La musica bisestile. Giorno 254. Caterina Caselli

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9 Gennaio 2019

Oggi è il tiranno che decide chi, in Italia, possa avere successo. Allora era casco d’oro ed era la cantante leggera impegnata a piacere anche ai più giovani, a quelli del “movimento”

DIAMOCI DEL TU

 

Non amo Caterina Caselli. Si è sposata per denaro il proprietario della Sugar, e questi sono fatti suoi. La Sugar, una dopo l’altra, ha comprato la Ricordi, la CGD, la RCA, insomma tutte le majors italiane. Dopodiché ha brigato per decenni, accrescendo il suo potere, ed oggi nulla e nessuno, nella musica italiana delle majors, non si muove più nulla se non lo decide lei. Ha fatto nascere Eros Ramazzotti, Zucchero ed Elisa (e chissà quanti altri), decidendo cosa cantare, come produrre ogni disco, dove partecipare ed a cosa. Decide chi partecipa e chi vince a Sanremo e sceglie, insieme al marito di Maurizio Costanzo, chi vince i concorsi per i nuovi cantanti.

“Diamoci del tu”, 1967

Ha iniziato la carriera nel 1963, a soli 17 anni, quando suonava il basso per alcuni complessini beat del modenese, e cantava le canzoni più famose dell’attualità anglosassone. Il suo colpo di fortuna è nel 1966, quando Celentano, per cui era stata scritta “Nessuno mi può giudicare”, all’ultimo momento cambiò idea e portò a Sanremo “Il ragazzo della via Gluck”. Così la prima canzone venne data a Caterina Caselli, che arrivò terza, ma poi rimase per mesi ai primi posti della hit parade. Da allora in poi lei viene spinta in modo incredibile. Le migliori canzoni americane, inglesi e francesi vengono tradotte per lui, Paolo Conte scrive “Insieme a te non ci sto più”, e nonostante lei sia abbastanza imbranata, la piazzano come moderatrice in TV, dove “rappresenta” i giovani.

“Diamoci del tu” nasce appunto da una trasmissione che le stata affidata nel 1967 insieme a Giorgio Gaber. Tre anni dopo arriva il matrimonio, e lei scompare dalle scene. Ma sta di fatto che, in quei quattro anni di furore, lei sia stata l’interprete di punta di tutta la scena musicale italiana, colei su cui tutti avevano puntato, la cantante di cui si pensava che sarebbe durata per sempre. Per questo motivo ho deciso di pubblicare una scheda anche su di lei, suggerendovi di ascoltare, dal suo catalogo, le canzoni non tradotte, quelle scritte dagli autori della Sugar e registrate per quell’etichetta.

La qualità è penosa, ma si intravedono alcune caratteristiche che saranno poi centrali nella produzione della Sugar – Ricordi a partire dagli anni 80: nel caso dei plagi (Zucchero, Vasco Rossi, Biagio Antonacci) si ricopia anche l’arrangiamento originale. Altrimenti si parte da un arrangiamento, lo si copia, e ci si mette un’altra melodia sotto. Il contributo dato da Caterina Caselli alla fine della tradizione della musica originale italiana è enorme, e purtroppo quasi nessuno lo sa. Altrimenti avremmo cura di coprirla di bitume e piume d’oca, sederla su un binario del treno ed accompagnarla fino ai confini della città.

 

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CAT: Musica

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