5 cose sul Referendum che hanno decisamente rotto
1 Il referendum in sè.
Ma per quale motivo dobbiamo pronunciarci così spesso su questioni altamente tecniche? Perché devo investire il mio tempo per comprendere materie complesse e sopratutto sbattermi per farmi un’opinione informata e prendere una decisione? Quanto è folle (citofonare Brexit) affidare una decisione su materie tanto delicate, complesse e gravide di conseguenze a una quantità di persone che non hanno verosimilmente voglia né tempo per approfondire tecnicamente la questione e, soprattutto, decideranno in base all’efficacia della propaganda della parte più convincente, a prescindere dal fatto che gli argomenti di questa siano fondati, verificati o verificabili, reali o del tutto immaginari e fuorvianti?
Ah no, scusate, mi era sfuggito il passaggio per cui i referendum mica si fanno per decidere qualcosa, quanto piuttosto per regolare i conti interni al partito (trivelle) chiedere o togliere la fiducia al governo (costituzionale del 4 dicembre) o in generare per dare visibilità ai promotori e distrarre l’attenzione dai problemi reali.
Poi non lamentatevi dalla maleducazione se uno vi manda un affanculo.
2 quelli che votano NO per far fuori Renzi
Certo, sarà pure vero che questa specie di fiducia sul referendum ce l’ha messa Renzie, però è altrettanto vero che, dato dai nemici inesistenti lo guarda Iddio, sto qua deve guardarsi dagli amici e che lo fa con i mezzi a disposizione in politica italiota.
Ma quelli che voglio cogliere l’occasione per far fuori Renzi sono veramente il peggio.
Non sono riusciti a batterlo alle primarie e non hanno la minima speranza di farlo alle elezioni. Anzi non hanno neanche uno straccio di vaga alternativa. Non potendo vincere (non volendo) vogliono far perdere gli altri. Meriterebbero una lezione, che però per storia, cultura e tradizione non riceveranno.
Poi chissà, magari il loro desiderio potrebbe realizzarsi condannando all’irrilevanza non solo la loro corrente, ma tutto il partito che stanno cercando di affossare.
3 quelli che vogliono saltare sul carro del SI
E’ verosimile che quelli che potranno beneficiare in modo diretto della munificenza del principe saranno poche centinaia. Se non siete parte di questa ristretta cerchia, la captatio benevolentiae sarà inutile. Può sembrare che sia il momento opportuno, che Renzo il magnifico sia in difficoltà e che ogni aiuto sarà ricordato e remunerato… ma non contateci troppo.
Passata la tempesta in cui si cerca l’aiuto di tutti torneranno i tempi in cui i voti si contano e i portatori di voti si pesano. Lasciate perdere.
4 quelli che vedono nel referendum cose che non ci sono (e non ci vedono quelle che ci sono)
Il referendum della svolta autoritaria, che in realtà è un premio di maggioranza; che estende l’immunità a chi non l’aveva, ma riduce il numero di quelli che ne beneficiano; che riduce i parlamentari, ma tiene i costi del parlamento quasi uguali; che mette mano al titolo V per rimangiarsi l’aborto di federalismo, ma va capito se il federalismo col culo degli altri è meglio o peggio e il diavolo sta nei dettagli.
Il referendum che se voti NO non cambia nulla, salvo che poi, forse, al Senato si vota col proporzionale e alla camera col maggioritario; che se voti SI è la vera rivoluzione, salvo che tutto cambia per fare in modo che non cambi nulla; in cui scegli il cambiamento, tanto per cambiare, anche se si cambia in peggio; che è la volta buona, ora o mai più non si sa per chi o per cosa; che se non voti il meno peggio, finisce che il più peggio ti travolgerà, salvo che i premi di maggioranza, una volta introdotti, possono premiare anche quelli che non ci piacciono.
Insomma un po’ tutto e/o il contrario di tutto per giustificare la scelta del proprio stomaco.
La versione più probabile è che questo referendum sia disegnato sulle esigenze contingenti di chi controlla una certa parte politica con un po’ di contorno derivante da esigenze di compromesso e necessità cosmetiche di presentazione. Possiamo sdegnarci per l’assenza di scrupoli di chi mette mano alla costituzione per i suoi interessi del momento, accogliere il male minore, se i nostri interessi coincidono coi suoi o disinteressarci delle finalità e concentrarci sulle alternative disponibili.
Nel paese dei 1000 campanili l’alternativa è tra un sistema dove le tante minoranze devono accordarsi per esprimere un governo (e nessuna si assume alcuna responsabilità) e uno in cui la minoranza più grossa vince per quanto male assortita o delirante essa possa essere.
In bocca al lupo per la scelta.
5 quelli che non vogliono vedere la politica italiana per quel che è
C’è un bel mondo incantato dove si candida chi ha una certa visione di cosa meglio per il bene comune e, se viene eletto, cerca di mettere in pratica questa visione. In questo paese delle favole gli elettori attribuiscono il loto voto alla visione che sentono ritengono passa realizzare il maggior bene comune.
Poi c’è l’Italia e la politica italiana che vedono il loro campione nel presidente della regione Campania ed ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Il politico italiano vincente è quello che sa portare consenso (in qualunque modo ci riesca) alla propria parte politica e che poi riesce a dirottare spesa pubblica sul proprio territorio/elettorato. Certo quando arrivi al governo nazionale la questione si complica un attimo, perché i soldi che dai ai tuoi devi toglierli a qualcun altro e la possibilità che qualcun altro siano siano i contribuenti del futuro si va riducendo.
Ma quando il gioco si fa duro, i duri come Renzi cominciano a giocare. Il terzo elemento di successo del politico italiano è la capacità di fottere i propri avversari dentro e fuori il partito. Dunque vogliamo parlare di Referendum, di cambiamento, di meno peggio? Facciamolo pure per diletto, passatempo o amor di conversazione, ma per favore evitiamo di far finta che tutti quelli che si danno un gran da fare per il SI o per il NO abbiano finalità diverse dal proprio tornaconto di breve termine (che nel lungo periodo siamo tutti morti).
Il 4 dicembre a bordo del Titanic non cambia niente, che indietro nel tempo per evitare l’Iceberg non si può tornare: chi ne ha la possibilità dovrebbe cercasi una scialuppa visto che evidentemente non basteranno per tutti.
Un commento
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Ecco i miei due contributi sul referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Buona lettura. http://giorgiocannella.com/index.php/2016/06/03/referendum-costituzionale-italiano-ottobre-2016/ http://giorgiocannella.com/index.php/2016/10/29/referendum-4-dicembre-2016-parte-seconda/