La musica bisestile. Giorno 153. Travis

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20 Novembre 2018

Delicati sospiri dalla pioggia battente della malinconica Scozia, un pop leggero come una piuma che ha rappresentato un’intera generazione dei loro conterranei

 

THE MAN WHO

 

Dalla Scozia, negli ultimi anni, arrivano cose sempre più meravigliose. La Scozia stessa, se ci siete mai stati, è uno dei posti più stupendi della Terra. È vero, piove tanto, ed allora ti chiudi in un locale ed aspetti, o fai ciò che amavo fare io. Ero ad Aberdeen, che è più a nord di Glasgow, e mi sedevo su una panchina dl Duthie Park, o mi appoggiavo su una balaustra sul lungomare, ascoltando ed annusando la vita. Bastano pochissimi minuti. Il silenzio è talmente gonfio, elettrico, colmo di presagi e ricordi, che ti trovi catapultato in una dimensione in cui ti trovi al centro di un batuffolo di energia cosmica, nel quale la solitudine diventa l’unica dimensione possibile per avere abbastanza spazio per riempire il cosmo della tua gioia di vivere, di esistere, di respirare.

“The man who”, 1999

Intorno a te, il cielo diventa nero, la terra diventa blu, il verde zuppo dei prati ti sembra l’unica cosa possibile cui tu ti possa attaccare per difenderti, per non essere spazzato via dalla forza del vento. Quando il cielo si apre, si compie un miracolo, la distanza dal cielo si annulla, il sole di un autunno eterno è l’opposto di quello che conosciamo noi: non è lui a dare energia a noi, siamo noi a riempirlo di calore, siamo noi gli esseri più vivi del mondo. Ebbene, Travis è stata la band, per alcuni anni, che ha rappresentato tutto questo, ed infatti i suoi video sono pieni di questa sensazione, di questi colori, e la sua musica è una sorta di celebrazione di una natura vergine, orgogliosa, malinconica.

I Coldplay sono la versione commerciale di questa visione, mentre Travis, specie all’inizio, è più autentica, cittadina, è come una sorta di prosecuzione della provincia cantata dagli Housemartins una generazione prima, come un’alternativa all’estetica che gli irlandesi avevano sintetizzato con gli Hothouse Flowers, e che in Scozia aveva avuto la sua origine con un’altra delle mie band preferiti, i Del Amitri, di cui prima o poi parleremo diffusamente. I Travis sono poi crollati sotto il peso enorme di ciò che loro si aspettavano da sé stessi, ed oggi sono una band del tutto residuale. I Coldplay hanno ammazzato quel tipo di musicalità. Ma il primo disco, che è ancora rozzo ed incompiuto, è per me una bellissima promessa che, forse, verrà mantenuta dalla prossima band scozzese, quella che ancora non abbiamo visto nascere.

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CAT: Musica

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