La musica bisestile. Giorno 297. Ornella Vanoni

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31 Gennaio 2019

Per decenni è stata un’icona sexy e la cantante confidenziale più famosa d’Italia. Impersona un’idea di Milano capitale della cultura, dell’erotismo e dell’alta borghesia che oramai è finita in soffitta, ma che ha avuto un lungo periodo di successo internazionale.

OGGI LE CANTO COSÌ

 

Adesso che ha 84 anni e che, nonostante mostruose operazioni chirurgiche, continua a ruzzolare sui palchi di tutta Italia, vorrei dirlo una volta per tutte: è stonata. Ogni tanto le note le scivolano di sotto e si ingarbugliano, e la sua grande sagacia consiste nel non perdere l’assetto di volo, mai, qualunque cosa accada. Negli anni 50 era considerata una donna bellissima e molte persone influenti e/o famose avrebbero ucciso per lei. Ma lei era la giovanissima compagna del grande Giorgio Strehler, che per lei aveva costruito un personaggio: la ragazza bene che cantava le canzoni della malavita, avvolta nel fumo delle sigarette, simbolo di perdizione. Sulla scia di quel successo, quasi esclusivamente meneghino, sposerà il ricco Lucio Ardenzi, con cui farà il figlio Cristiano, e poi, all’inizio degli anni 60, scapperà di casa con Gino Paoli, ed iniziò a cantare le sue canzoni.

“Oggi le canto così”, 1979

Il successo fu enorme, anche perché Ornella era arrivata alla TV con l’aura di colei che aveva già una bella carriera alle spalle ed un’aria vissuta, e mentre Mina veniva aggredita per aver dato un figlio ad un uomo sposato, ad Ornella Vanoni veniva concesso di tutto. Per sua fortuna ha conosciuto Sergio Bardotti, uno dei più grandi produttori italiani, che inizia a scegliere le canzoni per lei e la porta ad un successo stabile e meritato, perché le canzoni di quel periodo, che sono poi quelle del disco che ho scelto io, sono davvero meravigliose, e lei, con quell’esalazione nasale e quegli scivoloni sulle note lunghe, dà a questi brani un’eleganza impareggiabile ed una malinconia inattesa. Dopodiché Bardotti la porta da Vinicius de Moraes. Altra storia d’amore, altro nugolo di grandi canzoni da interpretare, nuovo straripante successo, non solo in TV, ma anche in teatro.

Ornella non fa concerti, ma recital, come Frank Sinatra e Dean Martin – e va bene così, sono loro che la dipingevano così. È talmente famosa da potersi permettere collaborazioni con i più grandi del mondo: da George Benson a Burt Bacharach, da Greg Welsh a Herbie Hancock, Bill Evans e Gerry Mulligan… Alla ricerca di un sound stabile, Bardotti la fa lavorare con Ivano Fossati, ma i due non vanno tanto d’accordo, e lei scopre Mario Lavezzi, un altro dei grandi della musica italiana, che l’accompagna ed arrangia ancora oggi.

Per me la sua voce è legata soprattutto al cammeo di “Dentro gli occhi” di Roberto Vecchioni, che è una delle canzoni di cui sono innamorato da sempre, e per il resto provo un grande rispetto per ciò che è riuscita ad ottenere. Credo che il motivo maggiore della mia distanza è questo suo essere così tanto milanese, un’affettazione che non fa vibrare nulla nella mia coscienza, e mi parla di cose e persone che non conosco e nemmeno riesco ad immaginare. Eppure mi rendo perfettamente conto del fatto che, se lei ha avuto questa straordinaria carriera, e Gabriella Ferri non l’ha avuta (nonostante avesse una voce dieci volte più chiara e squillante di quella della Vanoni) ci sarà un motivo.

 

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