La musica bisestile. Giorno 351. Blackmail

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27 Febbraio 2019

Questo è il miglior album prodotto in Germania negli ultimi 25 anni, un disco potente e trascinante, finito nell’oblio a causa delle litoi tra band e cantante, e fra diverse case discografiche

SCIENCE FICTION

 

Questo è uno dei dieci album più belli che io abbia mai ascoltato, e tuttora lo ascolto almeno una volta al mese. Un album conteso da diverse case discografiche e diversi musicisti, quasi impossibile da trovare. Un album che è stato cancellato da youtube, una band che esiste ancora, ma che ha talmente tanti problemi di contratti, che il suo passato scompare e viene inghiottito dall’oblio. I Blackmail ono nati nel 1993 a Koblenz, una sonnacchiosa cittadina del sud-ovest della Germania, circondata dalla Foresta Nera, a pochi chilometri dalla Svizzera, ed a fondare il gruppo è Aydo Abay, un polistrumentista di padre africano e madre tedesca, che adora i Radiohead, i Flaming Lips, gli Yuppie Flu, ma rispetto a loro ha una scrittura più ruvida, in cui i testi sono pieni di visioni fantastiche, di resistenza politica, di lotta per l’integrazione, di simboli presi dalla letteratura di Murakami ed altri grandi letterati dell’ultimo quarto di secolo.

“Science fiction”, 2000

La band cresce sotto la cenere, suona solo nei centri sociali, si guadagna lentamente una fama nazionale, e questo capolavoro, che è il loro secondo album, è stato registrato solo sei anni dopo la fondazione della band, quando erano finalmente arrivati i soldi necessari da una major. Come molti musicisti del sud della Germania appartenenti alla generazione che oggi ha superato di poco i 50, Aydo suona anche in altre band: gli Scumbucket, che all’inizio erano punk puro, e più tardi diventeranno pop stucchevole (quando Aydo li avrà già lasciati); i Ken, la band in cui Aydo canta dopo che il resto della band lo ha cacciato dai Blackmail, perché non sopporta i suoi testi ed il suo culto della personalità; i Dazerdoreal, un breve esperimento di musica elettro-punk, veramente venuto male; i Crash Conspiracy, una band costituita per registrare la colonna sonora di due film di fantascienza che descrivono una brutale società con una dittatura tecnologica di un Grande Fratello disumano e contrario ad ogni individualità.

Nel panorama internazionale di tutto ciò che discende dal punk, dal noise, dal rock o dall’indie, se ascoltate con attenzione scoprirete armonie e suoni veramente speciali, particolari, diversi. Quando li ho visti dal vivo la prima volta, non avevano avuto bisogno di fare pubblicità. Il disco era appena uscito, e loro hanno suonato per due ore davanti a così tanta gente, come ne avevo vista insieme solo per Motorpsycho, i Notwist o David Bowie. Dal vivo li trovai fenomenali, sorprendenti, cangianti, stellari. Avevano un sound perfetto, mi dicevano che avevano impiegato cinque ore per fare il sound-check, il cantante era pignolissimo, su “The Fjords of Zimbabwe”, dopo alcune battute, aveva fermato tutto ed aveva voluto ricominciare. Oggi la band ha un contratto con la Virgin e non ha più un senso per esistere, suona un rock tedesco decadente alla Peter Maffay, ma con un briciolo di tecnologia (loops e cose simili) che rende in sound più ridicolo che alternativo. Aydo canta da solo, è diventato una sorta di Demetrio Stratos della Germania, un santone del culto della voce, della diversità culturale, della capacità della società di rigenerarsi nonostante le orribili influenze che, negli ultimi anni, hanno sempre più acquisito spazio e potere.

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CAT: Musica

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