La musica bisestile. Giorno 201. Roxy Music

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14 Dicembre 2018

Brian Eno ne voleva fare l’ennesima prog band dopo i King Crimson, ma Brian Ferry prese il comando del gruppo e ne fece l’icona eterna del dandy e del glam, l’ispirazione più importante di tutta la musica”synthipop”  degli anni 80

VIVA!

 

Tra i molti diversi progetti intrapresi da Brian Eno, i Roxy Music, finché lui ha avuto una certa influenza sul loro lavoro, è stato certamente il più importante, perché riunisce il glam, in una sorta di compromesso tra Tyrannosaurus Rex (Mark Bolan), David Bowie (Mick Ronson) ed il prog europeo più avanzato, come quello dei Curved Air. Brian Ferry, poi, un dandy naturale e spontaneo, aggiunge alla sua affettazione ed al suo maschilismo aristocratico ed ottocentesco, un vigore, una forza espressiva pari ai migliori è più appassionati vocalists del rock.

“Viva!”, 1976

Ma Brian Eno, come sempre, si è stufato presto ed ha lasciato la band dopo il primo album, prodotto dal leggendario Pete Sinfield (Emerson Lake & Palmer, King Crimson, Premiata Forneria Marconi etc.), e quella che era l’ennesima band del prog rock scelse il glam. Ferry, insieme a Phil Manzanera, Paul Thompson e Graham Simpson, ha costruito una band dura, ma dominata dall’oboe di Andy McKay, il clarino di Brian Ferry ed il violino di Ed Jobson. Oggi, con una formazione simile, una band suona folk-rock oppure musica indie con forte influenza indie. I Roxy Music, invece, guardano più al jazz-rock, e fino a questo disco sono rimasti fedeli ad un’impostazione diversa e facilmente distinguibile da tutti gli altri. Ma già allora si sentono le artmosfere che poi influenzeramnno in modo decisivo gli anni 80, gli Ultravox, i Duran Duran, i Moot the Hoople.

Questo periodo meraviglioso trova la sua sintesi nel disco dal vivo, che è quello che vi suggerisco oggi. Più avanti diventeranno insopportabilmente pop, una caricatura di band dozzinali come i Queen o i Pooh, ma nel 1973 erano assoluta avanguardia, ed i loro concerti erano famosi. Purtroppo non li ho visti mai, ma una volta, a Zurigo, andai con Kerstin a vedere Brian Ferry solo. 45 minuti di noia insopportabile, la gente che pian pianino andava via, finché lui non si è fermato ed ha detto: “Ok, voi volete altro”, ed intonò “Do the strand”. In un attimo eravamo tutti in piedi, fuori di testa per la gioia e l’energia. Perché questa è musica che non invecchia mai.

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