutori. Piuttosto scontato il Rondò finale, quasi omeopatico, ma in questa carrellata di Galanterie può avere un suo posto preparatorio per il finale, il Divertimento op. 24 di Carlo Michelangelo Sola, torinese. Flautista del Regio di Torino, ebbe un periodo di carriera come musicista militare nel 73° Reggimento della fanteria francese. A un certo punto si dovette stufare delle fanfare militari e si stabilì a Ginevra per un po’, dove divenne il maestro di canto, flauto e chitarra dei figli di Madame De Staël. Visse da pascià gli ultimi anni della sua vita a Londra dove fu apprezzato esecutore e insegnante. Il Divertimento qui proposto, dove la parte del flauto, leggiadra e cantabile, dal carattere molto italiano, è sicuramente preponderante rispetto all’arpa che esegue un accompagnamento più che un vero e proprio dialogo, è l’ultima Galanteria.

Fiorio e Burani con questa raccolta di flauti e arpe aprono una finestra secondaria su un’epoca dove si aggiravano i giganti Mozart, Haydn e Beethoven, mentre i grandi operisti italiani marcavano la storia attraverso le loro creazioni straordinarie, utile per avere un’idea più esaustiva di quei tempi ricchi di contrasti e di tensioni, tra Rivoluzione e Restaurazione, tra classicismo e romanticismo. L’esecuzione impeccabile e raffinata del duo apporta un valore in più: l’eleganza, appunto, sempre meno frequente, consolazione e rifugio in questi tempi bui e tetri dove, più che in altre epoche storiche, basterebbe un nulla per spazzare via tutto.

 

Per informazioni sull’acquisto del CD:

www.fulvioflorio.com

www.davideburani.com

 

TAG: arpa, Davide Burani, flauto, Fulvio Fiorio, Gianella, Joseph Boulogne de Saint Georges, Naderman, Sola, Steibelt
CAT: Musica

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