La Storia artificiale

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28 Novembre 2022

Ogni giorno l’IA ne combina una nuova. Non paghi di averle fatto dipingere quadri, comporre musica, scrivere romanzi, con risultati veramente scadenti, adesso le si pongono anche domande di storia.

Accade così che se si chiede all’IA che cos’è il Colosseo vien fuori che è un centro commerciale nel centro di Roma. Non è la risposta di un alunno delle medie molto fantasioso o polemico, è proprio ciò che è accaduto a Galactica, un sistema di intelligenza artificiale programmato per generare nuovi testi da una banca dati enorme. Nuovi di sicuro.

Non bastano i refusi tipografici che ci sono in molti libri, anche di storia, tanto ormai non controlla più nessuno nelle case editrici. Mi viene in mente “Madonna in treno con bambino” (anziché in “trono”) e “Chiostro Ribaudo” (anziché “chiosco”), in alcune guide Bonechi di anni fa, e allora l’IA non esisteva ma esistevano redattori disattenti. Adesso arriva anche un’entità artificiale che invece la storia se la inventa di sana pianta. Mette tutto insieme, l’IA, e poi espone le sue certezze. Un po’ come il navigatore di Google che ti dice di girare a destra dove c’è un dirupo. Mi è capitato in un posto in Campania in una serata di nebbia e pure in Sicilia per raggiungere un agriturismo, la via più breve passava per una strada non più praticabile da decenni.

La tecnologia è pericolosa assai, se pensiamo che ci sono persone che vorrebbero utilizzarla a scopi bellici o anche nella pubblica amministrazione, per rispondere automaticamente agli utenti, per ricordare le scadenze, o, peggio mi sento, per la sanità.

Mettiamo il caso che un paziente presenti un certo numero di sintomi tutti insieme, sintomi magari comuni alle patologie più varie e l’IA, ormai divenuta il medico di famiglia, decida una terapia, per poi scoprire che magari quei sintomi sono la conseguenza di un’allergia mai manifestatasi prima e che il paziente è andato al creatore in seguito a quella terapia. È vero che può succedere anche a medici con un lungo curriculum ma farsi ammazzare da una macchina avendola scelta come tutore della propria salute mi sembra un pochino surreale.

Così, anche in Parlamento, non ci sarà più bisogno dei politici, ormai ci metteremo un’IA e basta. Almeno c’è un’intelligenza, direte voi, anziché sorbirci le uscite ignoranti di chi scambia Austerlitz per  Auschwitz o inpiegato per impiegato. Anche se, ne sono certo, il nuovo vocabolario della lingua redatto dall’IA potrebbe catalogare il neologismo nell’accezione di “non piegato”, analogamente a inattivo, infausto, insolito. Altro che schwa, l’IA fonda una nuova lingua, capìta forse solo da chi gli errori li fa abitualmente e che si sentirà così legittimato a farne altri.

Analogamente sarà possibile leggere, in futuro, che Vittoria Colonna fu la colonna eretta in qualche piazza per celebrare la vittoria di Lepanto, oppure che la Piazza dei Signori era il luogo dove si riunivano solamente i maschi della città, perché le femmine si ritrovavano nella Piazza delle Signore, oppure che il cemento era l’ingrediente principale dei panettoni, o ancora che Michelangelo era in realtà l’angelo Michele.

Questa voglia di scrollarsi di dosso la cultura e l’istruzione, che tanti danni sta facendo intorno a noi, culmina proprio colla tendenza ad affidare ormai tutto a una supposta (termine che l’IA interpreterebbe sicuramente in altro modo, emulando Totò) intelligenza aliena. Come in celebri romanzi di fantascienza il robot è in agguato e farà danni. Ma farà danni soprattutto perché chi dovrebbe controllarlo è imperfetto e quindi la macchina assumerà le imperfezioni di chi l’ha programmata.

TAG: errore, IA, informazione, intelligenza artificiale, Storia
CAT: Neuroscienze, Robotica

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