Viaggio dove nasce Possibile: rinascita della sinistra o grande bluff?

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21 Giugno 2015

Il fumo delle salamelle sulla brace è lo stesso delle Feste dell’Unità. E l’atmosfera è un po’ quella, in generale: quando i militanti tra di loro si chiamavano ‘compagni’ senza poi dover arrossire o giustificarsi con strane perifrasi per non urtare la sensibilità di chi veniva da una storia politica diversa.

La prima assemblea di Possibile è andata in scena sotto il primo sole cocente dell’estate nel circolo Arci di via del Campo Barbarico, dietro l’Appia Nuova, a Roma. Il movimento di Pippo Civati ha attirato a sé un migliaio di persone al suo esordio. Ragazzi da mezza Italia, orgogliosi reduci dei Ds, delusi dal renzismo e volti noti come quelli di Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista, Luca Casarini, Simone Oggionni e Nicola Fratoianni di Sel, Stefano Fassina, i radicali romani Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli, lo scrittore Christian Raimo. Più la nuova classe dirigente civatiana: il factotum Paolo Cosseddu, la deputata marchigiana che entrerà al posto di Enrico Letta, Betrice Brignone, l’europarlamentare Elly Schlein e il genovese Luca Pastorino, che ha raccolto un dignitoso 9.4% alle ultime regionali della Liguria.

La girandola di interventi è cominciata con la solita ora di ritardo sul programma, e all’inizio è sembrata un po’ la sfilata del rancore antirenziano. Tanta rabbia (forse addirittura giustificata) per un segretario che ha messo all’angolo ogni minoranza, ha tagliato ogni ponte con i dissidenti e sta costringendo tutti i suoi oppositori – almeno quelli interni – alla resa senza condizione.

Degni di nota gli affondi di Capriccioli e Magi, che hanno portato sul palchetto costruito in cartone tutto il non indifferente peso politico proprio dei Radicali. Molto brillante Raimo, con le sue slide scritte a penna. Ha strappato applausi convinti Fratoianni, al grido: «Io qui mi sento a casa». Poi, con il fumo della brace che saliva sempre più, Civati ha chiuso il carosello, attaccando il governo e sognando praterie da riempire a sinistra.

«Oltre il Pd – ha detto –, lo spazio si è allargato. Molti sono usciti e molti altri usciranno, cosa che sta già succedendo tra gli elettori. In Parlamento per ora siamo io e Pastorino, ma stiamo collaborando con Sel e Alternativa Libera (i fuoriusciti dal Movimento Cinque Stelle, nda). Adesso sembra che citare Bersani sia come citare Che Guevara, il pensiero unico è entrato dentro di noi». Così, tra una citazione di Deleuze e un accenno a Melville, Civati è poi arrivato al punto: «Noi siamo entrati in Parlamento con un’alleanza,  Italia Bene Comune, che adesso stanno usando per fare cose che nemmeno Berlusconi aveva il coraggio di scrivere sul suo programma, ma le faceva capire a gesti. Quella del governo, ora, è una maggioranza mostruosa».

Il problema fondamentale è che, in tutto questo, si è parlato poco di politica: il programma di Possibile è ancora parecchio incerto, per usare un eufemismo. Si sa soltanto che verranno lanciati dei referendum sulla legge elettorale, il jobs act e altri temi più o meno di moda tra gli antigovernativi. Un po’ pochino. Ma la sensazione è che per gli intervenuti sia stata una gioia il poter tornare a fare qualcosa che si ritiene, a torto o a ragione, «di sinistra», laddove Renzi e i suoi vengono ormai definiti come irrimediabilmente «di destra». E per ora tanto basta.

Sabato pomeriggio, nella sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, era andata in scena una riunione organizzativa per i militanti che adesso dovranno cercare di costruire Possibile sui territori, mettendo in piedi dei comitati. Il partito verrà lanciato ufficialmente a ottobre e le alleanze con il Pd sono da escludere. Su questo punto, però, già si discute: alle amministrative separarsi dal centrosinistra può essere complicato, anche perché in diverse zone d’Italia il partito è ancora in mano a una classe dirigente ‘non renziana’, e dunque il piatto è ancora appetibile. Si vedrà: tra chi vede in questa convention romana l’ennesimo esordio di una cosa che quando va bene raggiunge il 4% e chi già fa paragoni con Syriza e Podemos, durante l’estate bisognerà chiarire di cosa parliamo quando parliamo di Possibile. Cioè, se nasce o se muore un leader chiamato Pippo Civati.

(Foto via Possibile)

TAG: alessandro capriccioli, civati, cristian raimo, nicola fratoianni, Pd, pippo civati, Possibile, sinistra, stefano fassina
CAT: Partiti e politici

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