La musica bisestile. Giorno 321. Frankie Avalon

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12 Febbraio 2019

Un giovane virgulto della colonia di immigrati italiani di Philadelphia scala le classifiche americane con le sue ballate e diviene una star del cinema con John Wayne

SWINGIN’ ON A RAINBOW

 

Francis Avallone nasce a Philadelphia nel 1940, uno dei sei figli di una famiglia di origini napoletane, immigrate per fame dopo la grande crisi del 1885, e che hanno scelto quella città perché la Little Italy locale, in un periodo di grande espansione della zona, ha un mercato ortofrutticolo che è oggi una grande attrazione turistica. Si tratta della città costruita (prima al mondo) secondo criteri urbanistici nuovi e monumentali, con strade larghissime, palazzi imponenti, spazi di raccolta per chi porta merci da fuori, strade dotate di servizi (i primi motel ed autogrill del mondo) da lì a Washington e New York, che non sono lontane.

“Swining’ on a rainbow”, 1959

La comunità italiana non è legata alle escrescenze della criminalità, come a New York o Chicago, ma è una comunità che sogna una rapida integrazione, una vita piccolo borghese, è fatta di famiglie che, già in Italia, erano vissute di commercio. Il nonno di Francis venne a Philadelphia a fare il barbiere, la mamma la sarta. La famiglia di Mary, che aveva sposato Nicholas Avallone, veniva dal Molise e, sulla riva del fiume Delaware, aveva iniziato come braccianti ed era diventata una rispettata famiglia di piccoli agricoltori. Sicché Francis è cresciuto in una piccola agiatezza e, primo della sua famiglia, ha ricevuto un’istruzione, un’educazione fisica ed alimentare, ed è cresciuto alto e bello, sempre sorridente, e con una voce estesa e sostenuta da uno spirito vivace ed allegro.

A scuola gli hanno insegnato a suonare la tromba, ed i suoi primi dischi (a soli 12 anni) lo vedono fare il coro e suonare il fiato in brani altrui. Facendo il turnista alla Chancellor Records, piccola casa discografica della città, viene notato dagli emissari della Paramount, che nel 1955 comprano la Chancellor e scelgono Francis per recitare il ruolo di giovane di buona famiglia nei film musicali dell’epoca. Da lì in poi la carriera ha un’esplosione verticale. Cambia il suo nome in Francis Avalon ed a 18 anni ha una canzone al numero 1 in America, “Venus”, che cambia definitivamente la sua vita. Nel corso di un decennio scriverà e canterà una serie impressionante di hits, per poi dedicarsi esclusivamente al lavoro di attore caratterista, che continua anche oggi.

John Wayne lo adorava, e lo impose in tantissimi film western. In carriera ha anche lavorato a Broadway: era lui a recitare il ruolo che, nel film, era quello del re dei Giovani, che cantava la sigla di “Grease”. Ma sulla stampa dei pettegolezzi non c’è mai finito: ha sposato una compagna di scuola, Kay Diebel, a 22 anni. Stanno ancora insieme, hanno avuto otto figli ed hanno superato nel 2009 la cifra di 20 nipoti. Di sé stesso dice: “Ho avuto una vita serena e meravigliosa, e sono orgoglioso di aver contribuito, seppure in minima parte, a far capire che gli italiani non sono solo pizza e mandolino, ma grandi lavoratori, come nella mia famiglia, capaci di grandi amori ed infinita lealtà”. Quando, nella seconda metà degli anni 60, la sua stella musicale perse lucentezza, lui disse: “Canterò per sempre, ma per me stesso. Il pubblico avrà nuovi idoli, ed è giusto così, chi soffre per essere sostituito nel cuore del pubblico è un uomo solo che non capisce che gli unici affetti veri sono nella famiglia, tutto il resto è lavoro, che va fatto onestamente e puntiglio, ma non può sostituire la famiglia, che è tutto”.

 

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