La musica bisestile. Giorno 36. Jefferson Airplane

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22 Settembre 2018

SURREALISTIC PILLOW

 

In un giorno di maggio del 1965, Grace Slick, una delle cantanti più straordinarie (ed una delle donne più affascinanti e folli) degli ultimi 80 anni scrisse una canzone per celebrare il secolo dall’uscita di Alice nel Paese delle Meraviglie. “White rabbit”. Il coniglio che augura atutti un buon non-compleanno e che è sempre in ritardo, sta sempre scappando appresso al tempo che vola via – come questa band così particolare, che a distanz di anni suscita soprattutto un’immensa tenerezza, come tutto il movimento hippie, di cui era simbolo, anche e soprattutto nelle contraddizioni.

“Surrealistic pillow”, 1967

Ho scoperto stanotte, studiando qualcosa d’altro, che Grace aveva in mente di scrivere una serie di canzoni su quello che era il suo libro preferito. Anche lei, scopro adesso, era convinta del fatto che tutti i personaggi di Lewis Carroll non fossero altro che diverse caratteristiche di Alice stessa, e che il Bianconiglio rappresentasse la curiosità indomabile. Ciò mi ha riempito di vanità come un tacchino nel Giorno del Ringraziamento, perché White Rabbit è da sempre il soprannome con cui vengo apostrofato da amici e colleghi inglesi ed americani. Ora so perché.Purtroppo non ci riuscì. I Jefferson Airplane erano una delle tre band su cui le università californiane avevano compiuto esperimenti con l’acido lisergico (LSD), ed erano quasi sempre strafatti. Guardateli sul palco di Woodstock. Lei quasi non sta in piedi, gli occhi allucinati, e loro suonano in cerchio, guardandosi l’un l’altro, incuranti del pubblico.

Grace Slick nel 1968

Grace aveva 26 anni, era sposata, lavorava come modella, aveva una laurea in lettere in tasca, ed era stufa della propria vita. Due anni più tardi, rispondendo ad un’inserzione sul giornale, andò in California e diventò la cantante dei Jefferson Airplane, seminando amore, droga, follia e liti tra i componenti di una band, famosa in tutto il mondo, che in soli quattro anni venne cancellata dalla sua furia distruttrice, creativa, dal suo bisogno d’amore e di vendetta. Del suo progetto su Alice nel Paese delle Meraviglie rimase solo la canzone del Bianconiglio, che fu anche una delle più famose hit della band.

Alla fine degli anni 70 smise di cantare: “Il rock è per i giovani. Continuare a 50 anni è ridicolo e penoso. Io sono vanitosa, mi fa schifo rendermi ridicola. Quanto alle canzoni, dimenticatele pure. Il contesto, in cui avevano un senso, è morto. Ma nemmeno io sono molto rigida. Mi piace dirmi vegana, ma lo sono solo in certe ore della giornata, e non tutti i giorni. Sono vecchia, ma non sono stupida, ed amo la vita esattamente quanto mezzo secolo fa. Il mondo è andato a farsi fottere, io no. Se siete tutti matti e credete nella vostra morale fasulla è un problema vostro, non mio”. Di tutto cui aveva partecipato non restano che ceneri, la sua band oramai sputtanata in un comeback pop, il suo corpo devastato da un tunore, sola con l’acredine di mille amori abbandonati in una notte per la prossima passione, il movimento hippie distrutto o rimasto circoscritto ad alcune fattorie, da cui i giovani scappano, ed i vecchi non fanno che parlare del passato e masticano tabacco.

Ad ottobre, Grace farà 79 anni. Questo, che è il disco più bello ed assurdo dei Jefferson Airplane, ne ha compiuti 51 a giugno. Ma la polvere non si poosa ancora, il coniglio continua a scappare, è ancora in ritardo, è sempre in ritardo, e domani è già un altro non compleanno…

 

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CAT: Musica

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