I soliti salotti?

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28 Gennaio 2015

La sinistra italiana dei salotti, quella delle eterne femministe, delle reduci dei movimenti, qualsiasi cosa essi siano stati, in qualsiasi momento l’abbiano vissuti, fa un soprassalto di stupore e di disappunto all’idea che il compagno Tsipras abbia composto un esecutivo di soli uomini, lasciando alle donne solo posti di viceministro.
Non importa a loro per nulla la condizione politica della Grecia contemporanea, l’emergenza e la necessità di trovare i più competenti subito, e che questi non siano donne conti poco.
D’altronde per questa tendenza al politicamente corretto, alle quote rosa, all’eguality da promuovere in ogni caso, si è finito con la nomina di ministri come la Carfagna e la Gelmini, a politici di spessore come la Santanchè o la Moretti.
La stessa sinistra si mostra anche leggermente schifata all’idea che Tsipras abbia deciso di contaminarsi accettando un accordo con un piccolo partito di destra con idee sull’immigrazione un po’ reazionarie, anche in questo caso non comprendendo la priorità di certi temi rispetto ad altri in un momento storico determinato.
É la stessa sinistra che oggi inorridisce di fronte a qualsiasi tentativo democratico riguardo una scelta come il Presidente della Repubblica, ricordo nel passato solo i Radicali promuovere nei fatti un presidenzialismo democratico, sostenendo campagne pubbliche come quelle della Bonino for president degli anni ’90.
Per lor signori meglio starsene in silenzio, non una parola infatti viene da Sel su quello che sta accadendo, pronti fino all’ultimo a salire sul carro del Pd, se poi davvero ci sarà un carro unico e non tanti carrettini separati, ognuno con il suo nome, il suo progetto, i suoi veti; dalla sinistra non giunge un’idea, nemmeno mezza, su un possibile candidato autorevole.

Certo le rose di nomi possono essere strategicamente sbagliate, nel politichese indicare un nome significa bruciarlo; certo alcuni dei nomi fatti dal Movimento sono fin troppo giudiziari, persone tutte onorabili ma fin troppo legate a una visione della politica da “Il Fatto Quotidiano” nel quale sempre e comunque siamo rappresentati in una Tangentopoli perenne ed in cui serve sempre un purificatore.
Per inciso, non c’è nulla di peggio di un certo moralismo d’accatto di militanti ed esponenti del Movimento, di una certa dietrologia da strapazzo che vede sempre e comunque il complotto e il tradimento come motori dell’azione politica.
Eppure malgrado tutto in questi nomi volendo ci sarebbe già un ipotesi di cambiamento, sopratutto in quelli che sono plausibili proprio perché pienamente inseriti e compromessi nel sistema politico, Bersani e Prodi per dirla sono certo molto più interessanti e rassicuranti di Amato o la Finocchiaro.
Ovviamente non andrà cosi, ovviamente il Patto del Nazareno reggerà, si giungerà a un compromesso, magari al ribasso, che sarà venduto come la migliore scelta possibile.
Finirà che un Mattarella qualsiasi sarà scongelato dall’ibernazione in cui era finito oppure si ripiegherà su un candidato del Pd abbastanza scialbo da non poter far paura a nessuno, magari un Fassino.

TAG: movimento 5 stelle, nuovo presidente della repubblica, Pd, pier luigi bersani, romano prodi
CAT: Partiti e politici

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