“Una notte ho sognato New York”

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24 Maggio 2020

“Il mio sogno nel cassetto è diventare indipendente. Lavorare per me stesso, che sia un sito, un blog o vendere biglietti per l’Empire State Building per strada. Questo perché l’indipendenza mi permetterebbe di fare lo scrittore. Detto così fa ridere, ma è un sogno che ho”. Parlava così nel 2014 Piero Armenti, in una video intervista rilasciata a Destini Oltreconfine, e quel sogno oggi è diventato realtà. L’indipendenza, a dire il vero, l’ha conquistata da tempo grazie a Il mio viaggio a New York che da pagina Facebook è diventato il tour operator di riferimento per gli italiani che decidono di visitare la Grande Mela. Da qualche giorno anche il vero sogno di Piero si è realizzato con il romanzo edito da Mondadori, e già in ristampa, “Una notte ho sognato New York”.

 

Il sogno di Piero Armenti, dal Cilento a New York

“Mi sono raccolto nel silenzio e ho capito che dovevo partire… L’ho capito all’improvviso mentre ero sdraiato in veranda”. Inizia così il viaggio raccontato da Armenti (il romanzo non è autobiografico, anche se ci sono episodi realmente accaduti che toccano direttamente l’autore, ndr): da una notte illuminata dalle stelle sotto il cielo di un piccolo borgo italiano alle notti illuminate dalle luci dei grattacieli di Manhattan dall’altra parte dell’Oceano. “Dopo aver visto il mio destino tra le stelle, la prima cosa che ho fatto – si legge nell’incipit del romanzo – è stato un gesto istintivo: ho cercato un biglietto per New York. Dopo aver inserito i dati della carta di credito mi sono fermato. A quel punto bisognava scegliere davvero cosa fare. L’ultimo clic significava che sarei partito per New York”.

“Era novembre, pioveva. Per un attimo ebbi paura di andarmene, ma non ebbi neanche un momento di esitazione”. Potrebbe essere la storia di Piero quella raccontata in ‘Un giorno ho sognato New York’, ma  anche quella di qualunque altro italiano che, a un certo punto della sua vita, tenta la svolta trasferendosi in un altro Continente. Le vicende raccontate nel romanzo si svolgono nell’arco di tre mesi, ma la vera storia d’amore che ha ispirato Armenti inizia nel 2011. Un amore a prima vista quello di Piero per la Grande Mela, una città capace di sorprendere sempre con nuove avventure, personaggi, arte, eventi, scorci e locali da visitare. Per non cadere mai in quella monotonia che mette a rischio la tenuta di una vera storia d’amore, com’è quella di Armenti per New York.

 

Il mio viaggio a New York è diventato un brand

Ma questa è anche un’avventura costruita con tanta pazienza e perseveranza. Nei primi anni americani Piero gestisce un magazine che racconta New York per un tour operator attivo anche sul mercato italiano. Un’esperienza di marketing che sicuramente avrà influito su quello che è poi diventato il suo business. Così Armenti, che oltre a essere un giornalista è un urban explorer, comincia a postare su Facebook foto e video da New York. Il riscontro è praticamente immediato con tanti italiani che iniziano a contattarlo per avere sempre più informazioni. Il successo è tutt’altro che casuale. Perché Piero inizia a studiare l’algoritmo di Facebook per trarne il massimo profitto per la sua pagina Il mio viaggio a New York. La leggenda narra che il ragazzo partito da Valle dell’Angelo inizi a frequentare lo stesso bar dei dipendenti di Mark Zuckerberg per carpirne i segreti. Di lì a poco la pagina cresce sempre di più con piccoli investimenti e per Piero giunge il momento di convertire tutto quel seguito in un business. Si parte col tour dei rooftop, le terrazze panoramiche dei grattacieli dove è possibile sorseggiare un drink, per arrivare a vendere i biglietti per entrare all’Empire State Building. A compimento di quello che solo sei anni fa era il suo sogno.

TAG: brand, Facebook, mondadori, New York, social marketing, Viaggi
CAT: New York, Turismo

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