La musica bisestile. Giorno 318. Burt Bacharach
Sessant’anni di favolosa carriera da pianista di Marlene Dietrich a pianista di Elvis Costello, passando per un centinaio di canzoni scritte per i più grandi artisti del mondo ed alcuni dei più grandi film di sempre
MAGIC MOMENTS
Lo andammo a sentire all’Auditorium della Conciliazione, a Roma, in un giorno in cui pioveva così tanto, che poco prima dell’inizio del concerto, andò via la luce, e si cominciò con quasi un’ora di ritardo. Ricordo che la parte migliore dello spettacolo fu lui, che tra un brano e l’altro chiacchierava di musica, della vecchiaia, della vita, della politica. Diceva che la presidenza Bush fosse una vergogna per il suo Paese, che la signora Clinton appariva troppo compromessa con i servizi segreti per essere gradita al popolo di sinistra, che Barak Obama (che stava iniziando la sua campagna proprio allora) sarebbe potuto diventare un grande presidente, se non accadesse ciò che molti temevano – ovvero che le lobbies oscure del potere finanziario e militare, oramai esentate dalla necessità di commettere crimini pubblici, truccassero le regole del gioco.
Allora aveva 79 anni (oggi ne ha quasi 91, ed è ancora in giro a suonare), e diceva di rimpiangere il fatto di aver vissuto l’amore con la curiosità dell’entomologo, e mai con la passione sfrenata di molti suoi amici. Di essere stato più incline alla commozione per un determinato passaggio cromatico di un’orchestra che per un tramonto o un sorriso di ragazza. “Per questo le mie canzoni più fortunate hanno i testi scritti da Hal David, un amico ed un grande professionista, che dava vita alla mia musica così cerebrale”. Naturalmente esagera, anche se va detto che ha iniziato come pianista ed arrangiatore di Marlene Dietrich (e scusate se è poco) e che lei aveva uno spirito rigidissimo, quasi militare nel suo gruppo e nei suoi spettacoli.
Aveva 30 anni, aveva già scritto un paio di melodie fortunate, una delle quali portate al successo da Perry Como, che gli aveva permesso di essere notato dalle grandi case discografiche. Ma con Hal David, in pochi anni, Burt Bacharach ha scritto un paio di dozzine di melodie indimenticabili, che ancora oggi tutti ricordano come la base stessa del bagaglio di ricordi musicali di almeno cinque generazioni. Le sue canzoni venivano spesso cantate da Dionne Warwick, ma anche da Aretha Franklin, dai Beatles degli inizi, da Dusty Springfield, da Tom Jones, da Herb Alpert, dai Drifters, da Stevie Wonder, da Elvis Costello, da Christopher Cross, da Neil Diamond e Roberta Flack, da Barbra Streisand. Nella sua band hanno suonato i più grandi jazzisti della storia: Stan Getz, Bill Evans, Lester Young, Harry Webster, Charlie Parker… chiunque considerava, giustamente, come un fiore all’occhiello l’aver partecipato ad una produzione di Burt Bacharach.
La sua carriera straordinaria si è interrotta in un solo colpo, nel 1973, quando lui e Hal David investirono denaro e fatica in un film musicale, “Orizzonte perduto”, che fu un flop memorabile e portò a liti insanabili sia con Hal che con Dionne Warwick. Da lì in poi le cose hanno iniziato ad andare male, fino al divorzio da una delle donne più belle di Hollywood, Angie Dickinson, dopo vent’anni di matrimonio, che lo lasciò dicendo peste e corna della sua freddezza e scostante abitudine di evitare chiarimenti, ma che lo prostrò a lungo, anche se poi si è risposato altre tre volte. Per sua fortuna, quando le cose iniziarono ad andar male, ed il suo stile a passare di moda, aveva già guadagnato abbastanza da non aver più bisogno di nulla, essendo un uomo che ha vissuto sempre in modo decoroso ma senza mai sfarzo o eccessi. Lentamente, a partire dagli anni 90, ha iniziato a girare con un’orchestra, ed a guadagnare ancora, ed a collaborare con artisti molto più giovani, che lo considerano (giustamente) una pietra miliare della storia della musica e sono ben contenti di far arrangiare nel suo stile jazz degli anni 50 brani scritti magari mezzo secolo più tardi. Ovviamente, per presentare Burt Bacharach, ho scelto una raccolta, di modo da poter scegliere le sue canzoni che mi piacciono di più.
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