La musica bisestile. Giorno 51. The Allman Brothers Band

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30 Settembre 2018

BROTHERS AND SISTERS

 

Probabilmente, all’inizio, volevano semplicemente essere una blues-rock band. Duane Allman e Dickey Betts, alla fine del 1968, erano due giovanissimi virtuosi, e con Gregg Allman alle tastiere partirono con delle cover di rock’n’roll, di country rock e dei Deep Purple, e poi svilupparono un modo tutto loro di suonare le chitarre e l’organo. Un modo che ben presto venne chiamato Southern Rock, specie dopo l’esplosione dei Lynyrd Skynyrd. Il loro brano “Whipping Post” è tuttora considerato l’atto di nascita di questo modo di suonare.

“Brothers and sisters”, 1973

Poi è arrivato il successo, i concerti oceanici, una casa discografica (la Capricorn) che aveva in loro la punta di diamante ed investiva tantissimo nelle produzioni e nella promozione. Intorno a loro c’è una vera e propria esplosione di band che svariano dal country-rock classico della Charlie Daniels Band e della Marshall Tucker Band, al country-blues di Bob Seger, dal countrry-folk di Tom Rush e degli Ozark Mountains Daredevils, e dal rock dei Lynyrd Skynyrd e degli Outlaws. Oggi quel filone è divenuto noioso e conolatoriamente ripetitivo, ma allora era una sorta di rivincita culturale del Sud, che aveva finalmente una generazione di artisti da contrapporre alle grandi città del Nord ed alla California.

La band dei fratelli Alman ha un successo mondiale, ma dura poco. Nell’ottobre del 1971 Duane Allman viene travolto da un camion a cavallo della sua moto, e muore. Un anno dopo, sulla stessa strada, muore anche il bassista Barry Oakley, che con la moto sbatte frontalmente contro un autobus. La band aveva appena fatto uscire “Eat a peach”, un meraviglioso album doppio dedicato alla memoria di Duane, e stava iniziando a registrare canzoni nuove, stavolta scritte da Gregg Allman e Dickey Betts. Canzoni che finiranno in questo “Brothers and Sisters”, che amo non solo per la qualità della musica, ma per questo bisogno estremo di concepirsi come famiglia, come qualcosa al di là ed al di fuori del commercio – una band spezzata a metà, ma non dall’alcool o dalle droghe, quanto dalla sfortuna.

Duane Allman

Quelle due morti cambiarono tutto. E nel tour di “Brothers and Sisters” vennero anche i familiari di Duane e Barry. Non secondo il principio orgiastico di Grateful Dead, ma con l’idea di “vivere insieme la quotidianità”. Il suono della band cambia profondamente, le suite strumentali di Dickey Betts ne divengono il nuovo marchio di fabbrica. Niente hippies, niente flower power, niente do love not war. Un gruppo di ragazzi di campagna, uniti perché famiglia, che suonano il rock e si abbracciano per superare il dolore che la vita infligge, prima o poi, a noi tutti. E quando suonarono per la prima volta “Jessica”, a Watkins Glen, c’erano 600mila persone. Che battevano le mani per quella piccola bambina di Dickey, cui è intitolata la canzone, e che dondolava accanto al palco, e per l’assolo a due dita, scritto in memoria di Django Reinhardt. Quel giorno suonarono loro per tre ore e poi i Grateful Dead per cinque ore. Io, purtroppo, non c’ero.

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