3 buoni motivi per non votare (e uno per farlo)

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23 Maggio 2019

L’argomento principe contro l’astensione è tipicamente il Teorema di Platone:

“Quelli troppo intelligenti per occuparsi di politica, sono condannati ad essere governati dagli stupidi.”

Quindi se in parlamento o al governo c’è gente inadeguata o incapace e colpa tua che sei adeguato e capace e passi il tempo a cazzeggiare sui social invece di andare a votare o addirittura candidarti. In apparenza può anche sembrare sensato, ma è un’illusione dovuta a meccanismi inconsci tipo peccato/punizione. In generale, e in Italia più che altrove,

  1. le persone informate, che pensano prima di votare e quando votano guardano al benessere comune di lungo periodo non sono abbastanza numeroso da influenzare l’esito delle consultazioni
  2. non è affatto detto che esistano opzioni valide da votare per chi è informato,  razionale e interessato al benessere della collettività nel lungo termine

Dunque a ben guardare se vincono i cialtroni e i contaballe è perché in democrazia e, in Italia più che altrove, le idee cattive scacciano quelle buone e, al mercato del consenso,  le promesse da marinaio vendono molto più degli esami di coscienza del grillo parlante.

Ok però c’è il punto 2: se ti astieni sei complice dell’elezione di Hitler o di quelli che ne rappresentano la caricatura. Siamo a una variante del punto precedente: se ti astieni, contribuisci al successo elettorale di chi ha la maggioranza relativa. Nello specifico potresti fare un favore a Salvini o ai 5stelle, quando sulla scheda hai fantastiche opportunità di meno peggio come il PD di Zingaretti o l’ancor meno peggio di +Europa.

A questo proposito rimando a quanto detto e ridetto da tempo da alcuni miei amici in questo video:

A forza di votare il meno peggio, non c’è più (se mai vi è stata) una significativa differenza con il peggio. Senza scomodare la teoria dei giochi, quello che sembra razionale nel breve periodo (il meno peggio è per definizione meglio del peggio), non lo è nel lungo periodo (il meno peggio tende a diventare quasi uguale al peggio).

Ma last but not least c’è il terzo punto di fondo

Non cambia un cazzo

Il senso ultimo di esprimere il voto è la scelta tra opzioni distinte e alternative, se non esiste differenza apprezzabile tra le alternative disponibili a che serve votare?

Qui parte la difesa d’ufficio:

Non starò mica dicendo che il PD vale quanto M5S o Lega o, sommo sacrilegio,  che +Europa non è tanto diversa dal PD? Per carità non lo direi mai che in Italia la gente si offende per molto meno.

Però io sono un ragazzo semplice è certe cose non le capisco. Tipo che differenza c’è tra quota100 e l’Anticipo Pensionistico? O tra il reddito di cittadinanza e gli 80€? Secondo me c’è la stessa differenza che passa tra rubare ai tuoi figli 10.000€ oppure 50.000€. Cambia l’importo, la gravità, ma sempre di furto del futuro si tratta. Se io volessi votare qualcuno che non ruba il futuro alle mie figlie non vedo alternative plausibili, solo diverse velocità nel declino.

Va beh, però quello con le divise con le sue fissazioni rischia di far morire la gente in mare. Vero. Si potesse votare per fermarlo non ci sarebbero dubbi. Il punto è che quel signore può fare quel che fa perché il menopeggio che in tanti han votato fino ad oggi continua a perdere la gara a chi la spara più grossa. Senza rendersi conto che si tratta di una gara che non può vincere e che dunque non dovrebbe combattere.

Va beh ma +Europa? La visione? I giovani? Il sogno europeo?

Mah a parte il fatto che se sommi gli anni che hanno passato in politica Bonino, Tabacci e Della Vedova viene fuori un numero che è tipo 5 volte l’età minima che serve per votare (loro sono 3 e sono in politica da 5 volte l’età di un giovane) quindi a occhio ti viene in mente quel tratto tutto italiano di iniziative fatte per i giovani che poi vuol dire a spese dei giovani (presenti o future) non è votando +Europa che possono cambiare le cose.

Il punto di fondo è che il paese è fatto da una maggioranza di persone che non ha la capacità di comprendere quali sono le criticità principali che la politica dovrebbe affrontare e/o non ha voglia di comprenderle confidando nel fatto che il proprio particolare sia salvo e di non essere a portata quando si presenterà la parte rilevante del conto da pagare. Dunque votare non serve perché nessun candidato che proponesse un progetto veramente utile al paese otterrebbe mai, non dico la maggioranza, ma neanche una dimensione vagamente visibile. Che poi quel candidato ci sia (e sia ad esempio +Europa) può essere discusso, ma mi pare occupazione proprio fruttuosa.

BottomLine: il motivo principale per non votare è che non serve a un cazzo.

PS nel titolo c’è tra parentesi un motivo anche per votare. Se nessun argomento razionale sembra utile, restano quelli irrazionali. Si può votare perché pare brutto non farlo, perché una qualche opinabile idea di morale inculcata da bambini ci dice che propagandare l’astensione è azione deprecabile. Dunque si può tornare al dilemma di Totò

Siamo uomini o caporali?

La ragione ci dice che votare non serve, dunque l’unico motivo per farlo può essere di seguire i dettami del cuore che, come diceva uno che sul piano filosofico aveva un pò la faccia come il culo, si sa che il cuore ha ragioni che la ragione non conosce.

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TAG: elezioni europee 2019, Pd
CAT: Partiti e politici

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